La presentazione

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La nostra cara Elisa, dovette tornare presto con i piedi per terra, perchè si ricordò del posto in cui era, e certo non poteva dare spettacolo davanti a tutti, la prima volta che si presentava. Così trattenne i suoi impeti di fangirlamemto, limitandosi ad aprire la sua boccuccia in un sorriso che le partiva da un orecchio e che le arriva all'altro.
Durante la funzione, cercò di limitare le volte in cui si girava (senza un apparente motivo), quelle in cui lo guardava con la coda dell'occhio e quelle in cui apertamente lo fissava, soprattutto al momento della comunione. Alla ragazza pareva di toccare il cielo con un dito, ormai viveva in un mondo parallelo a quello dei comuni esseri umani e tutti, a volte, la vedevano abbastanza assente e assorta nei suoi pensieri; quando si trovava scuola era poi il momento peggiore, perchè se con le orecchie doveva ascoltare le noiose spiegazioni degli insegnanti e con la mente doveva rimanere collegata al pianeta Terra, faceva completamente tutto il contrario. Con le sue grandi doti da attrice però, non lo dava troppo a vedere e si sforzava il più possibile di sembrare interessata all'argomento, facendo qualche intervento qua e là, quando riusciva a captare qualche parola di quel linguaggio crittografato o quando non era troppo occupata a scegliere il nome dei suoi figli, o il vestito per il matrimonio.
Mentre, tutta contenta e pimpante si stava preparando per il canto finale, fu interrotta in questa sua attività dalla gracchiante voce del diacono che raggiungendo il microfono e col suo solito tono prolisso e cadente iniziò a dire: < Oggi, è un giorno di festa per la nostra comunità, perchè come avrete notato, abbiamo con noi un nuovo elemento... vieni Elisa, vieni quassù !! > la ragazza sarebbe voluta sprofondare all'istante, se solo avesse potuto avrebbe iniziato sul momento a scavarsi immediatamente la fossa, infilarsi dentro e farsi ricoprire. Mai, mai, aveva provato una vergogna così grande nella sua breve vita e anche se con la testa bassa fu costretta a salire sull'altare dato che tutti stavano fissando quella creaturina minuta, con una grande massa informe di capelli ricci e castani che tutti pensavano ( e tutt'ora pensano) che fossero in realtà neri oppure tinti. Con passo goffo ed impacciato e non guardando in faccia nessuno si diresse verso l'altare, salì i due scalini e finalmente si fece ammirare in tutta la sua timidezza e il suo imbarazzo assai evidente e soprattutto crescente. Il diacono a questo punto riprese: < Elisa, sarà la nuova apprendista organista, e possiamo considerarla un dono che ci è stato concesso da nostro Signore e perciò come segno di accoglienza ora le facciamo un grande e caloroso applauso! > e così, l'applauso scoppiò e le si rivolse un rumoroso scrosciante battimani, che accolse con molta semplicità e che interpretò come un abbraccio che quelle persone le stavano dando.

Era talmente imbarazzata, che cercava di abbozzare un sorriso e che l'unica persona che riusciva a guardare negli occhi era sua madre, che dal suo posto in terzultima fila non si era mai sentita più orgogliosa della figlia, che in quell'ultimo periodo era cambiata così tanto, che quasi non la riconosceva più. Le cause di questo cambiamento le erano ancora sconosciute, ma sicuramente nella sua testolina complicata aveva già iniziato a macchinare che sotto sotto, e scavando proprio in fondo in fondo al cuore della sua figliola c'era di mezzo un uomo.
Elisa era così concentrata a guardare sua madre, che evitò completamente di girarsi dalla parte opposta, evitando magistralmente lo sguardo di Luciano, seduto in prima fila accanto al padre in sedia a rotelle, quello di Franca (la madre di Ilenia), delle sue nipoti e soprattutto evitò quello di Luca, che come al solito guardava in basso, ma che non appena fu scesa dal "podio" tornò a fissare l'infinito, quello che vedeva nei suoi occhi (non per niente era un poeta) che per il resto della popolazione presente, non era altro che l'aria.
Non appena finì la messa, Elisa, fu sommersa dai calorosi saluti delle signore che propagandavano in grandi quantità baci, abbracci e carazze; come minimo strinse una ventina di mani e parlò con così tante persone che si ritrovò nel bel mezzo di una confusione mentale assurda.
Attendeva però il saluto del suo amore, che timidamente la stava aspettando sulla porta, ma che preso da uno spirito d'impazienza, ingranò la quarta e si presentò al cospetto della ragazzina (che aspettava quel momento da mesi) e attaccò dicendo: < Ciao, non so se ti ricordi di me... > ma lei lo interruppe subito dicendo: < Certo che mi ricordo di te, come potrei dimenticarmi?! > sorrise e arrossì, allora lui, approfittando del momento di pausa riprese: < Io non mi sono dimenticato infatti... come stai? > Elisa che aveva gli occhi a forma di cuore disse: < Abbastanza bene grazie... tu? Tutto bene? E tua mamma come sta? > Luca, ribattendo rispose: < Tutto bene grazie. Mia mamma, sta discretamente dai, si sta riprendendo e fra due giorni sicuramente si sarà rimessa totalmente in forze e sarà qua a dirigere il coro! > finita la frase si diedero la mano e si salutarono.

Dopo quel breve dialogo, lei, era completamente in estasi, se fosse tornata indietro di qualche secolo probabilmente l'avrebbero scelta per essere dipinta nei panni della Madonn a che ha appena ricevuto l'annunciazione. Più che in estasi forse, sembrava totalmente ubriaca o forse una che si era appena fumata come minimo sette o otto sigarette data la sua faccia stralunata.

Tornata a casa, iniziò a mandare messaggi a raffica alla sua migliore amica: Martina; che conosceva da quando avevano due anni e mezzo. Era la persona che la conosceva meglio dopo sua mamma; la sua compagna di scherzi, di risate, di avventura; sempre pronta ad aiutarla, a supportarla, ad ascoltarla e soprattutto a sopportarla perchè Elisa era un elemeno di difficile sopportazione. Nonostante fossero molto diverse l'una dall'altra, sia fisicamente che di gusti artistici e musicali, si volevano bene come due sorelle ed erano sempre pronte a combattere contro i loro "nemici comuni" ed uscire sempre vittoriose da una battaglia che sembrava persa in partenza.
Il testo dei trentacinque messaggi che le aveva mandato era praticamente lo stesso, se non con qualche piccola variazione di lessico ma dicevano tutti: "oddio mi ha parlato" o "si ricorda di meeee" oppure "è ancora più carino di quanto non me lo ricordassi" e l'altra si armava di molta e molta pazienza per ascoltare il minuzioso racconto della sua amica e tra sè e sè sorrideva, pensando a quanto fosse buffa Elisa quandi si impappinava a parlare di Luca, condendo il racconto con le sue solite espressioni perplesse che avrebbero fatto ridere anche la persona più depressa di questo mondo.
Questa amicizia, quel punto di appiglio che rappresentava Martina per lei si sarebbe rivelato fondamentale, per tutto il corso della sua vita, soprattutto in futuro.

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Ciao a tutti miei cari, carissimi followers, iniziamo ad entrare adesso nel vivo della storia e come avrete notato è entrata in scena Martina che avrà un ruolo fondamentale.
Colgo l'occasione per dedicare il capitolo di oggi proprio a Martina ( riferimenti puramente casuali), che è stata la prima a leggere e a commentare la mia storia.
Ringrazio anche voi tutti per l'affetto che mi riservate sempre!!
Buonanotte e tanti sogni d'oro
La vostra

| | Ellie <3 <3

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