4. Lasciami stare

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Punto di vista di Kim

Continuai a vagare per la stanza per un tempo quasi interminabile cercando Joy, che sembrava essere stata inghiottita da quella massa di gente. Avrei voluto sparire anche io e dimenticare questa serata, correre lontano fin quando l'unica cosa che sarebbe rimasta in me sarebbe stato il ricordo sfuocato di una notte sbagliata. Eppure, ogni volta che chiudevo gli occhi, mi scontravo con la realtà dei fatti, i quali si aggravavano ogni secondo di più. La cosa peggiore di tutte era che, anche se non l'avrei mai ammesso ad alta voce, fino a poco fa non mi stava dispiacendo tutto quello che stava accadendo. Mi sarei sentita meglio se non avessi voluto gli occhi di Harry addosso o se non gli avessi permesso di fare quello che invece aveva fatto, ma una parte di me sapeva perfettamente che se avessi davvero voluto che lui sparisse avrei trovato un modo per andarmene dalla sua trappola.

Anche senza voltarmi riuscivo a percepire la presenza di Harry dietro di me, il quale mi stava seguendo da quando mi era allontanata velocemente da lui, come se in qualche modo volesse riparare quello che aveva fatto. Dentro di me, però, non sentivo nulla, neanche quando forse avrei dovuto provare qualcosa che andasse oltre l'essere "smarrita". Volevo solamente lasciarmi la discoteca alle spalle, sia in senso figurato che in senso letterale, e chiudermi nelle mura della mia camera con l'intenzione di cancellare ogni singolo ricordo legato a questa serata.

Il mio nome continuava ad essere ripetuto più volte da quella voce che ormai avrei potuto riconoscere anche con tutto il fracasso del mondo, ma mi costrinsi a ignorarla sapendo che se non lo avessi fatto sarebbe stato peggio. Quella voce associata al mio nome mi faceva un effetto strano, quasi in modo piacevole, e questa consapevolezza mi stava lacerando la mente. Non avevo la più pallida idea di cosa stava succedendo, la mia testa era completamente sballata e il mio cuore non faceva altro che battere all'impazzata, come se volesse dirmi qualcosa che il resto del mio corpo non era pronto a sentire.

Improvvisamente la sua voce si fece più vicina, così l'unica cosa che riuscii a fare fu velocizzare i miei passi e cominciare a pregare di intravedere quella deficiente della mia migliore amica, la quale mi aveva portata in quella situazione. Sapevo, però, di non poterle dare tutta la colpa, soprattutto quando sapevo perfettamente che se mi fossi opposta meglio magari avrei evitato tutto quel casino. Più mi muovevo più persone incontravo, li guardavo come se loro potessero fare qualcosa per farmi fuggire da quella stanza o come se potessero darmi le risposte a quelle domande nate all'improvviso, ma i volti erano troppi e troppo diversi l'uno dall'altro. Mi sembrava di girare in tondo, di cercare l'uscita di un labirinto terribilmente contorto e quasi privo di via di fuga.

Non sarei riuscita a parlare con lui dopo quello che era accaduto, soprattutto non dopo lo schiaffo che sentivo ancora impreso nella mia mano. Non avrei voluto farlo, e se fossi stata più lucida magari non sarebbe successo tutto questo, ma l'alcol mi aveva annebbiato la mente più di quanto volessi ammettere.

Stavo cercando di ignorare l'immagine dei suoi occhi verdi che si presentava costantemente nella mia mente, quasi come una punizioni silenziosa, quando avvistai una chioma bionda a me conosciuta: il ragazzo con cui Joy stava parlando prima. Mi avvicinai a passo deciso, sperando che almeno lui sapesse dove cavolo si era nascosta quell'idiota della mia migliore amica.

"Dov'è Joy" chiesi io senza aspettare che si presentasse o che almeno ci provasse. La musica era alta, era quasi impossibile capire quello che diceva una persona a pochi centimetri di distanza, ma dal suo sguardo confuso e sorpreso fu sicura che mi aveva sentito.

"Scusa, tu sei...?" mi domandò lui accennando un sorriso smagliante che, in quel momento, non fece altro che farmi innervosire ancora di più.

"La sua migliore amica" risposi velocemente. Non avevo né tempo né voglia di fare tanti giri di parole vista la situazione, perciò il mio unico desiderio era quello di trovare l'uscita il più velocemente possibile, con o senza Joy. Fui tentata di voltarmi per controllare dove fosse Harry, ma il timore di trovarmelo dietro era tanta, così non lo feci e dentro di me sperai tanto di essere riuscita a seminarlo.

Lost In Your Eyes ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora