Punto di vista di Kim.
Il jet privato aveva appena concluso il decollo ed io potevo finalmente rilassarmi contro il comodo sedile che era pari ad una vera e propria poltrona reclinabile. Non appena avevo messo piede nell'aereo ero rimasa quasi a bocca aperta da quello che mi ero ritrovata davanti: c'era molto spazio, tanto da riuscire ad ospitare addirittura un piccolo divano ricoperto da vari cuscini; due notevoli tv a schermo piatto erano affisse alle pareti in modo che i passeggeri potessero guardarle senza doversi scomodare dai propri posti, mentre una piccola zona bar era stata allestita nel fondo vicino ad un bagno che, ipotizzavo, fosse altrettanto lussuoso. I ragazzi mi avevano quasi preso in giro per quella mia reazione, eppure ero sicura che anche loro avevano avuto la mia medesima espressione quasi spaesata la prima volta in cui si erano trovati su un jet privato a loro nome.
Avevo preso posto su una delle due poltrone vicino all'uscita di emergenza ed ero rimasta in silenzio a guardare fuori dal finestrino fino a quanto non ci eravamo staccati dal suolo, lasciando definitivamente Boston alle nostre spalle. Harry si era seduto al mio fianco, contro le mie aspettative avrei aggiunto, eppure non aveva fatto altro che appoggiare la testa sullo schienale e guardare il soffitto come se fosse la cosa più interessante del mondo. Sebbene avessi provato a trattenermi, contro le mie volontà mi ero ritrovata ad osservarlo con la coda dell'occhio per tutto il tempo, distogliendo lo sguardo solo nel momento in cui si era passato una mano tra i lunghi capelli e mi aveva lanciato una breve occhiata quasi per accertassi che fossi ancora vicino a lui.
Mentre eravamo all'aeroporto Niall ne aveva approfittato per venire a chiedermi di quello che stava succedendo tra me e il moro, visto che a quanto pareva era chiaro a tutti che fosse accaduto qualcosa che nessuno dei due voleva realmente affrontare. Il mio amico mi aveva suggerito di parlargli durante il volo, eppure più guardavo Harry continuare ad ignorarmi e più sentivo la voglia di risolvere scivolare dalle mie dita come dei piccoli granelli di sappia che non facevano altro che darmi quasi fastidio. Mi feriva il fatto che lui preferisse evitarmi piuttosto di affrontare chiaramente quel problema nato nel momento in cui io avevo cercato di sorvolare quello che incombeva su di me da quando il nome di mia madre aveva fatto interruzione nella mia vita, e l'idea di avviare una vera e propria discussione con lui mi spingeva quasi a chiudermi a mia volta in quel silenzio che iniziavo ad odiare. Non lo avevo mai visto comportarsi in quel modo e non sapere nemmeno come interpretare l'espressione seria che non aveva lasciato il suo volto per neanche un secondo era forse la cosa peggiore.
Mi ero appena slacciata la cintura per stringermi le gambe al petto e cercare di dormire un po' sebbene il sonno fosse l'ultimo dei miei problemi, quando sussultai leggermente sentendo delle morbide labbra posarsi cautamente sulla mia tempia per lasciare un bacio che risvegliò completamente il mio corpo. Avrei riconosciuto quelle labbra tra milioni, eppure per la prima volta sentirle sulla mia pelle mi lasciò più perplessa che mai. Aprii di colpo gli occhi, trovando il viso di Harry a pochi centimetri dal mio e permettendomi quindi di percepire il suo fiato caldo sulle mie guance; la sua mano salì fino al mio collo per accarezzare dolcemente la pelle, mentre i suoi occhi verdi e profondi come non mai si incastrarono nei miei, lasciandomi con la mente piena di punti interrogati e incertezze che avevo cercato di ignorare fino a quel momento per non crollare in un baratro che non desideravo neppure scorgere.
"Che ti è preso?" chiesi subito e quella volta fu il mio turno di scostarmi al suo tocco stringendo la sua mano, lasciandola quindi cadere sulle mie gambe.
"Niente, è che-" cercò di dire, ma io lo bloccai subito non avendo intenzione di girare intorno all'argomento come evidentemente lui sperava.
"Mi ignori da prima che partissimo. Perché?".
Harry abbassò appena lo sguardo per passarsi il pollice e l'indice sugli occhi, senza però trattenere un profondo sospiro che lasciò le sue labbra rosee. Io dal mio canto mi voltai verso di lui per vederlo meglio, incrociando come prima cosa il suo profilo perfetto ma chiaramente rabbuiato dalla lotta interna che stava avendo con i suoi stessi pensieri.
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Lost In Your Eyes ||H.S.||
FanfictionTra le sue braccia ero felice, ero finalmente convinta che la felicità esistesse. Non ci eravamo semplicemente amati: ci eravamo vissuti fino alla fine. Dopo tutto, dopo le nostre battaglie mai completate, dopo la vita che aveva cercato di dividerc...