La discoteca

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<In discoteca? Tu? Ma sei per caso impazzito? Ti è dato di volta il cervello?> queste erano le parole che da tutta la mattina riecheggiavano in casa dei due fratelli.
Pietro non riusciva a capacitarsi di quello che suo fratello aveva appena detto, come era possibile che Luca Bartoli, che aveva sempre considerato le discoteche ambienti sporchi, pericolosi e soprattutto per persone rozze, si fosse impuntato in un modo così ostinato.
Certo che andare in discoteca, per un ragazzo di quasi 25 anni non era poi una cosa così strana, la maggior parte (per non dire tutti) dei suoi amici ci andava praticamente tutti i weekend e si poteva benissimo scommettere che una miriade di suoi coetanei amasse in una maniera sfrenata la discoteca.
Quello che però Pietro ignorava del tutto, era la ragione per la quale avesse deciso di andare a ballare quel sabato sera, era stato tutto così strano... infatti, da quando erano tornati a Milano, due sere prima, suo fratello sembrava diverso, era costantemente perso nei suoi pensieri e sembrava totalmente assente quando qualcuno osava rivolgergli la parola.

Ebbene caro lettore ora ti chiarirò il motivo di questa decisione così avventata e presa con così tanta ostinazione.

Luca si era finalmente reso conto di essersi innamorato di Elisa, ma era una cosa che sfidava i limiti del possibile; insomma lei andava ancora a scuola e lui si era appena laureato, lei viveva ad Aldorico e lui a Milano, lei aveva quasi 15 anni e lui quasi 25... era un amore assolutamente impossibile. Inoltre non sapeva che anche Elisa ricambiasse i suoi sentimenti, e pensando di non avere una minima speranza prese codesta decisione: sarebbe andato in discoteca e si sarebbe ubriacato.
Forse solo così, giorno dopo giorno e birra dopo birra avrebbe finito per dimenticarsi di lei (e forse anche per diventare un alcolista, ma questi per lui erano dettagli). Si sentiva un perfetto idiota, sarebbe stato molto più semplice dirle apertamente che in un qualche modo lui "simpatizzava" per lei, ma per mancanza di coraggio e per colpa della sua "mente razionale" aveva deciso di ricorrere ad un metodo meno imbarazzante.

Così, passò tutto il pomeriggio davanti allo specchio, cercando di trovare qualcosa di decente per sembrare una persona normale, perchè di solito era abituato a mettersi tutto ciò che sua madre comprava, cioè: camicie e pantaloni eleganti. Non trovando niente e per non subire l'umiliazione di rivolgersi a suo fratello per chiedere un qualche indumento adatto, si ridusse ad andare a fare shopping in un qualche negozietto vicino a casa, e siccome non riuscì a trovare di meglio, si accontentò di comprare una T-shirt e un paio di pantaloni, non era un outfit proprio adattissimo alla situazione ma era sempre meglio della sua prima opzione.

Suo fratello però, continuava ad avere forti dubbi sull'improvvisa modernizzazione di Luca, e quella sera d'accordo con Carolina, aveva deciso di seguirlo, dato che reggeva po che niente l'alcool, chissà cosa avrebbe combinato da solo in un posto dove non conosceva nessuno. Così, dopo aver attentamente osservato dalla finestra l'uscita di suo fratello, lui e Carolina scesero, entrarono in macchina e si diressero verso il disco club "Divina" esattamente nel centro di Milano, dove un parcheggio non si trovava neanche a morire. Ai due fidanzati, la discoteca certo non attirava più di tanto, ma per amore di Luca pagarono l'ingresso e si addentrarono nel caos assoluto del locale. Dal punto di vista estetico, la sala era molto ampia e le sue pareti ricoperte di specchi aumentavano seppur apparentemente le sue dimensioni. Pietro e Carolina vagarono per un po' in cerca di Luca, ma anche dopo un'ora di ricerche non riuscirono a trovarlo; così decisero di separarsi, lui sarebbe andato da una parte e lei dall'altra. Dopo una giornata intera di lavoro erano entrambi esausti, ma nessuno dei due voleva arrendersi finché non lo avessero trovato, anche a costo di stare lì tutta la notte. I minuti continuavano a passare e la musica rimbombava sempre più nelle loro orecchie, e la stanchezza cominciava seriamente a farsi sentire, ma era proprio quel baccano che li teneva svegli, anche perché se non volevano correre il rischio di essere travolti dalla folla era meglio che rimanessero nel pieno delle proprie facoltà mentali.

Quando Pietro guardò l'orologio erano le tre di notte, e solo a quell'ora era finalmente riuscito a trovare Luca. Era mezzo steso sul bancone del bar, con i capelli spettinati, il segno di un rossetto rosso sulla guancia destra, un fogliettino con un numero di telefono scritto sopra che quanto pare corrispondeva al nome di una ragazza che si chiamava Pamela in mano e una quantità esagerata di bottiglie di birra vuote vicino alla sua testa. Era ubriaco fradicio e ridotto in condizioni pietose, se solo Ilenia e Luciano fossero stati lì in quel momento, avrebbero sicuramente iniziato ad urlare come due matti dato che il loro figliuolo preferito era sbronzo duro e puzzava incredibilmente di alcol. Pietro chiamò Carolina, che sentendo il suo telefono vibrarle in tasca, accorse subito al bancone del bar, dove vide il tanto detestato cognato ridotto come un barbone; in quel momento fu colta da un'ondata di spirito umano e vedendolo in quelle condizioni non poté fare altro che aiutare il suo fidanzato a portare fuori quella povera creatura dal locale per poi riportarlo sano e salvo a casa. Mentre cercavano di rimetterlo in un qualche modo sulle sue gambe, lui continuava a biascicare parole incomprensibili, quasi impercettibili: uno perché parlava pianissimo e due perché ubriaco com'era si faceva fatica a capire tutto quello che diceva. Ad un certo punto del tragitto in macchina, nel quale pareva essersi addormentato definitivamente iniziò a urlare sparando e buttando all'aria frasi che apparentemente non avevano un senso, e che sul momento parevano soltanto le urla di un ragazzo ubriaco in preda al delirio... continuava a ripetere: <L'ho fatto per lei... non poteva funzionare... non poteva essere così... non deve essere così... starà meglio...io non le ho detto niente e lei non saprà mai niente... io la amerò per sempre!> E con queste parole crollò definitivamente sul sedile posteriore della macchina. Intanto però, Pietro e Carolina si erano incuriositi al sentire quei discorsi apparentemente insensati e avevano drizzato le orecchie, in quanto stavano cercando di capire di chi stesse parlando e chi sarebbe stata meglio se lui non le avesse detto niente, ma la vera domanda era: chi è che amerà per sempre?

Con questo interrogativo arrivarono a casa, scesero dalla macchina e caricandosi il peso di Luca sulle spalle si diressero verso le scale, dove dato il suo stato rischiò di cadere numerose volte e una di queste, finì dritto dritto con il naso sul freddo pavimento di marmo bianco del pianerottolo. Pietro tirò fuori le chiavi, aprì la porta dell'appartamento del fratello, che era esattamente di fronte al suo, gli tolse le scarpe e lo sdraiò sul divano, dato che ormai era esausto e né lui né Carolina avevano più la forza di trascinare il suo corpo a peso morto in giro per casa e arrivare fino alla camera da letto. Insieme concordarono che nessuno dei due avrebbe mai rivelato a Ilenia e Luciano quello che era avvenuto quella sera, anche perché nessuno dei due avrebbe saputo spiegare le ragioni di un tale che gesto, che avrebbe sicuramente arrecato dolore ai genitori, alla madre in particolare; e così alle quattro meno un quarto di mattina andarono finalmente a letto, decidendo però di non lasciare perdere l'argomento con Luca, dal quale avrebbero sicuramente voluto delle spiegazioni, perchè si sa che la verità si dice solo quando si è ubriachi.

La mattina seguente, Luca si svegliò con un mal di testa atroce, gli occhi rossi e un senso di spossatezza inaudito. Il suo obbiettivo di sbronzarsi era sicuramente riuscito, ma certo non pensava che i postumi della sbornia fossero così bastardi anche sul suo corpicino delicato. Solo quando andò in bagno per levarsi di dosso quel fetore da alcol di cui era impregnato, si accorse del paio di labbra rosse che aveva stampate su una guancia, ci mancò poco che non gli prendesse un infarto, anche perché non ricordava assolutamente niente di quello che era successo la notte prima. I suoi ricordi rimanevano nitidi fino più o meno alla seconda birra, quando la sua vista aveva iniziato ad offuscarsi, dal di lì in poi non si ricordava più niente e aveva paura di aver combinato qualcosa che poteva comprometterlo dato il marchio che si era ritrovato stampato in faccia. Dopo essere uscito dalla doccia, circa mezz'ora più tardi, si sedette sul divano e cercò di rammentare quello che era successo la sera prima, senza però ottenere alcun risultato, anzi, faceva sempre più confusione mettendo sottosopra anche quei pochi ricordi che aveva.

Dato che era domenica e non doveva lavorare Pietro si recò a casa del fratello per vedere se si era più o meno ripreso dalla sbronza e soprattutto per ricevere le dovute spiegazioni in riguardo. Si presentò sull'uscio alle 9.30 in punto, orario in cui suo fratello, essendo piuttosto mattiniero seppure mezzo ubriaco sarebbe sicuramente stato sveglio, e così fu.

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Carissimi followers ecco qua il capitolo... spero vi piaccia e che apprezziate il mio tentativo di descrivere al meglio la discoteca di cui parlo perchè uno non vado mai in discoteca e due quella l'ho vista solo in foto!!
Vi ringrazio per i voti e le visualizzazioni che sono sempre moltissime e spero che crescano ulteriormente!!
Un abbraccio, tanti baci e buona domenica!!

||Ellie <3 <3

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 23, 2016 ⏰

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