Louis

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Ragazze mie bellissime! Come avevo già detto sul profilo, credo che wattpad sia impazzito. So che a molte di voi è arrivata la notifica di un aggiornamento, e per il disguido vi chiedo scusa, anche se non è colpa mia, giuro!
Beh, rallegratevi, questa volta è vero :)
*spoiler alert* avevo voglia di fluff, e perciò fluff avrete. Ecco.
Vi ano. Sempre e comunque e di più ogni giorno che passa.
MB
Ps: special dedication to @Boo_is_Mine, perche sì.

   Quando il fumo tutto attorno parve diradarsi, e la cacofonia di voci e grida farsi solo un'eco lontana, Edward sbatté le palpebre pesanti come macigni

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Quando il fumo tutto attorno parve diradarsi, e la cacofonia di voci e grida farsi solo un'eco lontana, Edward sbatté le palpebre pesanti come macigni. Non aprì gli occhi, non ancora, ma lasciò che il tepore della stanza lo avvolgesse e penetrasse nelle sue ossa stanche.    Fu di nuovo in grado di percepire il proprio petto che si alzava e abbassava; sentì nuovamente il formicolio che gli intorpidiva le gambe ferme da troppo tempo. Sentì ancora una volta il dolore tremendo che sembrava strapparlo in due metà, e malgrado la sofferenza, fu una piacevole sensazione.
   Quando udì distintamente dei passi, si sforzò di aprire finalmente gli occhi, lasciandosi abbagliare dalla seppur debole luce del focolare che ardeva al centro della tenda.
"Bentornato fra noi, signore."
   Una voce al suo fianco lo costrinse a spostare lo sguardo, procurandogli un delizioso pulsare alle tempie.
   Regalò un mezzo sorriso al maestro guaritore, prima di tornare a puntare le iridi verdi verso il lembo scostato della tenda.
"Lui dov'è?"
   Si stupì di udire la propria voce, così graffiante e roca, prosciugata dalla urla della battaglia. "Dov'è Will?"
   Il maestro poggiò un calice sul tavolino di legno accanto al giaciglio del cavaliere e gli sorrise di rimando.
"Proprio qui fuori, mio signore," mormorò grattandosi la lunga barba bionda, punteggiata qua e là da peli canuti, "non ha mai lasciato il vostro fianco."
   Edward si rilassò contro i cuscini, tornando a chiudere le palpebre stanche.
"Bevete questo quando il dolore si farà troppo intenso," aggiunse il maestro, indicando il bicchiere ricolmo di liquido chiaro, dall'acre profumo di semi di canapa.
   Il cavaliere annuì mollemente, muovendo appena la testa affondata fra le soffici federe di seta.
"Fatelo entrare," bisbigliò raucamente, gli occhi sempre sigillati contro la luce che li feriva.
"Ma signore, dovreste riposare-"
"Fatelo entrare. È un ordine."
   Non lo vide, ma il maestro annuì e, con un mezzo inchino, si dileguò a passo svelto.
   Tornò ad aprire gli occhi solo quando sentì un respiro sincopato avvicinarsi, e li vide, quegli occhi di liquido cristallo, brillanti come due zaffiri nel sole del pomeriggio.
"Volevate vedermi, mio signore?"
   William chinò il capo e parlò in un sussurro, le mani ossute strette in pugni.
   Edward sorrise, prima di puntare i gomiti e con un gemito di dolore, provare a sollevarsi.
"Mio signore, no, che fate? Dovreste rimanere sdraiato. Siete gravemente ferito," la voce di William si fece più squillante ed il suo viso contrito assunse un'aria di sincera preoccupazione mentre allungava le braccia per impedirgli ogni movimento.
   Il cavaliere scosse la testa, ridacchiando.
"È solo un graffio, Will," disse, tornando a sollevarsi e scivolando lungo i guanciali per mettersi seduto. Strinse i denti per celare gli spasmi che dal fianco destro si irradiavano alle membra e sorrise nuovamente.
"Siediti," lo invitò, incamerando quanta più aria poté in quel breve istante, "e raccontami della battaglia."
   Will abbassò lo sguardo, ma non protestò oltre come avrebbe voluto.
"Abbiamo vinto, mio signore," iniziò, congiungendo le mani in grembo, "il nemico ha suonato la ritirata poco prima del tramonto. Stanno rintanati dietro le mura da due giorni ormai."
   Edward sospirò, la consapevolezza di aver trascorso due intere lune privo di sensi che pendeva su di lui come un'ennesima lama.
   Il ragazzo al suo fianco si mosse nervoso sullo sgabello di legno, mordicchiandosi le labbra.
"Signore," disse con tono greve, "volevo che sapeste che sono pronto ad affrontare qualunque punizione vogliate infliggermi per aver disubbidito ai vostri ordini."
   Il cavaliere disteso lo guardò dritto in volto, non riuscendo ad impedire che due gioiose fossette comparissero sulle sue gote pallide ed incavate.
Non era trascorsa nemmeno una settimana dalla partenza di Edward, quando William aveva deciso di unirsi alla diligenza che trasportava viveri ai soldati accampati nelle gelide lande del Nord. Aveva viaggiato notte e giorno fra le provviste e gli animali pur di ricongiungersi al suo cavaliere, malgrado la promessa di aspettarlo ad Arran di ritorno dalla guerra.

The Non-So-Secret Lives of Two American TeenagersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora