La Vigilia

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Due giorni dopo la sua presentazione alla comunità, Elisa, si ritrovò a dover affrontare la sua prima "esibizione pubblica" in chiesa, certo, non si trattava di dover suonare per una messa intera, ma solo alla fine, però era comunque in uno stato di ansia assurdo. Le domande che tenevano occupata la sua mente erano: "E se sbaglio?" o "E se non vado a tempo?" oppure "E se mi blocco?" L'unica damanda che fino ad allora aveva avuto una risposta precisa era: "ci sarà Luca?" Ilaria, che aveva intuito l'interesse della sua amica per il ragazzo, ma che fino al momento in cui l'altra non l'avrebbe ammesso non avrebbe detto niente e avrebbe continuato a far finta di nulla; le disse che sicuramente ci sarebbe stato. Nella foga di rispondere ad Elisa, che a casa sua stava scalpitando impazientemente come un cavallo da corsa, omise un dettaglio di fondamentale importanza: Luca avrebbe suonato la chitarra e l'avrebbe accompagnata anche in "Tu scendi dalle stelle".
Lei totalmente ignara di questa cosa, occupò la mattinata con un passatempo meraviglioso, che tutti gli studenti amano: il compito. Piuttosto si sarebbe sparata, tutto quel compito le faceva venire il mal di mare, passava da matematica ad inglese, da inglese a francese, da francese a storia e da storia ad italiano; insomma non ne poteva più e arrivò a mezzogiorno con un tale appetito, che persino la pasta bianca che nei giorni prefestivi le era riservata, le sembrò deliziosa, mai mangiato meglio di così.

Il pomeriggio fu assai più tranquillo, dalle 14.00 fece la sua solita penichella e alle 17.00, fu svegliata da Anna, la quale la informò che sarebbe dovuta andare dalla parrucchiera per le 17.30 e che forse, ma solo forse, era il caso di alzarsi dal letto e iniziare a preparasi.
Detto fatto, Elisa si preparò e puntuale come il gallo che canta alla mattina si fece trovare dalla "Romy" (la parrucchiera) con dieci minuti di anticipo, cosa alquanto strana dato il suo eterno ritardo in ogni cosa che faceva.
Amava andare dalla parrucchiera, si sentiva coccolata e in uno stato di completo relax e poi erano tutti così gentili con lei e le offrivano sempre qualche stuzzichino e un buon caffè. Per fare bella figura quella sera, si fece fare i boccoli, e quando un'ora e mezza dopo uscì dal negozio, si ritrovò con una testa completamente riccia, ma non di quel riccio ruffo che si ritrovava ogni giorno, un riccio ben definito che la faceva sembrare quasi carina. Si definiva "quasi carina" perchè non si vedeva bella anzi... lei avrebbe voluto essere bionda con i capelli lisci e gli occhi azzurri, bella come Cenerentola, ma era proprio il contrario, e solo quando andava dalla parrucchiera riusciva a vedersi diversa da come non si vedeva tutti i giorni e tal cosa non le dispiaceva affatto. Sperava che anche gli altri si sarebbero accorti del suo cambiamento di look, anche se per altri in realtà intendeva solo e soltanto Luca.
In quel lasso di tempo compreso fra le 19.00 e le 22.00 oltre a cenare e a provare circa venticinque o trenta volte la canzone, mandò messaggi di SOS a Martina che cercava di calmare la sua amica in ogni modo possibile immaginabile, infondendole coraggio con parole dolci e piene di comprensione. Elisa riuscì più o meno a calmarsi, ma più ci pensava più le veniva ansia.

Sarebbe dovuta essere in chiesa per le 21.45 e quindi alle 21.40 era in macchina seguita dal suo esercito familiare, composto da suo fratello che avrebbe volentieri evitato, suo padre, che si presentava in chiesa solo tre volte all'anno salvo occasioni speciali, ed era evidentemente scocciato, e l'unica veramente felice oltre ad Elisa, che era Anna, la quale era contenta perchè sua figlia era finalmente tornata quella di sempre, allegra, solare e sempre ottimista ed era proprio per questo motivo che pensava sempre di più che ci fosse di mezzo un ragazzo, solo che non riusciva ancora a capire chi fosse il misterioso uomo che aveva fatto battere il cuore così fortemente a sua figlia, ma che in fondo doveva ringraziare per averle fatto ritrovare la gioia di vivere di una comune tredicennne. Oltre alla sua famiglia, alla cerimonia avrebbero preso parte anche suo zio Giovanni (il fratello di sua mamma) e la sua prozia Viviana che la seguiva ovunque andasse, e alla quale era molto legata.
Ancora una volta quel viaggio le sembrò interminabile e quando arrivò anzichè cinque minuti le sembrava fossero passate cinque ore; scese dalla macchina, tirò un bel respiro e varcò la soglia della porta, pronta (o quasi) a tutto quello che sarebbe potuto succedere.

La tastiera era posizionata sull'altare e girata in un modo tale da dare le spalle all'assemblea. Davanti a lei c'erano non una ma due sedie, sulla prima era seduta Ilaria, ma sull'altra? Chi si sarebbe seduto sull'altra? Questo dilemma fu brevemente risolto perchè in tutto il suo splendore le si presentò innanzi Luca, con la sua scintillante chitarra in mano e col suo immancabile sorriso stampato in faccia. Chi se lo sarebbe mai aspettato, lei, a suonare con il suo adorato dio greco. Questa cosa però le provocò tante sensazioni diverse: da un lato entrò in ansia ancora di più, da un altro era contenta del fatto che lui potesse accorgersi del suo "cambiamento" e che si potesse accorgere anche della sua semibravura a suonare la tastiera, ma il lato che più prevaleva in lei in quel momento era quello completamente entusiasta dell'andamento della sua vita e del fatto che non potesse ricevere regalo di Natale migliore di quello. Come ogni cosa anche questa ebbe la sua pecca, infatti si sarebbe trovata faccia a faccia con Luca solamente alla fine, per tutta la durata della messa si accontentò del posto parallelo al suo, dal quale poteva benissimo contemplarlo in tutta la sua bellezza statuaria.
Dopo un'ora passata a fantasticare sul fatidico momento finalmente, Elisa, oltrepassando tutte le sue amiche prese posto davanti allo strumento e senza volere e soprattutti senza accorgersene iniziò a fissare Luca, la sua posa era abbastanza da ebete e se vogliamo anche da mezza inscimunita. Fu riportata sul pianeta Terra da Ilenia che le chiese: < Eli tutto bene? > e lei un po' imbarazzata rispose: < Si si grazie... stavo solo... ehm... fissando il dipinto > anche se la sua mente avrebbe voluto risponderle: "stavo fissando tuo figlio!! ", il tono con cui lo disse non sembrava troppo convinto ma la donna non ci fece caso e si riimerse a cercare il testo della canzone nel suo libro che a prima vista sembrava dell'anteguerra. La ragazza posò così le sue manine magiche sui tasti e cominciò a suonare, intonando prima la breve introduzione e poi tutto il brano, che contro ogni sua aspettatativa procedette benissimo; era talmente concentrata che non sbagliò nemmeno una nota e arrivò alla fine con una tale tranquillità che si stupì da sola di quello che aveva appena fatto.

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Ciao a tutti, eccovi il nuovo capitolo fresco fresco. Spero tanto vi piaccia e vi faccia provare la curiosità di proseguire nella lettura della mia storia.
Da domani ricomincia un'altra estenuante settimana scolastica per tutti (la mia piena di verifiche) ma facciamoci coraggio dai, mancano 67 giorni di scuola alle vacanze di Pasqua.
Buonanotte a tutti e buona settimana. A domani
Un bacione
La vostra

|| Ellie <3 <3

Fall in love in VeronaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora