Capitolo 6

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Per tutta la notte non sono riuscito a chiudere occhio.

Pensavo ancora a quel fascicolo, a quella donna ma sopratutto al fatto che lei fosse come un fantasma e non esistesse, con l'unica differenza che invece lavora per la C.I.A. ed è un'agente.

Jane Frost non risulta in nessun database.. decisi di alzarmi dal letto facendo attenzione a non svegliare vicky e uscire dalla stanza per andare nel mio studio.

Scesi le scale e presi la chiavetta usb che avevo nella giacca appesa nell'appendi abiti all'entrata.

Aprì la porta dello studio e andai alla scrivania mi sedetti alla mia poltrona e accesi il portatile inserendo la chiavetta.

Cercai di guardare qualsiasi informazione o qualunque cosa che potesse portarmi ad una pista.. ma proprio quando mi stavo arrendendo trovai una specie di indirizzo anche se non ne ero sicuro...

Sul fascicolo non vi era ma nel database vi erano numeri e parole sconnesse che mi facevano pensare ad un'indirizzo, presi un post-it e provai a scriverlo e proprio come pensavo non mi sbagliavo.

"Ehi amore che ci fai ancora sveglio?" mi sentì chiedere dalla voce e gli occhi assonnati della mia donna.

"non riuscivo a dormire.. così sono venuto a risolvere qualche cosa di lavoro. Vai a letto tesoro devi riposarti." dissi io dolcemente e guardandola con tenerezza.

La vidi imbronciarsi per poi dirmi "vado a dormire solo se vieni anche tu. Non riesco a dormire senza te."

Io sorrisi e mi alzai dalla poltrona e camminando verso di lei le presi il viso e le diedi un bacio intenso che diventava sempre più passionale. Lei si staccò da me arrossendo e sorridendo io spensi la luce dello studio e prendendole una mano andammo verso la camera da letto.

Per me era tutto quella donna. Se avesse avuto bisogno di qualsiasi cosa non avrei mai esitato.

Da quando c'era lei nella mia vita, vi era anche la speranza e dopo la morte di mia madre credevo di averla persa e invece era il contrario.

***

Pov's Frost
"Ne vuoi ancora? " mi chiese Jim riferendosi all'ennesimo bicchiere vuoto.

Ero in un pub dietro casa che bevevo ormai come una spugna.

Jim mi conosceva molto bene e sapeva che io non avevo limiti e non avevo bisogno di rimproveri sul bere. Così annuì e mi feci versare ancora del jack daniel.

Avevo perso il conto dopo il quarto drink...

La mia lingua era intorpidita a causa dei troppi drink ed ero messa davvero male..

Mi alzai dallo sgabello barcollando e per sbaglio andai addosso ad una ragazza.

La solita ragazza di plastica e puttanella ovvio.

"ehi puttana guarda dove vai.." mi sentì dire mentre stavo andando verso l'uscita.

Rimasi li impalata quando sentì quella parola.

Mi si gelò il sangue solo a sentire la P di quella parola.

Vi era silenzio in quel momento vi era solo la musica la gente stava già iniziando a guardare.

Mi misi a ridere e mi girai verso la ragazza che aveva l'espressione sorpresa e il drink in mano.

"Scusa, che hai detto?" Le chiesi io guardandola con sguardo sia divertito e contrariato.

"Che devi stare a tenta quando cammini" disse lei balbettando.

"Hai detto anche qualcos'altro. Dillo" la incitai io.

"Che sei una puttana" disse lei più convinta.

Io camminai verso di lei cercando di non barcollare e quando fui davanti a lei sorridendole gli presi il drink da mano e portandolo alla bocca sempre guardandola buttai giù il liquido velocemente.

Era vodka e la sentivo bruciare mentre mandavo giù.

Sapevo che la gente stava guardando la scena ma a me non fotteva un cazzo.

Posai il bicchiere sul tavolo di fianco e guardandola negli occhi gli dissi " sai a me la puttana sembri tu, ma sai io con la plastica non perdo tempo" indicandola da testa a piedi.

E poi dandole le spalle e andando verso l'uscita mi sentì dire ancora
"Povera vecchia troia"

Prima che potessi ritornare indietro fui trascinata fuori da non so chi.

Un tipo alto e molto probabilmente più grande di me, mi mollò.
Era un bell'uomo.

"Blake?" Mi disse lui scioccato.

Io lo guardai stranita e feci segno di no con la testa barcollando.

"Ti sbagli sssonoo..." e poi svenni.

***
Cazzo che mal di testa atroce..

Guardai l'orario e vidi che erano le 10 del mattino..

Fortunatamente dovevo andare a lavoro oggi pomeriggio.

Mi guardai intorno e capì di non essere a casa mia.
Cazzo.. mi alzai e vedendo la giacca appesa alla sedia mi alzai dal divano e facendo attenzione a non fare casino camminai a piedi scalzi verso la sedia.
Tirai fuori la pistola e sentì dei passi dietro di me.

Mi girai in tempo puntando la pistola all'individuo davanti a me.

"Ohhh calma.. non voglio farti del male.." disse lui con occhi cristallini.

"Chi sei e che ci faccio qui?" Chiesi io guardandomi intorno ma tenendolo ancora sotto tiro.

" ti ho salvato il culo ieri quando sei svenuta sbronza nel pub di Jim. E io sono malcom. Ti avevo scambiata per una persona e poi mi sei svenuta davanti.. sai sei molto simile ma allo stesso tempo diversa da lei." Disse lui perdendosi nelle sue considerazioni.

Abbassai la pistola e la misi dentro i jeans andai verso il divano e mi infilai gli anfibi neri.

"ti ringrazio ma ora io vado." Dissi io alzandomi e mettendomi la giacca.

"Dopo che ti ho salvato il culo te ne vai come se nulla fosse?" Mi chiese lui con voce profonda e triste.

"Si che ti aspettavi, scusa?" Chiesi io mettendomi gli occhiali da sole.

"Nulla.. vai" disse lui più sicuro.
Io annuì e lo salutai con la mano uscendo da casa sua.

Chiamai un taxi e mi feci portare a casa. Dio che male atroce alla testa...

***
" lo sai che questo weekand abbiamo il pranzo da tuo padre insieme a tutta la famiglia. Quindi vedi di non portarti del lavoro anche in quel giorno" mi disse vicky con rimprovero.

Io sorrisi e salutandola riattaccai la chiamata.

Durante il giorno la chiamavo spesso quando riuscivo, per sentire se stava bene o se andava tutto bene.

Tra un po sarei diventato papà e mi sarei presa qualche settimana di "riposo" diciamo.. per prendermi cura di lei e della mia piccola.

THE BAD LOVE 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora