Dopo una notte lunga e travagliata, Elisa si svegliò con l'amaro in bocca; era stranamente cupa e avvilita come se la notte anzichè portare consiglio le avesse portato sconforto. Si sentiva completamente inutile e persa nel suo stesso mare di pensieri che quasi la inghiottivano in un turbine senza fine. Essendo già passata una buona mezz'ora dal suo risveglio, decise di alzarsi e di vestirsi e, siccome non doveva andare a messa, si infilò le prime cose che trovò sul pianoforte, che erano rimaste lì, abbandonate ed inermi dalla sera della vigilia, quando si era messa tutta in ghingheri per andare in chiesa. Con un passo goffo e pigro si diresse in cucina e dopo aver salutato gli altri con un cenno del capo e un sorriso stanco si andò a posizionare sul divano del salotto, continuando a rimanere assorta nei suoi mille pensieri.
Rimase assorta nei suoi pensieri per tutto il giorno, tanto che si rifiutò categoricamente di andare a fare un giro a Milano Marittima, dove amava andare in inverno per vedere il mare nudo, senza gli ombrelloni, i bagnanti, il via vai dei turisti stranieri e le urla allegre dei bambini. Elisa, odiava con tutta se stessa il mare, ma il solo periodo annuo in cui era facile convincerla ad andarci era l'inverno, proprio perchè non c'era nessuno e poteva rimanere ore ed ore ad ascoltare le parole delle onde e il canto del vento, ovviamente per sua sfortuna il mare d'inverno è frequentato anche e soprattutto dai cani, che lei odiava con tutta se stessa, forse perchè da piccola era stata aggredita da un alano e adesso le facevano paura persino i bassotti.
Quel giorno però era così giù di morale che finì per ridursi a fare il compito di matematica, ovvero l'unica cosa che le era rimasta da fare per quelle lunghe vacanze dalle quali non avrebbe mai voluto risvegliarsi.
Il pensiero che le frullava continuamente in testa però, era se raccontare o meno a sua mamma quello che era successo la sera prima; le sembrava un'immensa scortesia verso Emanuele ma arrivata a fine giornata non riuscì a tenere per sè quel segreto che nel giro di sette ore le aveva roso il fegato e la stomaco.
Dopo cena e dopo essersi comodamente messa in pigiama chiamò in disparte Anna e iniziò a raccontarle tutto, tutto per filo e per segno, non dimenticando nemmeno una parola.< Mamma... > esordì dicendo: < Ieri sera è successa una cosa, e se non la racconto a qualcuno finirà per logorarmi > la donna preoccupata la invitò a continuare anche se aveva vagamente il sospetto che la suocera centrasse in una qualche maniera. < Devi sapere che dopo che te ne sei andata noi abbiamo finito di giocare a Monopoly, e così dopo aver messo tutto al proprio posto, sono andata a mettermi il giubbotto per venire a casa... ma... mentre lo stavo facendo la nonna... beh... lei mi ha presa per un braccio e ha iniziato a dirmi delle cose terribili... per esempio che sono una persona orribile o che sono la peggiore nipote che si possa mai avere o... > non riuscì però a finire la frase perchè scoppiò in un pianto disperato, proprio quella disperazione che aveva cercato di sopprimere fino a due ore prima.
La madre che aveva avuto la giusta intuizione l'abbracciò teneramente e le disse: < Eli, non ti preoccupare, non sei una persona terribile e tanto meno la nipote peggiore del mondo, sei una persona splendida e non lo dico solo perchè sono tua mamma, ma anche gli altri, le tue amiche, i tuoi insegnanti, le signore della parrocchia... lo dicono, ci sono tante persone che a questo mondo ti stimano, tu non devi assolutamente basarti su quello che dice tua nonna... te l'ho detto mille volte che non devi badare a ciò che dice è una persona cattiva e gode vedendo star male gli altri, lei non merita neanche un terzo delle tue lacrime.> La figlia dopo aver sentito queste parole si tranquillizzò e decise di non dare peso più di tanto alle parole della Volpe, che come aveva detto sua madre godeva nel vederla soffrire e stare male.Le vacanze passarono così fra momenti veloci e momenti lenti, aveva iniziato a riorganizzare le sue idee riguardo a ciò che avrebbe dovuto portare all'esame di terza media e alla fine optò per portare la "Resistenza durante la seconda guerra mondiale nel suo paese" certo non era semplice, ma le fonti le aveva e doveva mettersi solamente di buona lena per combinare qualcosa di buono, anche se la sua voglia era pari a zero e avrebbe preferito continuare a battere la fiacca come faceva ormai da due giorni. A forza di continuare a condurre una vita gatta, sua mamma presa dalla compassione decise di aiutarla, non a fare tutto, ma almeno a trovare le informazioni storiche necessarie per non fare una brutta figura davanti alla corte di giustizia.
In breve arrivò anche il fatidico 6 gennaio, noto come Epifania o ancora meglio agli studenti noto come ultimo giorno di vacanza e Elisa era così felice di tornare a scuola che la sera prima non fece che piangere e piangere e piangere. Tornando alla mattina però, si svegliò di buonora e passò come minimo tre quarti d'ora davanti all'armadio, al buio con la torcia accesa per decidere cosa indossare, perchè ovviamente chi ci sarebbe stato a messa?! Ma ovviamente Luca, e lei non voleva certo sfigurare e così scelse accuratamente la sua gonna preferita e il suo golfino nero (diverso dal solito ovviamente).
Alle 10.45 partì per Roncole alla volta della sua terza esibizione e della sua vista meravigliosa, non lo vedeva dal giorno di Natale ed è inutile dire che non vedeva l'ora di rivederlo e che in fondo le mancava poterlo osservare di sottecchi durante la messa. Quel giorno il destino le fu particolarmente favorevole e volle che i due fossero seduti vicini, uno accanto all'altra, lei lo sentiva respirare e lui la vedeva sorridere, nessuno dei due lo dava a vedere ma si stavano scrutando a vicenda, erano entrambi bravi attori ed evitavano il minimo contatto fisico, si guardavano di rado e si rivolgevano la parola solo se non era strettamente necessario per decidere chi fra i due avrebbe dovuto iniziare per primo a suonare. Ilaria, rideva fra sè e sè perchè pensava che quei due fossero estremamente buffi, si evitavano in ogni modo possibile immaginabile, ma quando uno dei due era girato l'altro non perdeva certo tempo ad fissare il vuoto e lo scrutava silenziosamente.Luca nella sua testa intanto non riusciva a capacitarsi del fatto che quella ragazzina gli fosse entrata in mente e che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso quando sorrideva, e lei sorrideva sempre, quindi lui la fissava in continuazione.
Nessuno dei due lo sapeva, ma da quel giorno iniziò il vero e proprio casino per entrambi, l'inizio delle sofferenze per uno e per l'altro e delle illisioni di Elisa, che l'avrebbero portata alla disperazione.
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Ciao a tutti miei cari e affezionati lettori,
sono tornata finalmente al mondo mi dispiace di non aver pubblicato in queste settimane ma ero piena di verifiche ed interrogazioni. Adesso sono finalmente libera e posso tornare a pubblicare ogni giorno. Ho notato con molto piacere che le visualizzazioni sono aumentante tantissimo e spero continueranno a farlo. Grazie mille a tutti e ci sentiamo domani.
Buona lettura e buona serata a tutti
Un bacio| | Ellie <3 <3
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Fall in love in Verona
Любовные романы12 anni lei, 22 due lui. Per Elisa è amore a prima vista, ma Luca sembra accorgersi appena della sua presenza. Questa è una storia d'amore fatta di sofferenze, di illusioni e di prese in giro. Un storia che sembra non avere mai fine, ma che sorprend...