14 Dicembre 1938, tardo pomeriggio
Caro diario,
Mi chiamo Adina Entipham, ho undici anni, i capelli neri, gli occhi verde acqua con qualche sfumatura giallina, dicono, le guance rosee, i denti bianchi...e quattro sorelle maggiori. Sì, hai capito bene. Siamo cinque sorelle femmine. La più grande di noi è Elisha, ha diciotto anni, un fidanzato e vorrebbe andare a vivere fuori dal nostro Paese; poi ci sono Dora e Nastia, che hanno sedici anni e frequentavano un prestigioso liceo nel centro di Roma, non hanno il ragazzo e spesso litigano tra loro; poi c'è Liljiana, che ha quattordici anni ed è molto intelligente, legge molto e, da quando ha dovuto lasciare la scuola a causa delle leggi razziali emanate da Hitler e approvate da Mussolini, è chiusa e sta molto sulle sue. Non vuole avere a che fare con i ragazzi, preferisce quelli dei libri, che non la deludono mai, non la fanno stare male, con i quali "si sente a suo agio".
Siamo una famiglia di ebrei italiani. Io sono una ebrea italiana.
Viviamo qui in Italia da quando mio padre, Joshua Entipham, aveva sedici anni, e non si era mai scontrato contro ostacoli simili a quelli che ci sono ora: prima delle leggi razziali mio padre era avvocato, ora non più, è disoccupato; mia madre ha smesso di andare a comprare cibo e, quando va a fare compere, torna piena di borse riempite di cibarie, di frutta, carne e verdura, che però non mangiamo mai, perché non so dove nasconda le borse; prima delle leggi andavamo tutte a scuola e avevamo degli amici, ora non più.
Ultimamente non possiamo più uscire: mamma continua a dire che presto i tedeschi verranno in Italia per uccidere tutti noi ebrei. Ogni tanto chiedo a mio padre cosa sta succedendo e lui o non risponde, oppure trema tutto e trattiene le lacrime.
Ho tanta paura. Non ho mai visto mio padre ridotto così. Questo significa per davvero che tra poco qualcosa accadrà, e che tra poco potremmo davvero morire...ho tanta paura...
Ora è meglio che vada, tra poco mamma arriverà e ci ha detto che deve parlarci, e questo mi preoccupa,
A presto, caro diario,
AdinaSpazio autrice:
Buonasera a tutti!! Vi starete chiedendo perché pubblico questa storia: il fatto è che, in memoria della Shoah ho avuto modo di documentarmi su molti aspetti dell'Italia fascista dagli anni trenta agli anni cinquanta/sessanta e ho trovato lo spunto per una storia che non sarà certo facile da scrivere e da leggere perché gli argomenti trattati sono molto forti.
Spero che possiate apprezzare questa storia e commentate, perché non sono i like ad aiutarmi a migliorare...
Alla prossimaaa!!!!!
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Noi siamo ebree
RandomNel 1938 Adina, una bambina di undici anni ebrea nata e cresciuta nell'Italia fascista, e la sua famiglia, composta da madre, padre e quattro sorelle, tutte più grandi di lei, tremano davanti alla potenza di Hitler e davanti alla forza di Mussolini...