Jessie's pov
Come poteva avermi fatto questo? Io mi fidavo, pensavo fossimo amici. Non mi aspettavo che diventasse gay per me, ma questo era davvero toppo, cosa avevo fatto per meritare una cosa simile? Ero totalmente deluso. Per un ragazzo gay non è facile avere amici maschi, spesso e volentieri ti considerano diverso perché non ti piacciono le stesse cose che piacciono a loro: niente calcio, niente moto e niente... figa!
Entrai in casa e chiusi la porta dietro di me, ovviamente non c'era nessuno. Mia madre era molto impegnata in questo periodo, era proprietaria di un famoso studio legale e stava seguendo una causa per l'affidamenti di un ragazzo. Scaricai lo zaino dietro la porta e andai in cucina a prepararmi una spremuta d'arancia. Iniziai a tagliare le arance e metterle sul bancone in marmo della cucina, ma quando iniziai a spremerle mi resi conto che mi era passata la voglia, decisi di finirla e che l'avrei lasciata a mia madre.
*driiin*
Amavo il campanello, ero sempre curioso di scoprire chi fosse, so che è abbastanza ridicolo ma io sono fatto così. Andai ad aprire.
La persona che mi si presentò davanti era il classico "perfetto sconosciuto" anche se ammetto che qualche lineamento mi ricordava una certa persona che al momento non ricordavo, con l'arrabbiatura che avevo addosso di certo l'ultima cosa che mi interessava era a chi assomigliasse quel ragazzino quasi mio coetaneo.
Passammo circa venti secondi a fissarci senza che nessuno dicesse nulla, fin quando io abbastanza scocciato aprii bocca "Ciao, tu chi sei?" il ragazzino arrossii immediatamente
"Ehm.. Ciao, scusa se mi presento qui visto che tu non mi conosci. Mi chiamo Justin, Justin Smith".
Appena sentii quel nome sgranai gli occhi, feci lentamente un passo indietro e sbattei la porta. Che cosa diavolo doveva significare questa cosa? Perché cavolo il fratello di Dan era qui? Mi resi conto di essere stato maleducato con quel ragazzino e tornai alla porta appena in tempo, se ne stava andando "Ehi Justin, scusa, torna qui". Si voltò e torno indietro sorridendo.
"Scusa se ti sembro maleducato" iniziò a parlare il ragazzo "dovrei fare una ricerca per scuola e penso che un ragazzo gay potrebbe essermi d'aiuto e ho pensato di chiedertelo visto che tu e mio fratello siete amici e..." cominciò a parlare veloce e a ingarbugliare le parole.
"frena frena" dissi ridendo "tanto per cominciare io e tuo fratello non siamo per nulla amici, e per il resto vieni dentro che vediamo che posso fare"
"ah scusa vi ho visto insieme un paio di volte e devo aver frainteso" disse imbarazzato.
"tranquillo è una storia lunga" cercai di chiudere il discorso e lo invitai ad entrare.
Doveva fare un lavoro sulla moda, non per vantarmi ma io ne sapevo davvero molto in materia.
-
Passammo il pomeriggio insieme e ci confrontammo riguardo le nostre idee di moda, senza rendercene conto si erano fatte già le 7.
"Cavolo forse è ora che io torni a casa" disse.
"Hai ragione si è fatto piuttosto tardi" dissi alzandomi dalla sedia.
Lo accompagnai all'ingresso e gli diedi la giacca che avevo messo nel ripostiglio "Grazie mille Jessie"
"Gli amici mi chiamano Jess"
Rise "okay Jess" e uscì di casa.
Chiusi la porta e me ne tornai in camera mia, mi stesi sul letto e cominciai a rilassare ogni singolo muscolo del mio corpo "è ora che ti trovi un ragazzo J." pensai. Presi l'iPhone dal comodino e mandai un messaggio ad Alex
-Disco stasera?
La risposta non tardò ad arrivare
-Grande idea tesoro! <3
Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi misi in doccia. L'acqua era calda e mi scorreva lungo tutto il corpo, era davvero un toccasana. La temperatura mi fece calare la pressione e per un attimo credetti di svenire, ma rimasi in piedi. Cominciai a far evaporare ogni pensiero dalla mia testa, ero completamente rilassato, come se non fossi più dentro il mio corpo.
Un rumore mi riportò sulla terra, il cellulare stava squillando
"Che palle!" pensai uscendo dalla doccia, era Alexandra.
"Ohi Alex che succede?"
"Teso non mi uccidere, sono scivolata dalle scale e sto andando in ospedale per fare una lastra alla caviglia..."
"Ma che cazzo? Come ti senti?"
"Io bene tranquillo, ma la nostra discoteca penso che salterà, mi dispiace molto"
"Alex non ti preoccupare, l'importante è che tu stia bene! Stai andando nell'ospedale vicino a scuola?"
"Si" rispose
"Arrivo" e riattaccai prima che potesse obbiettare.
Mi misi i miei adorati super skinny, delle Vans, ed una felpa e uscii di casa.
Feci appena in tempo a prendere l'ultimo bus della giornata, e in mezzora stavo entrando in pronto soccorso. Vidi Alex su una sedia mentre aspettava di essere visitata, al suo fianco c'era sua madre con una faccia un po' pallida. Mi avvicinai.
"Ma che cavolo combini? Non ti hanno insegnato a scendere le scale?" dissi ironico per tirare un po' su l'atmosfera.
"Ma taci tu! Sai a mala pena andare in bicicletta" rispose ridacchiando.
Salutai sua madre che ricambiò con un sorriso "Vi lascio a chiacchierare un pochino, io vado a prendere qualcosa da mangiare" disse "vi porto qualcosa?"
"A me un panino con speck e brie" disse Alexandra.
"Okay, e tu Jessie" si rivolse a me.
"Oh per me nulla, grazie" risposi. Lei insistette per qualche secondo, ma io ebbi la meglio dicendo che avevo già cenato.
Parlai ad Alex del mio bisogno di ragazzi e le dissi che era quello il motivo per cui volevo andare in discoteca la sera. Dopo quello che era successo con Dan ero rimasto davvero male, mi sentivo molto giù e non riuscivo a capire perché, visto che dopotutto tra noi non c'era stato nulla.
La madre di Alex tornò e io decisi che era ora di andare a casa visto che le cose in ospedale si stavano facendo lunghe e erano ormai le nove e mezza. Avevo sonno, e come se non bastasse mi aspettava un'oretta di camminata visto che di bus non ce ne sarebbero stati fino alla mattina seguente.
Salutai e uscii dall'ospedale. Nonostante quello che avevo detto alla madre di Alex non avevo ancora cenato. Odiavo camminare di notte e la paura mi chiuse lo stomaco.
Per tornare a casa dovevo passare per un vicolo tra due palazzi pieno di gente che vendeva il proprio corpo. Odiavo quel vicolo ma mi faceva risparmiare almeno dieci minuti.
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Hi everybody!!!! I'm back.
Ho deciso di inserire nuovi personaggi (penso già dal prossimo capitolo) per rendere le cose un po' più interessanti...
So che non aggiorno con regolarità ma ho la maturità da preparare e voglio solo piangere per questo.
Fatemi sapere se la storia vi piace
-xoxo
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You are my Forever
Roman pour AdolescentsDamian (Dan) era un ragazzo di 17 anni, un rubacuori, il classico "figo della scuola". Conosceva poco del suo passato ma non gli importava e andava per la sua strada. Jessie (Jess) aveva 16 anni, frequentava lo stesso liceo di Dan. Era il tipico rag...