Capitolo 14

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Quel fine settimana decidemmo di trovarci a casa sua. Disse che aveva un favore da chiedermi e la cosa mi metteva ansia. Quando arrivai lì, mi fece entrare nella sua stanza. C'erano fogli sparsi ovunque, anche a terra, e il letto era stra pieno di libri. Sulla scrivania c'erano un computer e un proiettore. Sulla parete opposta era proiettata il desktop del suo computer. Spostò dei libri dal letto e mi disse:<<Siediti qui>>. Mi sedetti. Era inquietante vederlo in quello stato: tutto indaffarato a fare cosa che a parer mio non avevano senso. Più lo guardavo e più mi metteva ansia. Comunque, dopo qualche minuto passato così disse:<<Allora. La cosa è semplice. Con questo cronometro devi dirmi quanto tempo impiego ad esporre la tesina, dal momento in cui inizio a parlare al momento in cui appare l'ultima slide. Nel frattempo che parlo, devi dirmi se riesci a leggere ciò che c'è scritto nella slide prima che io passi alla successiva. Tutto chiaro?>>.
<<Sì>> dissi accompagnando la voce con un cenno del capo prendendo in mano il cronometro rosso che continuava a sventolare ovunque.
La sua presentazione durò venti minuti; le slide erano chiare e si riusciva perfettamente a leggere tutto quello che c'era scritto. L'argomento era l'Afghanistan. Parlava delle guerre, del velo, della jihad, il tutto accompagnato da immagini che colpivano nel segno.
Era evidente che aveva impiegato molto tempo per farla.
E fu solo in quel momento che mi resi conto che manca circa una settimana alla fine della scuola: ma dov'ero stata in tutto quel tempo?!
Comunque, mi disse che avrebbe avuto il primo esame scritto nove giorni dopo la fine della scuola. In comune accordo, decidemmo di non vederci per un po'. Lui era stressatissimo e non c'era modo di farlo calmare. Le uniche volte in cui mi chiamò era perché gli serviva una mano per la presentazione e, ogni santissima volta, cronometravo il tutto e leggevo e rileggevo sempre le stesse cose.
La scuola finì e, quando arrivò il giorno dell'esame orale di Andrea, sapevo tutto persino io. Quello pomeriggio, alle 16:30, mi recai a scuola per sentire il suo esame. Appena arrivai lessi in bacheca la classe in cui si sarebbe tenuto l'esame; poi mi misi a girovagare per la scuola fino trovare l'aula.
Appena arrivai davanti alla classe, la porta era chiusa perché i professori stavano discutendo dell'esame di una ragazza.
Non feci in tempo ad andare a salutarlo che la porta si aprì e un professore che non avevo mai vista lo chiamò per entrare. Dopo di lui, entrarono un gruppetto di ragazzi, tra cui la mia carissima "amica" Slash. Io li seguii ed entrai. La stanza sembrava molto più grande con i banchi posti a ferro di cavallo. La commissione, posta in quel modo, metteva un sacco di ansia. In mezzo a quel ferro di cavallo, c'era un banco, sui cui erano appoggiati un computer e il proiettore. Luca inserì la sua chiavetta USB nel computer e aprì la sua presentazione della tesina. Appena iniziò a spiegare, l'uomo che era venuto a chiamarlo, fece partire il cronometro: da questo capii che era il presidente esterno della commissione. Dopo venti minuti in cui Andrea parlava ininterrottamente, apparì la slide con su scritto:"FINE". Tirò un sospiro di sollievo. A quel punto il presidente di commissione gli fece un paio di domande e gli fece vedere le prove scritte. Dalla sua faccia dedussi che erano andate bene.
Alla fine, quell'uomo ci invitò gentilmente ad uscire dall'aula. Appena chiusero la porta, tutti i ragazzi che erano entrati con me si "tuffarono" su di lui e lo abbracciarono e gli diedero pacche sulle spalle. Non potevo non sorridere in quel momento. Io rimasi in disparte perché non mi sembrava giusto interrompere quel momento di gioia. Così, aspettai che lui si accorse della mia presenza. In quello stesso momento in cui Andrea mi vide, Slash gli prese la mano chiedendogli di andare a fare un giro, ma lui strattonò il braccio, come per togliersela di dosso e mi venne incontro. Mi abbracciò a rimanemmo in quella posizione per un tempo infinito e che mi faceva sentire a casa. Mi diede un bacio, poi mi prese la mano e mi chiese se volevo andare a fare un giro con i suoi amici. Non potevo dirgli di no e fare la guastafeste di turno. Così, a malincuore, andai con loro a mangiare un panino. Andammo in macchina e Andrea si offrì di accompagnarmi lui con la sua macchina. Non ricordo da quanto tempo ce l'avesse. Comunque, come se la sfiga non bastasse, Slash venne con noi. Mentre loro due parlavano beatamente dei loro cazzi, a me venivano in mente dei flash di ricordi. Uno in particolare risaliva al saggio che si era svolto qualche giorno prima e Andrea, assieme alle mie amiche, era venuto a vedermi. Alla fine del saggio, delle signore mi avevano detto che ero brava e a me ha fatto molto piacere. Un'altra cosa che non mi scorderò mai è quando lui mi ha baciato lì, di fronte a tutti ed una bambina, avendoci visto, ha iniziato a farci delle domande a caso e non noi sapevamo se ridere o cos'altro.

Pi Greco πDove le storie prendono vita. Scoprilo ora