11. L'appuntamento

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Punto di vista di Harry.

Quella sera, dopo che Kim se ne andò da casa mia, non riuscii a chiudere occhio e a negare una certa agitazione per quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni. Per la prima volta invitare una ragazza ad uscire si era rivelata la cosa più difficile da fare, tanto che sarebbe bastato poco per farmi tirare indietro, cosa che in passato avevo fatto raramente. Di solito non sarebbe stato difficile chiedere ad una ragazza di uscire, in altre circostanze sarebbero bastate le parole giuste, per non parlare del fatto che il successo era letteralmente una calamita che impediva chiunque a dire di no, ma con Kim era completamente diverso e non sapevo neppure il vero motivo.

Ieri, osservandola per gran parte della serata, non avevo potuto fare a meno di pensare a quanto mi piacesse averla al mio fianco. Era stupido questo mio sentimento, ma era come se quelle poche ore passate assieme a lei avessero cambiato qualcosa, che mi avessero lasciato nel petto un calore che non avevo mai sentito. In cucina, quando stava per cadere, non ero riuscito ad allontanarmi da lei neanche quando i suoi occhi azzurri erano finiti un panico che non sapevo come identificare: c'era qualcosa che mi spingeva a rimanere lì ad osservarla, a vederla perdere il controllo e a vedere il suo sguardo incerto allontanasi dal mio per via dell'imbarazzo che aveva già iniziato a colorarle la pelle. Questa sua timidezza mi incuriosiva come non mai e non riuscivo a non pensare a come i suoi occhi chiari rispecchiassero il suo umore. Per tutta la serata avevo pensato ad un modo carino per invitarla ad uscire, per chiederle di passare anche solo dieci minuti insieme, ma ogni volta che mi trovavo a dover pronunciare quelle fatidiche parole qualcosa, come in un brutto scherzo del destino, me lo impediva. Mentre parlavamo in terrazza ero troppo preso dall'osservare in silenzio il suo dolce viso illuminato dalle luci di Londra e il suo modo quasi melodico di parlare, e inutile dire che ero finito a trattenere per l'ennesima volta quelle parole che non vedevano l'ora di lasciare le mie labbra

Kim stava diventando una droga per me, avevo il suo sorriso sempre impresso nella mente anche quando non avrei dovuto e dentro di me sentivo che non ne avrei mai avuto abbastanza di vederla abbassare lo sguardo imbarazzata. Quella ragazza stava entrando nella mia vita in una maniera a me sconosciuta, come se entrambi non ce ne stessimo rendendo conto. Tra tutte le ragazze che avevo conosciuto in vita mia, lei era la prima che sentivo di dover proteggere da qualcosa che ancora non sapevo. Forse era vero, era troppo presto per chiederle di uscire, ma sapevo che se non l'avessi fatto me ne sarei pentito per chissà quanto tempo.

Questa mattina quando mi alzai dal letto sembravo uno vero e proprio zombie con quelle occhiaie, per non parlare dei miei capelli arruffati che non aiutavano di certo. Cercai in tutti i modi di pettinarli, ma quei dannati riccioli non volevano stare in ordine e iniziavo a pensare davvero all'idea di tagliarli. Molti mi dicevano che stavano diventando troppo lunghi e affermazioni del genere, però sinceramente a me piacevano così e non sentivo l'esigenza di tagliarli. Perlomeno, fino a quella mattina. Dentro di me sapevo che non lo avrei fatto davvero e che la gente avrebbe dovuto sopportare i miei capelli lunghi ancora per molto, però dovevo ammettere che mi sarebbe piaciuto vedere la reazione del mondo ad un Harry Styles privo della sua famosa e lunga chioma.

Scesi al piano di sotto in cucina e la prima cosa che notai fu il disordine in cui si aggirava Niall nel tentativo di cucinare qualcosa. Avrei dovuto aspettarmelo visto che "cucina" e "Niall" non sarebbero mai stati bene nella stessa frase. Erano nettamente superiori le volte in cui aveva quasi rischiato di incendiare casa rispetto alle volte in cui ogni cosa era andata per il verso giusto, e nonostante tutti noi avessimo cercato più volte di distoglierlo da questa sua passione non corrisposta per la cucina, lui non ci aveva mai ascoltato. Spostai lo sguardo su Liam e Louis, i quali guardavano con aria divertita il biondo imprecare animatamente. I ragazzi si erano fermati a dormire a casa mia e considerato il numero delle camere a disposizione non c'era stato nessun problema.

Lost In Your Eyes ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora