Capitolo 13

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Pov's Frost
"Lo devono sapere, lo sai. Stai tranquilla andrà tutto bene fidati" mi disse malcom per rassicurarmi e passandomi una tazza di caffè.

Erano passate tre settimane e dopo averci pensato bene e aver approfondito la questione su chi sono veramente mi trovavo qui, a casa di malcom aspettando che arrivassero tutti i nostri familiari.

Ero tesa e mi sembrava sbagliato ricomparire nelle loro vite senza che mi ricordassi di loro, dopo tanto tempo che magari si sono messi il cuore in pace.

Era passata una settimana da quando incontrai il mio ex boss della cia e...

Ad un tratto suonò il campanello.

Guardai spaventata malcom e andai a rifugiarmi nell'altra stanza così che potesse spiegare prima tutto quanto a loro.

Ero dietro la parete della sala e sentì alcuni voci e la porta d'ingresso aprirsi.

"Ciao, sono felice di rivedervi.. dopo un sacco di tempo." Disse malcom con entusiasmo e preoccupazione.

"Lo so fratello anche noi siamo felici di riunirci dopo tanto.." senti dire da una voce maschile.

"Ecco.. volevo approfittare di questa cosa anche per dirvi dell'altro. E secondo me dovete sedervi. So che può essere difficile da capire e accettare quello che vi dirò ma avete bisogno di sapere." Spiegò malcom

"Che cosa?" Senti da una voce femminile.

"Ci fai preoccupare figliolo spara" disse la voce di un signore.

"Ecco.." prima che lui potesse continuare a spiegare decisi di farmi coraggio ed entrare in sala.

Tutti si girarono e mi fissarono con sguardo vuoto.

"Blake.." sentì dire dal signore seduto sul divano. Tutti mi guardarono come scioccati.

"No.. lei è frost.." disse rogan quasi insicuro mentre mi guardava.

"No, è impossibile. Ho visto mia moglie il giorno che è morta. L'ho seppellita e ho cercato per quasi dieci anni qualunque speranza che potesse essere viva davvero ma non l'ho trovata. Se fosse stata lei davvero avrebbe avuto un'altro sguardo negli occhi. È solo una donna che gli assomiglia." Disse l'uomo alto e un pó muscoloso di fianco a rogan che non mi toglieva gli occhi da dosso.

"Non ne sarei così sicuro è lei e ci soni le prove solo che è difficile da spiegare.." disse malcom indicandomi.
Io mi schiarì la voce e guardandoli uno a uno iniziai a raccontare.

"Per questi quasi dieci anni ho vissuto con la finta verità di essermi salvata per un pelo da una missione sotto copertura con la cia. Loro mi raccontarono che avevo perso la memoria in questa missione e che ero inrecuperabile. A mano a mano che passava il tempo l'unica cosa a cui mi sentivo vicina ero alle armi alle continue missioni ma mi sentivo di essere fuori posto che non fosse davvero la mia vita fino a quando non me ne andai dalla cia e indagai sul mio passato. Il mio vero passato. Vennero fuori questi document che piano piano ho collegato e sono venuta in conoscenza di essere collegata a voi di essere stata in fin di vita ma non del tutto morta e che la cia mi abbia utilizzata per i suoi scopi, siccome ero un fantasma senza identità senza memoria e senza persone a me vicine con cui potessero prendersela o ricattarmi. Tra uno di questi scopi vi è un progetto -ZIMS67- una droga che mi fecero provare ad allora scoprirono che a me non facevano gli stessi effetti collaterali che facevano agli altri agenti. Una settimana fa il mio ex capo mi spiegò che se rivolevo davvero la mia memoria dovevo sottopormi a questa droga che è stata perfezionata." Spiegai io incrociando le braccia.

"E tu quindi non ricordi nulla proprio nulla?" Mi chiese una ragazza che avevo visto nei documenti in foto.

"No.." risposi io.

"Tutto questo è assurdo.." disse un uomo slanciato e un po zoppo nel camminare.

"No invece.. " disse il mio presunto marito di cui non ricordavo il nome..

Si fece largo tra tutti e venne verso di me.

"La mia blake aveva due cicatrici una sulla spalla destra e una cicatrice di coltello sul fianco. Proprio vicina al vecchio tatuaggio delle rose." Disse lui quando fu davanti a me.

"Posso?" Mi chiese con quegli occhi quasi ipnotici. Io annuì e mi lasciai scoprire la spalla destra.

Mi sentì accarezzare la pelle fin quando non sentì più nulla.

"Allora?" Parlò malcom per tutti.

Io tirai su un po la maglietta e feci vedere l'inizio di quel tatuaggio.

"Mamma.." mi sentì dire da una ragazza con gli stessi occhi del padre rogan prese per mano la ragazza e vennero verso me e l'uomo che mi sfiorò poco prima la spalla.

Questa mi prese le mani e sorridendomi con le lacrime mi disse "ti aiuteremo a recuperare la memoria."

"Tutti noi la aiuteremo. Saremo davvero riuniti questa volta." Disse il signore seduto sul divano.

"I miei figli finalmente sono tutti davanti a me e ora anche la mia unica figlia." Disse lui con occhi lucidi.

Io mi sentì colpita e provavo tenerezza per tutte queste persone che un tempo erano la mia famiglia e ho bisogno di ritornarci a farne parte.
Passammo la giornata a parlare e mentre gli altri raccontavano vecchi ricordi di famiglia che mi appartenevano una volta io iniziavo davvero ad avere speranza.

Speranza di riprendere in mano la mia vita con la vera me stessa e non come ora... l'involucro di una donna vuota e non in grado di provare vere emozioni.

Ma ora era diverso tutti loro iniziavano a scaldarmi quel cuore di ghiaccio che pensavo fosse inesistente.

THE BAD LOVE 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora