Capitolo 9

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Mi alzai pigramente dal mio comodo letto un po' stanca per la notte trascorsa. Sal non stava più accanto a me. Guardai l'ora e sobbalzai erano le tre del pomeriggio. Appena accesi il cellulare trovai tipo 72927829330101 chiamate da Land, così composi il suo numero.
"PORCA PUTTANA DOVE CAZZO SEI?"

"Land.. sono a casa."

"IERI SERA ERI SCOMPARSA. TIPO CREDEVO CHE UNASSASSINOTIAVESSESTUPRATO."

"Prima cos.. calmate. Seconda, stavo con Salvatore."

"Cos? Ci hai fatto pace? Già?"

"Sì. Ho sbagliato lo so, ma non ce la facevo."
Sospirai sedendomi a terra.
"Si ora preparate che siamo a fine giugno e ce scommetto che non hai ancora fatto il bagno."

"Ehi. Io non puzzo come te. Me lo faccio il bagno."

"INTENDO A MARE. CAPRA."

"Madonna. Mi hai tolto un orecchio."

"Vengo tra dieci minuti. Movete."

"Eh babbene."
Ed a rispondermi ci fu solo il rumore che mi segnava della chiamata terminata. Mi feci una doccia che mi rilassò completamente togliendomi la stanchezza di dosso per poi mettermi un costume nero, ovviamente. Tirai fuori dall'armadio degli shorts che infilai assieme ad una canottiera e nel mio solito zaino ci buttai cosa totalmente a caso con la delicatezza di un elefante in calore. Andai in cucina, i ragazzi come al solito non c'erano e lasciai un bigliettino con scritto tipo "Non fate casini e non appilare il cesso Edo. Sono uscita con Land."

"Alloooora."

"Cosa?"
Land mi tirò per la mano.
"Sai vero che ci metteremo 34 anni di vita per arrivare alla spiaggia? Movetee."
Effettivamente, Roma era un po' lontana dal mare. Troppo. Fatto sta che il tempo passò abbastanza velocemente e appena arrivate su quella distesa di sabbia sistemai la tovaglia per poi sedermici sopra. L'odore dell'aria marina mi solleticava le narici e mi riempiva i polmoni. Il mare si infraggeva sulla spiaggia per poi ritirasi, potevo paragonarlo al casino che avevo dentro. Ho sempre avuto paura del mare ed era strano che mi ricordasse me stessa, ma questo era il punto. Avevo paura di me come ne avevo per quella distesa di acqua salata. Non ne capivo nemmeno io il motivo. O forse sì. Forse quel motivo era una persona, aveva un nome preciso, forse era il tipo per il quale avevo perso la testa. Il tipo che mi aveva resa incredibilmente fragile. Avete presente le foglie di autunno? Quelle che in primavera nascono e diventano forti, ma quando giunge la loro stagione cadono ad ogni minimo spiffero di vento? Bhè in quel caso la foglia ero io e Salvatore Cinquegrana era quel vento che mi stava abbattendo, eppure io rimanevo lì, immobile e lo lasciavo fare.
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#myspace.
Questo capitolo lo trovo molto carino ed easy. Oltre a questo sono sad perchè domani è lunedì. E CHI NON ODIA IL LUNEDÌ? *urla.* Detto questo mi scoccio di mettere le foto del capitolo. Capita.
Bonee.🍃

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