Capitolo 20

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Lo ammetto, versai qualche lacrima al pensiero di non rivedere mai più la mia casa. Ci ero molto affezionata. In quel periodo ero un po' giù e non riuscivo a smettere di piangere per ogni cosa che mi succedesse.
Erano le 14 quando salimmo in macchina e decidemmo di partire.
<<Mamma>> dissi io <<prima di andare posso salutare per l'ultima volta le mie amiche?>>.
<<Certo tesoro!>> ripose Anastasia, anche se era Lucrezia che guidava. Avevo comprato tre cuscini con stampata sopra una nostra foto. Avrei potuto regalarglielo il giorno precedente, ma volevo vederle un'ultima volta. Passai prima a casa di Milena, che era più vicina alla mia. Appena suonai il campanello sentii la sua voce proveniente da una stanza dire:<<Sto arrivando. Un momento!>>. Non potei fare a meno di sorridere. Lei era così, sempre impegnata a fare qualcosa senza un attimo di pausa ed ero sicura di averla disturbata, anche se non lo voleva ammettere. Appena sentii la chiave girarsi nella serratura, ammetto, mi salii l'ansia perché non volevo piangere di nuovo.
Non appena la vidi, in pigiama, mi scappò una risata. Le diedi il cuscino e le dissi che sarei partita in quel momento. La abbracciai un'ultima volta. Non riuscii a trattenermi e qualche lacrima mi scese sulle guance ed arrivai a bagnarle la maglietta. Tornai in macchina e ci salutammo ancora con la mano, come fanno sempre i bambini.
La fermata successiva era a casa di Sara. Suonai il campanello e, stranamente, mi aprii il suo fratellino. Mi aprì la porta e mi disse:<<Sta dormendo>> mi fece entrare e gli chiesi se potevo svegliarla io. Mi aprii la porta della loro stanza come segno di approvazione ed entrai silenziosamente. Mi avvicinai a lei e iniziai a muovere il letto per svegliarla dicendo:<<Alzati dormigliona! Ti sembra il caso!>>. Si svegliò di soprassalto. Ammetto che era divertente vederla incazzata. Poi le passò tutto quando le diedi il cuscino. Mi abbracciò. Prima di andarmene disse:<<Ci rivediamo presto stronzetta. Non fare cagate mentre non ci sono. E già che esci, spegni la luce e chiudi la porta grazie>>.
<<Okay capo>> dissi sghignazzando e facendo come mi aveva chiesto. Questo "arrivederci" (chiamiamolo così perché chiamarlo "addio" suona male, anche se è reale, e la gente non vuole sentire la verità) non è stato particolarmente doloroso perché Sara cerca sempre di evitare le cose tristi. Ha una specie di dono, in questo senso. L'ultima tappa era a casa di Ylenia. Al citofono, sta volta, rispose sua madre, la quale mi disse che la mia amica sarebbe scesa subito. Vidi Ylenia arrivare sbuffando: dedussi che aveva appena litigato con sua sorella, come al solito. Ormai ero diventata brava a riconoscere la faccia da "ho appena litigato con mia sorella, sono incazzata, non rompere le palle, ciao". Non era una novità. Comunque, mi fece ridere il modo in cui inciampò goffamente mentre stava camminando. Non so esattamente come abbia fatto, forse è inciampata nei suoi stessi piedi o in qualcos'altro. Resta il fatto che risi talmente tanto è talmente forte che un vicino si affacciò dalla finestra per dirci di fare meno casino. A quel punto smisi di ridere e diedi anche a lei il cuscino. Lo guardò per un po' come se non capisse cosa ci fosse raffigurato e a me veniva da sghignazzare. Dopo, ci abbracciammo e tornai in macchina dalle mie mamme.
Quella separazione dalle mie amiche era frustrante e temevo di non farcela senza di loro.
<<Mamma>> dissi io, una volta che ripartimmo in macchina.
<<Sì Cara?>> rispose Anastasia.
<<Più l'altra mamma>> dissi io ridendo e poi aggiunsi:<<perché sta guidando lei>>. Anastasia sorrise e Lucrezia mi guardò dallo specchietto come per dirmi di parlare.
<<Avrei un altro favore da chiederti...>> dissi con incertezza.
<<Dimmi tutto>> rispose lei rimettendo gli occhi sulla strada.

Pi Greco πDove le storie prendono vita. Scoprilo ora