26. È ora di andare

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Punto di vista di Kim.

Aprii lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco quello che mi circondava, eppure mi ritrovai a chiuderli nuovamente quando la luce mi provocò una fitta alla testa. Un braccio muscoloso circondava dolcemente la mia schiena, mentre la mia testa era appoggiata su un petto definito che si alzava e si abbassava lievemente, in un gesto quasi ipnotico. Schiusi lo sguardo quanto bastava per riconoscere la farfalla tatuata sullo stomaco di Harry e la mia mano posata proprio sopra di essa. Non avevo idea di che ore fossero e per controllare mi sarei dovuta sporgere verso il telefono più vicino, ovvero quello di Harry che si trovava abbandonato nel suo lato del letto, ma non volevo rischiare di svegliarlo e impedirmi una tale visione. Mi voltai lentamente verso di lui quando un sospiro più pesante lasciò le sue labbra, trovandolo con la bocca leggermente aperta e le palpebre chiuse contornate da ciglia lunghe e scure. Il suo volto era rilassato, tanto che i suoi lineamenti solitamente definiti ora erano delicati e pari a quelli di un bambino. Era di una bellezza quasi disarmante, una di quelle che non si potevano davvero definire a parole, e se non fossi certa di essere sveglia una parte di me avrebbe sicuramente pensato di stare ancora sognando.

Inevitabilmente mi ritrovai a ripensare a come si era conclusa la giornata di ieri e, senza rendermene conto, un dolce sorriso curvò la mia bocca al solo ricordo delle labbra rosee di Harry su di me. Ogni volta che mi baciava il mio corpo smetteva di ascoltare la mente e finiva per lasciarsi completamente andare a quelle sensazioni che lui riusciva a far nascere dal profondo di me. Il tocco delle sue mani era come fuoco puro sulla mia pelle, eppure più scottava e più non riuscivo a farne a meno. Non mi riconoscevo quando ero con lui, era come se fosse in grado di tirare fuori quei lati di me che non sapevo neppure di possedere. La mia mente si svuotava da tutti i problemi che non avrei mai risolto e cercava di trovare un briciolo di ragione, la quale ormai non esisteva più nel momento in cui quegli occhi verdi si posavano delicatamente su di me.

Mi risvegliai dai miei stessi pensieri e tornai a guardare la sua espressione completamente assolta nel sonno che mai avrei voluto interrompere. Un ciuffo dei suoi capelli lunghi gli ricadeva sulla fronte, quindi delicatamente glielo scostai e gli accarezzai la guancia dove un filo di barba gli rendeva la pelle ruvida. Era talmente bello da togliere il fiato, perciò senza pensarci troppo mi avvicinai e gli lasciai un bacio a fior di labbra sperando di non svegliarlo. Quasi in un riflesso naturale, sentii le sue labbra muoversi lievemente e poi un sospiro scontrarsi con la mia pelle, facendo nascere una lunga scia di brividi su tutto il mio corpo.

Avrei potuto rimanere lì per ore a guardarlo, ad osservare ogni più piccolo centimetro della bellezza che lo caratterizzava, però la mia vescica non era d'accordo e mi costrinse ad alzarmi. Spostai il braccio di Harry e, facendo attenzione a non svegliarlo, mi alzai, uscendo poi dalla stanza per andare nel bagno al piano di sotto. Mi sciacquai il viso per togliere i residui del trucco sbavato sotto gli occhi e misi sulla lingua un po' di dentifricio visto che ieri sera non avevo avuto tempo di lavarmi i denti. Cercai di sistemarmi i capelli però erano tutti scompigliati, più del solito considerato la pioggia che avevo preso. Quando finii andai in cucina decisa a preparare la colazione per entrambi, anche se probabilmente tutto quello che sarei riuscita a fare era bruciare la casa. Cercai di ricordare la posizione dei vari utensili, però quella stanza era il triplo di quella nel mio appartamento quindi ci misi decisamente più tempo del previsto.

Nonostante tutto, però, venti minuti dopo la cucina profumava di pancakes e dell'amaro gusto del caffè che avevo fatto per Harry. Mi feci velocemente una spremuta e dopo di ché sistemai tutto sul tavolo per aspettare che il moro si svegliasse. Andai in salotto e afferrai il cellulare che ieri sera avevo dimenticato qui, non sorprendendomi notando svariati messaggi da Joy dove mi chiedevano non proprio dolcemente dove mi fossi cacciata. Risposi con un breve semplice "ti spiego dopo", sapendo benissimo che non si sarebbe mai accontentata di una risposta del genere dopo tutti i messaggi che mi aveva mandato.

Lost In Your Eyes ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora