Il tempo passa...

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Il tempo passò e portò con sè tante gioie, tante sofferenze, tante esperienze positive e tante risate. La vita di Elisa si poteva definire la vita di una normale adolescente, una persona qualunque senza particolari doti o bellezze o ricchezze.
Tutto trascorreva nel modo più tranquillo possibile fino a quella domenica, l'8 marzo 2015, giorno in cui nulla fu come prima, il giorno che segnò l'inizio delle sue sofferenze e delle sue pene.
Ma andiamo con ordine e facciamo qualche passo indietro caro lettore, poichè sei al completo oscuro di quello che è successo in questi anni.

Avevamo lasciato Elisa più innamorata che mai del suo Luca, e durante le vacanze di Natale di quell'anno raggiunse l'apice della sua follia scrivendo una storia sul suo amore idilliaco con lui, (anni dopo l'avrebbe trovata il più grande cumulo di fesserie mai scritte) e per renderlo più interessante, avvincente e pieno di suspance aveva introdotto un incidente automobilistico, uno aereo e persino una minaccia d'aborto... insomma una vera catastrofe, che lei però riteneva la sua piccola opera d'arte, un'opera d'arte di 38 pagine contenenti una specie di mezza verità (forse nelle prime quattro righe) e tutta una serie di eventi immaginari che nemmeno in un cartone animato giapponese sarebbero stati plausibili.

Mentre Elisa era persa nelle sue fantasie e nei suoi idilliaci immaginari, Luca era assorto completamente nella stesura della sua tesi, era così assorto che non aveva neanche il tempo di lasciarsi trasportare dal flusso stesso dei suoi pensieri. Ormai non pensava più ad Elisa, o almeno così voleva far credere a suo fratello che da qualche tempo aveva iniziato a fare strane insinuazioni su di loro, e forse voleva anche autoconvincersi, che non poteva e non voleva assolutamente pensare di essersi in una qualche maniera invaghito anche solo lontanamente di una ragazzina, era una cosa assurda e assolutamente ridicola. Milano era piena di bellissime ragazze della sua età, e anche in università certo non mancavano, però lui non le riteneva abbastanza degne di lui anche se infondo sapeva di avere una bella presenza e che molte sua compagne di corso gli facevano gli occhi dolci in più di una occasione. La donna perfetta per lui però, non l'avevano ancora inventata, o forse non l'aveva ancora conosciuta. Il poveretto infatti non aveva mai avuto una ragazza, forse perchè dietro alla sua aria di persona fine e raffinata da poeta si nascondeva invece uno spirito campagnolo e abbastanza rustico o forse (ed era la ragione principale della sua solitudine) aveva richieste forse troppo particolari e standard troppo alti; aveva una concezione tutta sua di questa angelica creatura che in un futuro vicino o lontano che fosse, gli avrebbe rubato il cuore.
La voleva carina, non troppo alta e non troppo in carne, con gli occhi grandi e pieni di curiosità, pronti a scoprire il mondo insieme a lui, e con una bocca sempre sorridente.
La voleva colta e amante delle arti, affabile con tutti, simpatica e dolce e non avrebbe disprezzato anche un pizzico di pazzia.
Ciò che voleva di più però, era che andasse d'amore e d'accordo con Ilenia e Luciano, che erano persone difficili da conquistare e che di solito non risparmiavano critiche a nessuno, e che prima di Carolina (che era la ragazza di Pietro) avevano bocciato tutte le ex del fratello; e lui, che non voleva perdere in partenza cercava qualcuno che potesse andare bene a lui ma anche a mamma e papà.
Mentre tra una tazza di caffè e l'altra cercava di terminare il suo lavoro, fu colto da un improvviso colpo di sonno e durante esso iniziò a sognare: sognò un sorriso bellissimo, che emanava una luce tutta sua, una luce speciale che non gli permetteva di ammirare la faccia della ragazza che aveva dinnanzi. Lui non la riconobbe subito, non sapeva chi fosse ma gli parve un angelo che con una voce altrettanto angelica gli sussurrò: "Luca... svegliati", lui si svegliò e riconobbe subito il suo angelo. Dopo qualche attimo trascorso tra la veglia e il sonno si riprese e pensò: "No! Non può essere lei! Non può e non deve!" Dettò ciò chiuse tutti e tre i libri che aveva aperto sul tavolo, spense il computer e andò a letto, cercando di non pensare a lei.... non lo doveva assolutamente fare!

Entrambe le loro vite scorrevano tranquille.
Elisa aveva finalmente finito le medie ed era uscita con un "misero" nove (come diceva lei). Per quel voto aveva pianto praticamente tutta l'estate; lei sognava il dieci, lo desiderava dalle elementari ma come punizione di questa sua presunzione non lo prese e il suo 9,5 fu arrotondato per difetto e non per eccesso come avrebbe sperato. Questa fu una cosa che le procurò non pochi problemi, inquanto i suoi antichi sensi di inferiorità comimciarono a riaffiorare e a farsi sempre più evidenti, lei era convinta di aver profondamente deluso i suoi genitori e di non essere stata all'altezza della situazione; loro però, Anna in particolare, facevano di tutto per farle cambiare parere su quest'idea del tutto infondata.

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