capitolo 8

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Non sono mai stata una di quelle persone coccolone e a dirla tutta, di tanto in tanto, mi veniva la strana e perversa voglia di ricevere affetto, non lo davo a vedere, ma ne avevo bisogno, il problema é che a quel tempo non sapevo da chi farmele fare, mia madre non me le avrebbe fatte, tutte le attenzioni le riservava per quando sarebbe arrivato l'altro figlio, non avevo intenzione però di chiamarlo 'il rovina famiglie', perchè la nostra famiglia si era rovinata molto prima del suo arrivo, si era rovinata quando papà se ne era andato, quando Carlotta era scappata, quando, mia madre, inconsapevolmente ha scelto di non esserci più per me.
Quella sera avevo bisogno di stare almeno per un attimo bene, chiamai Nicolò e gli dissi di venire a dormire da me, lui però rispose che non poteva:'Mi diapiace Li', sono a cena da mia nonna, non posso venire.' Era la sua scusa, chissà se era vero, ne dubitavo, ma non ero in vena di litigare, quindi mi limitai a dire:'Capisco, fa niente.'
Invece no,non era vero, faceva, faceva eccome, avrebbe reso per almeno un attimo questa giornata di merda, una giornata decente.
Mi buttai sul letto, senza fare troppo caso in che punto sarei caduta, appoggiai lentamente la testa sul cuscino, e ancora più piano iniziai a piangere, le mie lacrime erano soffocate, quella notte non riuscii a dormire, troppi pensieri, troppi sbagli, troppa sofferenza, e poche persone a cui io importavo davvero.

C.on T.e O.vunque Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora