Capitolo 7

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Domenica arrivò presto e preparai lo zaino con dentro il libro e il quaderno di chimica, oltre all'astuccio, al diario e ad un quaderno di brutta.
Alle 14:30 uscii di casa e salii in macchina con la mia mamma Anastasia. Quando arrivammo davanti alla casa rimanemmo entrambe stupite dalla sua bellezza. Aveva un cancello enorme e si intravedeva il giardino. Immaginavo quanto potesse essere grande il resto del giardino e la sua casa all'interno. Esternamente, sembrava un castello medievale opportunamente modificato. Metteva una certa ansia. Appena scesi dalla macchina lo chiamai e un paio di minuti dopo si presentò davanti al cancello. Mia mamma era ancora lì in macchina con il finestrino abbassato. Ha fatto un cenno con la mano come per avvisare che se ne stava andando, ma Andrea ha detto:<<Salve signora, sono Andrea>>.
<<Ciao giovanotto. Mara, a che ora passo a prenderti?>> rispose lei.
<<Non lo so. Andrea?>>
<<18:30?>> disse lui come per chiedere il permesso.
<<Va bene. A dopo. Divertitevi>>
<<Ciao mamma>> dissi come segnale di andarsene.
Mi fece entrare e il giardino era molto più grande di quanto potessi immaginare. Era pieno di alberi fioriti e il giardino sul retro era ancora più bello. C'era un gazebo enorme con un tavolo e delle sedie. C'era lo spazio per il barbecue e c'erano parecchi alberi da frutto. Su uno di essi c'era appoggiata una scala e su un ramo c'era un libro. Mi sarebbe piaciuto sapere che libro fosse. Inoltre c'era un piccolo orto e una casetta per gli attrezzi e una piscina. Era spettacolare! E non avevo ancora visto l'interno della casa. Era una cosa impressionante: la cucina era grande il doppio della mia camera da letto, per non parlare del salotto. Solo quelle due stanze erano grandi quasi come la mia casa. Mi portò a fare il giro della casa: aveva una piscina interna, la sala cinema e addirittura la palestra! Mi sentivo una merda in confronto a tutta quella roba. Alla fine mi fece vedere anche la cameretta, apparentemente, di un bambino. I miei dubbi furono confermati:<<È la stanza del mio fratellino>> disse Andrea.
Poi mi fece vedere camera sua: spettacolo! Non so per quale motivo, ma aveva il letto matrimoniale, una scrivania enorme inondata di post-it, fogli e libri, aveva anche una libreria che occupava tutte e quattro le pareti. Era una roba stranissima, ma la adoravo! In quel momento misi a confronto la mia casa con la sua e mi sentii parecchio a disagio e in imbarazzo, ma tornai alla realtà quando Andrea chiuse la porta di camera sua e mi chiese da che argomento di chimica volevamo iniziare. Mi fece segno di andare a sedermi accanto a lui sul suo letto. Mi sedetti. Ero in imbarazzo, ma ero lì solo per studiare, quindi mi sarei concentrata sulla chimica, NON su di lui!
Comunque, gli dissi che volevo iniziare dall'inizio, come se avessi appena imparato l'italiano e lui ha iniziato a spiegarmi la struttura a punti di Lewis o una roba del genere. Sta di fatto, che non avevo capito niente. Vista la mia faccia perplessa prese un foglio e iniziò a scrivere i numeri del gruppi della tavola periodica e sotto un simbolo per ogni gruppo con attorno dei pallini. Lui disse:<<Allora, la struttura a punti di Lewis è semplicissima. Ogni "pallino" disegnato attorno ad oggi elemento corrisponde ad un elettrone. Il numero degli elettroni si stabilisce in base al gruppo. Per esempio, se prendiamo un elemento del quinto gruppo, quell'elemento avrà cinque elettroni. E se invece è dell'ottavo gruppo?>>
<<Otto elettroni>> risposi io, avendo finalmente capito qualcosa di chimica.
<<Esatto. Ora che sappiamo quanti elettroni possiede un atomo, è bene sapere che tra di loro possono formare dei legami. Esiste il legame covalente, che avviene solamente tra i non-metalli e l' idrogeno, che come sai, è posto nel primo gruppo, ma dovrebbe essere nel settimo perché agisce come un elemento del settimo gruppo. Quindi, basta semplicemente collegare gli elettroni singoli, detti singoletti, di un elemento con i singoletti dell'altro elemento. Semplice>>.
Poi iniziò a spiegarmi una serie infinita di cose scrivendo altre cose sul foglio e stranamente riuscii a capire tutto. Mi sentivo un genio. Alle 16 qualcuno bussò alla porta. Lui disse:<<Avanti>> ed entrò una signora, sui cinquant'anni con in mano un vassoio.
<<Tenete ragazzi. Questi sono per voi>> disse lei dandoci il vassoio con dentro un piatto pieno di biscotti.
<<Grazie>> disse lui. Io le sorrisi non riuscendo a capire chi fosse. Come se lui mi avesse sentito disse:<<È la domestica. Antonia. Fa dei dolci straordinari. Ti consiglio di mangiarli prima che li finisca io>>. Senza farmelo ripetere sue volte, presi un biscotto e lo mangiai. Era buonissimo! Gli altri biscotti mi chiamavano ed io mi trattenevo dal mangiarli tutti.
<<Prendili pure, non fare la timida>> disse lui avvicinando il piatto a me.
<<Non voglio fare l'ingorda>> risposi io.
<< Mangiali! Tranquilla. Io me li faccio fare un'altra volta>>.
Comunque, mi spiegò tutte le cose che mi spiegò la prof. a lezione, mangiando biscotti. Quando avemmo finito, misi via tutto nello zaino e lui disse:<<Abbiamo ancora tempo. Perché non mi parli un po' di te?>>.

Pi Greco πDove le storie prendono vita. Scoprilo ora