Capitolo 1

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Mi ritrovo davanti alla casa del mio ragazzo con la mia valigia preferita: quella rosa con i fiori, che fa tanto Barbie. Mi trovo davanti alla sua porta di casa, a parer mio troppo grande per farci passare una sola persona. A volte penso che i suoi genitori l'abbiano fatta apposta, solo per poter farci passare due persone che si tengono per mano contemporaneamente.
Comunque, la porta chiusa, lì, davanti a me, mi mette solo ansia e non ho la minima idea di quello che potrei fare, per il mio bene e per il mio futuro. Sto pensando di bussare alla porta e aspettare che qualcuno venga a vedere chi è che bussa o che qualcuno mi apra.

Beh, forse, per capirci qualcosa di quello che sta succedendo, credo che sia il caso di partire dal principio.
Mi chiamo Mara Andreini e ho 16 anni. Frequento il terzo anno di una scuola superiore in un paesino dimenticato da Dio. Frequento un istituto tecnico. Faccio AFM (per chi non lo sapesse, equivale a ragioneria). Ebbene sì, io faccio ragioneria: voglio essere un ragioniere. A scuola vado abbastanza bene, ho la media del sette in tutte le materie, per ora, quindi posso avere dei crediti. Il mio aspetto fisico non è un granché, a mio parere, ma rimango comunque dell'idea che le ragazze stanno bene senza tutti quei chili di trucco. Se una ragazza si trucca tanto può essere per due motivi: il primo è che vuole farsi vedere e vuole essere appariscente, quindi si noterà subito dal suo modo di vestire; il secondo è che non si sente bella e all'altezza delle altre ragazze.
Per il primo motivo, bastano un paio di malrovesci e si sistema tutto. Per il secondo motivo serve solo qualcuno che possa amarla con tutto sé stesso. Questa è la mia teoria.
Comunque, dicevo, la mia situazione famigliare è alquanto particolare. Io non ho un padre. Le mie mamme sono lesbiche ed io sono il frutto di un'adozione di quando ero molto piccola. Infatti io non ricordo di aver mai visto un orfanotrofio. Ho preso il cognome dalla mamma che è rimasta più tempo con me quando ero più piccola, perché non aveva un lavoro stabile e quindi rimaneva spesso a casa con me. Lei è Anastasia Andreini. È giovanissima, ha 36 anni. È alta, magra, occhi marroni e i capelli sono lunghi e di un color castano chiaro. A parer mio è bellissima. È dolcissima e molto socievole. Perfetta direi. O almeno così sembra, finché io non combino qualche cazzata. Quando si incazza è meglio che te ne vai perché si "trasforma". Diventa una bestia, metaforicamente.
L'altra mia mamma si chiama Lucrezia De Lucia. Lei è un po' il "padre" di famiglia. È alta, robusta con le spalle larghe, come una nuotatrice. È bionda con gli occhi verdi. È una persona autorevole e non è molto socievole. La sua teoria è che non esistono gli amici: non si fida di nessuno. Lei non si arrabbia mai, o almeno, non alza mai la voce contro di me, né contro nessun altro. Loro sono una l'opposto dell'altra e ancora non riesco a capire come siano riuscite a stare insieme. Essendo nata in una famiglia alternativa io non sono né omofoba né razzista, tranne se si tratta degli ignoranti. Lì divento cattiva. Comunque, io sono un mix delle mie mamme. Io sono testarda, poco socievole e acida, ma se superi questa barriera e vuoi conoscermi, divento un "Cupcake". Divento dolce e carina e coccolosa.
Non ho mai provato a cercare i miei genitori biologici. Le mie mamme mi dicono sempre che io posso fare quello che voglio e non si permetterebbero mai di impedirmi di vedere i miei genitori. Ma io ho deciso di non provarci nemmeno. Non sono una codarda, è solo che se loro mi hanno data in adozione vuol dire che non mi volevano, quindi mi sembra inutile provare a cercarli. Non sono pessimista: sono realista.
Non ho fratelli né sorelle e non ho animali domestici, a meno che io non possa essere considerata tale. Io sono una persona ripetitiva e abitudinaria. Faccio sempre le stesse cose agli stessi orari. Da molte persone vengo ritenuta strana per questo. Infatti è uno dei tanti motivi per qui io non parlo molto con la gente.
A scuola sto sempre seduta con la schiena dritta a tutte le ore, zitta e ferma. Prendo gli appunti, ma non interagisco mai nella lezione, a meno che non me lo chieda l'insegnante. Molti miei compagni di classe mi chiedono come faccia a stare così, ma per me è naturale. È come se io chiedessi a loro perché parlano sempre durante le lezioni e perché si sdraiano sul banco anziché stare con la schiena dritta.
Potrà sembrare strano, ma io ho delle amiche. Solo tre a dir la verità. Ma a me bastano. Ho sempre vissuto senza amiche, ed ora averne addirittura tre, lo considero un lusso. L'unico che posso permettermi. Loro sono Milena, Ylenia e Sara. Sono persone adorabili. Siamo il gruppo dei Cupcake e delle shippers. Noi shippiamo tutti con tutti. Quindi attenzione a chi abbracciate: il gruppo delle shippers è sempre lì pronto a stalkerarvi e shipparvi.

Pi Greco πDove le storie prendono vita. Scoprilo ora