capitolo 2

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Dopo aver ripensato a lungo alla mia adolescenza frastagliata decisi di iniziare a prepararmi, mi misi su un tubino nero, attillato nei punti giusti, sì, quel vestito copriva il mio corpo, ma la mia anima era lì, in ottima visibilità per chi aveva voglia di farla soffrire, la paura si faceva sempre più forte, e prima di rendermene conto iniziai a tremare, senza perdere altro tempo uscii di casa cercando in tutti i modi di evitare mia madre che fortunatamente era a cena con Marco il suo fidanzato, non mi stupii del fatto che non mi avesse avvertito, non era una novitá, lo faceva sempre da quando papà se ne era andato.
Scesi le scale e ritrovai Nicolò davanti alla porta di ingresso con un mazzo di rose:'Buona sera principessa' mi salutò lui allungandomi la mano per farsela prendere.
'Hey' risposi
'Perchè hai pianto?' Mi chiese.
Io cercai in tutti i modi di evitare il discorso,ma lui voleva saperlo davvero e insistette, non ero abituata a avere qualcuno che si preocupasse veramente per me, era una novità, ma non volevo spiegarli perché allora mi limitai a dire:'La vita ce l'ha con me'
'Non è vero, ti sta solo mettendo alla prova.'
'Per capire cosa? Che faccio schifo? Che non reggo le sue sfide? Con non sono alla sua altezza? Che cazzo di risposta è, tutte queste cose le so già.'
Lui si allungò verso di me e cercò di parlare d'altro:'Dove vuoi andare a mangiare'
'Ecco, vedi?' Risposi io con tono scocciato 'Anche tu non sai cosa rispondermi, non hai idea del perchè mi stia succedendo tutto questo, non è serata, voglio tornare a casa.' E poi senza ripensarci un attimo mi voltai e entrai nel palazzo, non lo salutai neanche, non avevo voglia di vedere cosa avevo combinato alla felicità di Nicolò, a come l'avevo rovinata, a come l'avevo ridotta a un niente, a come, senza volerlo, l'avevo annullata come facevo sempre anche con la mia.
Salii le scale alla velocità della luce e intanto lui cintinuava a stare davanti al'ingresso ,mi aspettava e avrebbe apettato ancora e ancora, sarebbe stato lì ore e ore, non voleva abbandonarmi, e non lo avrebbe fatto, lì fuori, al freddo, con un mazzo di rose e con il suo ciuffo ormai spettinato, mi aspettava e io intanto ero di sopra a piangere e a capire cosa mi stava succedendo, fregandomene altamente di lui,ma no, lui non cedeva, continuavo a osservarlo dalla finestra di camera mia, non si sarebbe mosso di li fino a quando non sarei scesa io, era l'unica cosa che desiderava, ma non avevo intenzione di assecondarlo.
Presi un foglio e iniziai a scrivere
Bologna, 13/02/15
Caro Tom?
Sì Tom mi piace come nome, ma lo preferisco con la lettera minuscola, quindi riniziamo.
Caro tom con la T minuscola,
Oggi voglio esprimerti il mio odio verso le persone in generale, prima di tutto vorrei non ringraziarti per non avermi mai scritto una lettera fino ad ora, ma infondo che colpa ne hai tu? Sei solo un personaggio inventato da me per chi sa quale motivo, forse per scrivere come mi sento, ma allora non sarebbe una lettera, ma un diario, e poi Tom chi sarebbe?, ripetiamo tutto da capo.
Cara Lisa del futuro, sì, così va molto meglio, scriviamo alla Lisa ventenne come si sentiva alla mia etá, chissà se poi un giorno mi risponderà.
Comunque, Cara Lisa ventenne, devi sapere che la vita alla mia età non è facile, sopratutto se come me, cioè come te, si vabbeh hai capito, sopratutto se come noi non c'è una figura paterna e una materna, mi faccio schifo e non so il motivo, mi viene da vomitare,ma sicuramente se mi portarebbere un hamburger lo mangerei senza pensarci due volte, poi mi lamenterai perchè sono ingrassata e mi metterei a piangere, e non ne uscirei più.
Sai devi sapere che sono molto lunatica, cambio umore da un momento all'altro anche se non è successo niente, tengo anche a chiudermi in me stessa, è dalla terza media che mi succede, da quando è scappato papà non sono più la stessa, prima odiavo le persone come me, e ora sono diventata una di loro, una fotocopia uguale a tutte le altre, senza nulla per cui distinguermi dalla massa di tutti questi stupidissimi adolescenti che preferiscono guardare lo schermo di un telefono piuttosto che andare a fare un giro e godersi lo schermo della vita.
Spero che tu invece sia riuscita a finire il tuo libro e che perlomeno abbia fatto il giro del quartiere, poi la protagonista l'hai chiamata Francesca? O hai tenuto il nome Letizia? A dirti la verità io preferisco Letizia, lo volevo cambiare solo perchè credevo che agli altri non piacesse, ma a 'sto punto è il nostro libro e deve piacere prima di tutto a noi.'
Appoggia la penna, quasi mi sentissi un peso in meno, poi presi il mio computer e finii il quarto capito del mio 'Libro' se così possiamo definirlo, spensi la luce e senza accorgermene il sonno cadde lento su di me, non feci nemmeno in tempo a togliermi il vestito e a mettermi un pigiama, intanto Nicolò era ancora lì e ci sarebbe stato ancora ancora per molto, vegliava su i miei sogni, cercando di sconfiggere i mostri che si intromettevano tra di me e tra il mio mondo immaginario della notte.

C.on T.e O.vunque Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora