7. Brividi

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Punto di vista di Kim.

Prima o poi avrei letteralmente strozzato Joy.

Dire che aveva insistito per farmi andare a fare la spesa sarebbe stato un eufemismo, considerato che da quando il post-sbornia se ne era andato aveva cominciato a lamentarsi del fatto che non c'era quasi nulla in cucina. A dire il vero nella dispensa c'era cibo per altri tre o quattro giorni, però conoscendola sapevo che finché non ci sarebbe stata la quantità di cibo che lei desiderava non avrebbe mollato la presa sulla questione. Sei fossi stata nei suoi panni avrei avuto anche io una fame da lupi, ero sicura che oltre all'alcool aveva rigettato anche l'anima, ma in ogni caso non l'avrei costretta ad uscire di casa quando stava per arrivare il diluvio universale. Quando avevo guardato le previsioni del tempo avevo capito che sarebbe stata una di quelle giornate da passare davanti ad una serie televisiva fin quando il sedere non avrebbe iniziato a prendere le stesse sembianze del divano, ma in ogni caso il mio programma per oggi era quello di guardarmi il resto degli episodi della serie tv che seguivo anche se fuori ci fosse stata la miglior giornata di tutto l'anno. 

Avevo scherzosamente tentato di convincerla ad uscire lei stessa di casa con la scusa che, in fondo, un po' d'aria non le avrebbe fatto di certo male, ma come da copione era apparsa una riunione "improvvisa" e nel giro di cinque minuti mi ero ritrovata a casa da sola, con una lista della spesa quasi infinita tra le mani. Una parte di me non avrebbe voluto fare nient'altro se non oziare tutta la giornata nel tentativo di recuperare un po' di forze, ma se non fossi andata in quel maledetto supermercato la mia migliore amica mi avrebbe fatta fuori con un solo sguardo, e solo al pensiero di doverla sentire lamentarsi per due ore consecutive mi spinse ad infilarmi in un paio di jeans e in delle scarpe per uscire di casa.

Mentre uscivo continuavo a ripetermi che questa era la volta buona per cambiare la serratura dell'appartamento e lasciare quell'animale di nome Joy fuori di casa. Di fatto non ne sarei stata in grado, nonostante tutto la adoravo con tutta me stessa, però molte volte quell'idea non mi dispiaceva più di tanto. In passato era stato esilarante vederla trasformarsi dalla ragazza che aveva bevuto come se non ci fosse un domani ad una che si precipitava fuori di casa a gambe levate non appena le chiedevo di fare qualcosa, anche se la conoscevo fin troppo da sapere che in realtà si sarebbe rifugiata nell'appartamento di Will a dormire beatamente, come sicuramente aveva fatto anche oggi.

Quando iniziai a dirigermi verso il supermercato, il quale non era poi così lontano dal mio condominio, feci appena in tempo a svoltare l'angolo che cominciai a sentire le gocce di pioggia colpirmi leggermente la testa. Sbuffai, alzai il cappuccio della felpa e continuai a camminare più velocemente sperando di riuscire a mettermi al riparo prima che arrivasse davvero il temporale. Ad un certo punto un altro problema si insidiò nella mia mante: come avrei fatto a portare a casa tutta la roba che Joy aveva scritto? Nella lista che stringevo tra le mani c'era abbastanza cibo da rifornire un'intero esercito, e di certo nessuno mi avrebbe aiutato a trasportare tutti quei viveri fino a casa sotto la pioggia. Riuscii a vedermi già con la faccia schiacciata contro il marciapiede bagnato, cosa che mi fece desiderare ancora di più di tornare sui miei passi fino a casa. Mi insultai mentalmente per non aver preso l'ombrello visto che i miei capelli erano già bagnati e la felpa pure, ma ora come ora la polmonite me la sarei presa in ogni caso.

Finalmente arrivai davanti al supermercato, sentivo le gambe intorpidite a causa del vento e la pioggia era diventata ancora più forte, tanto che nel tragitto avevo visto che alcune persone avevano deciso fermarsi al coperto per aspettare che diminuisse. Ai loro occhi probabilmente apparivo come una squilibrata, e non li biasimavo visto che sono una fuori di testa si sarebbe pensata di andare a fare la spesa con questo tempo. Ignorando gli sguardi confusi della gente, mi avvicinai all'entrata del negozio, ma il mio sguardo finì su un cartello attaccato al vetro:

Lost In Your Eyes ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora