Capitolo 6

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<<Un paio di ore fa ho avuto la lezione di chimica>> dissi io introducendo il discorso.
<<Wow. E di cosa avete parlato?>> rispose lui.
<<Legami>>
<<Figata! Sono semplicissimi>>. Io scoppiai a ridere.
<<Perché ridi?>> disse lui.
<<Perché non ci ho capito niente>> risposi.
<<Te l'ho detto. Se ti serve una mano, ti posso aiutare io>>. Abbassai lo sguardo, imbarazzata dalla sua richiesta. Non mi piace chiedere aiuto. Penso di riuscire a cavarmela da sola.
Lui, notando il mio imbarazzo, disse:<<A proposito di chimica...non mi hai ancora detto quanto hai preso nella verifica dell'altra volta...>>. Il mio imbarazzo cresceva sempre di più.
<<Cinque>> dissi quasi sussurrando.
<<Senti, facciamo una cosa. So che non ci conosciamo bene, anzi, non ci conosciamo proprio, ma ti assicuro che non sono uno stupratore. Quindi. Io ti do il mio indirizzo di casa, poi ci mettiamo d'accordo per quando trovarci>>. Prese un foglietto di carta e ci scrisse sopra la via e la città. Era vicino a casa mia, ma per arrivarci avrei dovuto chiedere ad una delle mie mamme di accompagnarmi e di venire a prendermi.
<<Domenica?>> dissi io.
<<Alle 15!>> confermò lui. Me ne tornai in classe poco prima del suono della campanella. Raccontai tutto alle mie migliori amiche, come ero solita a fare. Loro erano contente per me, ma io avevo un senso di forte turbamento: avrei dovuto chiedere alle mie mamma di accompagnarmi a casa di un RAGAZZO e che tra l'altro loro NON conoscono. Ero fottuta!
Tornai a casa nel pomeriggio e decisi di aspettare la sera e parlarne con tutte e due insieme. Così, mi misi a studiare e andai agli allenamenti. Tornai a casa stanca morta e andai a cambiarmi. Poco dopo tornò a casa la mia mamma Lucrezia e, durante la cena, introdussi l'argomento.
<<Oggi ci hanno ridato la verifica di chimica>> dissi io aspettando una risposta da parte di qualcuno.
<<E come è andata?>> chiese Lucrezia.
<<Non molto bene...>>
<<"Non molto bene" quanto?>> interruppe Anastasia.
<<Cinque>>
<<E cosa avresti intenzione di fare per rimediare?>> disse Lucrezia come se mi leggesse nel pensiero.
<<Beh, un mio amico si è offerto di aiutarmi>> dissi io, sperando che non mi facessero altre domande.
<<E chi sarebbe?>> chiese Lucrezia appoggiandosi il bicchiere alle labbra.
Non feci in tempo ad aprir bocca per rispondere che Anastasia rispose al posto mio:<<Scommetto che è quel ragazzo di quinta>>. A quel punto Lucrezia sputò l'acqua che aveva in bocca.
<<A quanto pare è un vizio di famiglia>> dissi io lanciandole un tovagliolo.
Appena ebbe finito di asciugare, mi disse:<<Allora, chi sarebbe questo ragazzo di quinta?>>.
<<Si chiama Andrea>> rispose nuovamente Anastasia al posto mio.
<<Siamo solo amici>> interruppi io per evitare discorsi imbarazzanti e dettagli che lo sarebbero stati di più.
<<Ci troviamo a casa sua domenica alle 15. Qualcuno mi può accompagnare?>> chiesi.
<<Ti accompagno io. Dimmi solo dov'è>> si offrì Anastasia.
Gli dissi l'indirizzo e poi tornai in camera. Iniziai a preparare la borsa, quando sentii il telefono vibrare: era lui. Sul messaggio c'era scritto:"Domani. Primo intervallo. Davanti alla mia classe". Risposi semplicemente con un "okay".
Finii di preparare la borsa per il giorno dopo e andai a letto. Il mattino seguente, raccontai a Sara, Milena e Ylenia del discorso che feci il giorno prima con le mie mamme. Raccontai loro anche il dettaglio del "vizio di famiglia" e scoppiarono a ridere.
Le prime due ore passarono in fretta e l'intervallo arrivò subito. Mi avviai da sola verso la sua classe, ma le mie amiche insistettero per venire con me. Ero contenta della loro decisione così, almeno, avevo meno ansia. Non so nemmeno perché avevo ansia ad andare a parlare con lui. Forse avevo paura di dire la cosa sbagliata o di fare figuracce. Comunque, durate il tragitto dalla mia classe alla sua, Sara era troppo impegnata a messaggiare con il suo ragazzo, Tommaso, che andò a sbattere addosso ad un ragazzo. Io scoppiai a ridere e piansi, letteralmente, dalle risate. Arrivate davanti alla sua classe, avevo ancora le lacrime agli occhi e cercavo di asciugarmeli senza ripensare a cosa fosse successo perché, altrimenti, avrei ricominciato a ridere. Andrea mi si avvicinò e mi disse:<<Perché stai piangendo? È successo qualcosa?>>. Io mi voltai verso Sara, poi guardai Andrea e scoppiai a ridere di nuovo.
<<Piangevo dalle risate! Solite figure di merda>> dissi tra una risata e l'altra. Penso abbia capito ben poco di quello che gli dissi perché cambiò discorso.
<<Allora, domenica ci sei?>> disse lui.
<<Sì, riesce ad accompagnarmi mia mamma>>
<<Perfetto. Allora ti aspetto. Quando arrivi chiamami>>
<<Va bene>>. Guardai un attimo l'orologio e mancano un paio di minuti alla fine dell'intervallo e volevo andare in classe. Non so cosa mi sia preso in quel momento, però gli dissi:<<Posso abbracciarti?>> mentre allungai le braccia verso di lui.
<<Sì>> disse lui stringendomi a sé. Si staccò da me e andò da Slash che lo chiamò, mentre io e le mie amiche tornammo in classe. Una volta rientrate, sentii Ylenia sghignazzare guardando il telefono e vidi che aveva fatto un paio di foto quando io e Andrea parlavamo, ed una era il nostro abbraccio. Era stupenda! Così le convisi a spedirmi le foto. Quella divenne la mia immagine di sfondo del telefono. Non so perché ma sentii che qualcosa in me stava cambiando nei confronti di quel ragazzo che quasi nemmeno conoscevo.

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