Capitolo 14

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Ho sempre pensato che l'esperienza più brutta sia il coma. Suvvia tutti odiano non potersi muoversi ma ascoltare le voci intorno a noi. Le voci che piangono per te, o quelle dei medici.
"Si. Ragazzo faccia piano che stanno dormedo."
Vidi Salvatore entrare in stanza con il dottor. Sanij.
"Sky. Dio. Non ci credo che ti sei svegliata."
Il medico mi parlò sotto voce. Lui era quello che aveva sotto controllo tutti i miei cambiamenti.
"Allora.."
Si avvicinò a me per poi farmi una velocissima visita.
"Ora riposa. Domani mattina vedremo."
Mi sorrise e uscì dalla stanza augurando una buona notte.
"Piccoletta.."
Sussurrò Sal per poi abbracciarmi. Quelle braccia che mi stringevano mi mancavo così tanto, quelle braccia che erano come una casa in fondo. O lui lo era?
"Quanto mi sei mancata.."
Mi baciò. Uno di quei baci bisognosi. Quei baci che sono come droga, come fumo e come la pizza.

"Buongiornoo."
Sgranchii un po' le braccia per poi svegliare Sal. Dopo, finalmente, una colazione decente arrivò Sanij.
"Allora. Sky. Comincia a preparare la valigia che esci di qui."

"Davvero?"
Lo guardai come se avessi la vocazione divina.
"Sì. Ora muoviti che penso che vuoi passare un po' di tempo con lui."
Indicò Salvatore facendo l'occhiolino per poi uscire. Il mio ragazzo preparò la mia piccola valigia insistendo e finalmente, dopo essermi vesista con abiti decenti, uscimmo.
Respirai aria pulita. Non quello strano odore che si sentiva in ospedale.
"Lo sai che mi sei mancata vero?"
Mi girai verso Sal.
"Io manco a tutti. Ehehehehe."

"Ti amo piccoletta."

"Oh. Anche io mi amo."

"Stronzaa."
Mi fece la linguaccia.
"Vi amo anche io signor. Cinquegrana."
Dissi ritornando seria. Avvicinò le sue labbra alle mie, ma non si sbrigava a poggiarle.
"Mi torturate così."
Mormorai mentre continuavo a mordermi il labbro inferiore.
"Neanche per me è facile resistere."
Bisbigliò con un sorrisetto. Le sue labbra finirono sulle mie, approfondì il bacio e mi prese in braccio in modo che io potessi agganciare le mia gambe intorno al suo bacino. Si avvicinò al muro del piccolo parcheggio e fece aderire la mia schiena con la parete fredda mentre le nostre lingue continuavano a muoversi. Continuavo a stringere le gambe intorno a lui come se fossi un piccolo bradipo. Poi mi rimise giù.
"Se non andiamo scopiamo qui fuori."
Mi guardò. Ricambiai con un "leggero" calcio sul ginocchio.

"Che ti va di fare?"
Chiese mentre camminavamo per le strade di Roma.
"Pizzaaa."

"Vada per la pizza."
Ci sedemmo in un piccolo locale dove ordinammo due pizze, presi un gusto a caso. Avevo bisogno di quella sostanza.

"Secondo me mi tradisci con la pizza."
Mi richiamò mentre portavo l'ultimo trancio alla bocca.
"Forse.."
Risposi ridendo con la bocca piena.
Finimmo di mangiare e ci alzammo per poi pagare.
"Devo chiamare gli altri Sal."

"Già ho avvisato tutti io."

"Allora ho bisogno di una doccia. Annamo a casa."

"Accento romano sexy."
Rise ed io con lui. Durante il tragitto verso casa poggiai la testa sulla sua spalla mentre le dita delle nostre mani giocavano.

"Io vado a farmi la doccia.."
Presi i vestiti preparati sul letto con l'intimo per poi entrare in bagno e chiudere la porta. Mi mancava la mia amata doccia. L'acqua fredda scendeva sul corpo e mi insaponai con il bagnoschiuma, mi sciacquai nuovamente e chiusi l'acqua. Asciugati i capelli passai al corpo e mi infilai l'intimo con i vestiti.
"Vediamo un film piccoletta?"

"Ovvio."
Mi buttai sul divano con una busta di patatine seguita da Salvatore che fece partire la proiezione. Probabilmente lo amavo più di quanto immaginavo. Se lui se ne sarebbe andato non so se avrei resistito.
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#myspace.
Scusate se è uscito in ritardo e se fa cagare. Ma capita. Ok la smetto.
Bonee.🙆

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