Capitolo 22

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Lo saluto con la mano, sorridendo con un sorriso più finto delle tette delle star. Guardo mia mamma e le faccio un segno col capo. Lei capisce subito e parte, lasciandoci Andrea alle spalle; poi la casa e infine la città. L'unica cosa che posso fare, in questo momento, è ascoltare la musica, chiudendomi in un mondo tutto mio. Infilo le cuffie nelle orecchie e sblocco il telefono. Appena faccio partire la musica tutto sembra diverso: mi sempre tutto più bello quando c'è una canzone di sottofondo. Non so per quale motivo, ma è così. Non so come, ma mi ritrovo a scorrere tra le immagini della galleria del mio telefono e vedere le foto mie di Andrea mi fa sentire svuotata. È come se avessi appena perso una parte di me. È questa la cosa peggiore: non provi niente! Non senti rabbia, non è nemmeno tristezza, non riesci a piangere: sei solo svuotata completamente di ogni emozione. Lui è la causa dei miei problemi. Nonostante tutto questo, non riesco a non pensare a lui e di come sarebbe ora la mia vita se non l'avessi conosciuto. Lui mi è entrato nel profondo, si è stabilito nel mio cuore e più ne hai e più ne vuoi. È come una droga: l'unica differenza è che lui è legale.
Sapete una cosa? Per certi versi, io me l'aspettavo che sarebbe finita tra me è lui: è così, era inevitabile. Niente è per sempre, niente dura all'infinito; non so perché insegnano tutte ste stronzate ai bambini. Forse, è perché alle persone piace l'idea che tutte le cose belle siano infinite, anche se solo pochi comprendono che nulla è infinito al corpo, ma tutto è infinito all'anima. È complicato da spiegare, spero che mi capiate. Ma, io la penso così. Non sono una persona pessimista, sono solo realista!
Una volta, le mie amiche mi hanno detto:" ei una persona allegra e solare anche quando c'è la luna". Sì, come battuta è pessima, ma, se potessero vedermi in questo momento, si rimangerebbero quelle parole. Sono appena partita e già mi mancano. Devo smetterla, altrimenti scoppierò a piangere di nuovo.
Ora che cambio città, avrò nuovi vicini, nuova scuola, nuovi amici: tutto nuovo. Così, ho deciso di presentarmi come la "vecchia" Mara, quella persona allegra e solare anche quando c'è la pioggia. Mi sono sempre sentita così, ed ora che è crollato tutto non mi riconosco più.
<<Mara, siamo arrivati>> dice Anastasia con un sorriso distogliendomi dai miei pensieri. Scendo dalla macchina e aiuto le mie mamme a portare le cose nella nuova casa: è grande come la nostra vecchia casa, ma è più vuota ed è più triste.
Dopo aver messo a posto gli scatoloni, salgo in camera mia. Mi affaccio alla finestra e mi guardo attorno: non riconosco niente intorno a me. È un posto nuovo e mi sento persa.
Comunque, il tempo di riordinare alcune delle mie cose, che mi sento stanca e vado a dormire.
I giorni sono passati in fretta e settembre è già arrivato. La casa è tutta in ordine, ma Sara, Milena e Ylenia non hanno ancora avuto modo di venirmi a trovare. Tra poco inizierà la scuola ed io sono in ansia perché non so come comportarmi. Qualunque cosa accada, cercherò in ogni modo di nascondere la pancia, perché per adesso è fattibile, dato che si vede poco: il problema sarà quando arriverò al termine.
Lo nascondo perché molti non potrebbero capire. Ed io non voglio che una cosa così importante per me fosse banalizzata da persone banali come loro.
Ma di questo non voglio occuparmene ora dato che è ancora presto.
I giorni passano sempre veloci senza che te accorga.
È il mio primo giorno di scuola nella nuova città. Ora sono in 4A. Decido di mettermi una felpa leggera, dato che fa ancora caldo, e un paio di jeans. La felpa è un po' aderente ma non penso che si veda la pancia. Ad accompagnarmi a scuola è la mia mamma Anastasia, che si raccomanda di farmi dei nuovi amici.
Appena metto piede a scuola si vede una netta distinzione tra gli studenti: la prima cosa che ho notato sono state le troiette perché gironzolano attorno ai ragazzi più carini lasciando intravedere cose sotto i vestiti: che scena orribile! Dall'altro lato ci sono i fighetti, i ragazzi a cui sbavano dietro le troiette, per intenderci. Da un'altro lato ci sono i secchioni che sono sempre vittime di bullismo e la cosa è evidente. Questa scuola non fa per me. L'ho capito subito dal primo giorno. Ho paura di scoprire a quale categoria faccio parte.

Pi Greco πDove le storie prendono vita. Scoprilo ora