46. Perfect

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Due settimane dopo

Punto di vista di Kim.

"Svegliati".

"No".

"Svegliati".

"Ti ho detto di no".

"Ed io ti ho detto di svegliarti, invece".

"Non rompere le palle, Kim".

Udendo quelle parole, pronunciate da parte di James con la voce ancora roca a causa della dormita fin troppo profonda, mi sollevai di scatto dal letto e lo guardai male. Ormai erano venti minuti che cercavo di farlo alzare dal letto dopo quello che sarebbe dovuto essere un "breve riposino", il quale però alla fine si era rivelato essere un vero e proprio coma durato ben due ore e mezza. Per quanto mi piacesse dormire, quel pomeriggio ero stranamente colma di energie e non mi andava proprio di passare la giornata a letto quando per la prima volta dall'inizio dell'università non avevo da studiare. James evidentemente non era del mio stesso pensiero visto che erano ore che ormai mi usava come cuscino umano, con tanto di bava annessa di tanto in tanto.

"Vedo che sei di buonumore da appena sveglio" ribattei io afferrando uno dei cuscini e sbattendoglielo sulla schiena. A questo mio gesto, Jay sorrise ma cercò di fare finta di nulla coprendosi il volto con una mano, senza riuscirci davvero. Ormai questa scena si ripeteva ogni pomeriggio da quando avevamo preso l'abitudine di mangiare assiema a casa sua e poi appisolarci insieme nel suo letto, il quale era nettamente più spazioso e comodo del mio. Nonostante questo, però, dovevo ammettere che adoravo questa parte della piccola quotidianità che stavamo creando, soprattutto perché era qualcosa di così naturale e pacifico che mi spingeva a desiderare altri mille momenti come questo.

"Non perdo mai la mia simpatia".

"Purtroppo, aggiungerei" dissi io alzando gli occhi al cielo.

"Ah si? - parlò lui, finalmente sollevando la testa dal cuscino - Peccato, vorrà dire che questa sera andrò in quel nuovo ristorante che tanto ti piace con qualcun altro".

"Non ti azzardare! Sono settimane che voglio andarci!" mi lamentai subito io.

"Ho la vaga sensazione che tu mi stia frequentando solo perché ti scorrazzo in giro"

"Ma non è vero... - ridacchiai io - Anche perché delle volte mi hai portato la colazione direttamente a casa".

"Sfruttatrice".

Sorrisi contro le sue labbra quando mi sporsi per zittirlo con un bacio e, non appena lo feci, avvertii una sua mano farsi strada tra i miei capelli per premere meglio il mio volto contro il suo. Lo sentii ridacchiare contro la mia bocca, mentre io schiusi gli occhi lasciandomi cullare dal suo profumo che mi avvolse esattamente come fecero le sue braccia.

"Com'è andato l'esame di storia?" chiesi scostandomi appena, in modo da poterlo guardare dritto negli occhi color nocciola ancora parecchio assonnati.

Erano giorni che non faceva altro che prepararsi per questo esame, motivo per cui oggi era il primo pomeriggio che passavo interamente a casa sua da quando era iniziata la sua sessione. La mia sarebbe iniziata tra due settimane, eppure non ero ancora stata in grado di rientrare nella vecchia routine universitaria. La mia mente si rifiutava di collaborare, tanto che ormai ogni volta che aprivo un libro con l'intento di studiare, lo richiudevo neanche venti minuti dopo con il nulla più totale che ronzava nella testa. La ripresa delle lezioni è sempre un avvenimento piuttosto tragico, soprattutto dopo un'estate turbolenta come la mia, però quest'anno era quasi come se ci fosse sempre una buona ragione per non darmi da fare come avrei dovuto e voluto.

"Tutto sommato pensavo peggio. - ammise James scostandosi un ciuffo dalla fronte con una mano - Sei ancora disponibile per studiare insieme domani mattina?".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03, 2022 ⏰

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