17. Milioni di promesse

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Punto di vista di Kim.

Dire che in quel momento avevo l'agitazione a mille sarebbe stato un eufemismo.

Per quei lunghi e interminabili minuti che ci separavano dalla casa di Harry non avevo fatto altro che pensare e ripensare alle parole che avrei potuto dire, e soprattutto a come avrei potuto farlo senza crollare davanti ai suoi occhi. Dentro di me c'era una continua lotta tra il volerlo vedere e il desiderio di scappare il più lontano possibile, quasi come un fuoco fin troppo potente. Dentro di me sentivo che il mio cuore voleva perdersi in quei due occhi color smeraldo e affogare tra quelle braccia tatuate che tanto amavo, ma un'altra parte, forse più grande e rumorosa, aveva paura di vederlo e di rendermi conto che poteva essere l'ultima volta che lo facevo. Ormai ero consapevole dei miei sentimenti verso Harry e, nonostante ormai le avessi sentite più volte, stavo cercando in tutti i modi di convincermi del tutto delle parole dette da Niall e da Joy.

Ma se non fosse stato così, se quello che vedevano loro non era la realtà?

In quel caso probabilmente non sarebbe bastato fingere che il dolore non esistesse, in quel caso non sapevo cosa avrei potuto pensare e cosa sarei riuscita a fare, ma mi costrinsi a non immaginare i peggiori scenari. In quel momento avevo bisogno di far pace con me stessa prima di ritrovarmi faccia a faccia con il ragazzo che stava cambiando la mia vita in maniera così imprevedibile, e nonostante più volte in questi giorni mi ero ritrovata a desiderare che tutto tornasse un po' come prima, non riuscivo a pentirmi di nulla, nemmeno delle lacrime che avevo lasciato rigare le mie guance. Dentro di me sapevo che quel lato pazzo e masochista avrebbe rifatto tutto dall'inizio, fin da quel primo sguardo nella discoteca che, da allora, aveva portato una folata d'aria fresca in grado di stravolgere tutte le mie sicurezze.

Mi ero persa nei miei pensieri, nella mia stessa ansia e nelle mie preoccupazioni, tanto da non accorgermi di essere ormai nel parcheggio della villa di Harry. Mi voltai verso Niall quando sentii i suoi occhi su di me e lui, leggendo le emozioni che attraversavano il mio volto, mi confortò dicendo che sarebbe andato tutto bene. Io mi limitai ad annuire e a prendere un respiro profondo prima di scendere dalla macchina. Mi sentivo pesante, quasi come se camminare si stesse rivelando improvvisamente più difficile, e le mie ginocchia parevano voler cedere da un momento all'altro. Mentre percorrevo il vialetto di sassi mi venne in mente quando, proprio qui un paio di settimane fa, Harry mi aveva chiesto di uscire. Mi scappò una risata nel momento in cui ricordai il sorriso timido sul suo volto e il mio cuore che batteva talmente tanto da farmi male. Non mi sarei mai immaginata che quella sera potesse diventare l'inizio di un qualcosa che mi avrebbe del tutto stravolta, di qualcosa che dentro di me speravo non fosse sparito.

Ci fermammo davanti alla porta d'ingresso, Niall mi guardò come per chiedermi il permesso e io annuii, limitandomi poi a guardarlo mentre suonava il campanello. Non sapevo cosa avrei fatto quando Harry avrebbe aperto la porta, forse saremo rimasti a guardarci e a lasciare che i nostri sguardi parlassero per noi, ma non ero sicura di riuscire a reggere i suoi occhi carichi di domande senza risposte. Quando sentii il rumore dei passi che si avvicinavano il mio cuore batteva talmente tanto che temevo che Niall se ne accorgesse e  senza che me e rendessi conto stavo già iniziando a torturare i braccialetti al mio polso.

Cosa potevo dirgli? Magari non sapeva nemmeno che sarei venuta e ci saremo trovati in un'ulteriore situazione imbarazzante, la quale sarebbe finita con io che cercavo una scusa per andarmene al più presto.

Quei pochi secondi sembrarono durare interi e interminabili anni, non riuscivo neppure ad alzare gli occhi sulla porta con la paura di ritrovarmi ad un punto di non ritorno. Ma non potevo scappare continuamente dai problemi, lo avevo fatto per troppo tempo e non volevo che anche Harry diventasse uno di loro. Quando, però, alla fine la porta di casa si aprì io mi costrinsi ad alzare gli occhi, facendo quasi un sospiro di sollievo quando incrociai lo sguardo confuso di Louis invece che quello di Harry.

Lost In Your Eyes ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora