Pov. Adina
Il Sole, con delicata violenza, entra dalla finestra e inonda la stanza di luce. È mattina. La mattina del primo giorno di Agosto. Cerco il braccio di Lilijana. Non c'è. "Lilj? Lilj?" Dov'è la mia amata sorella? "Mamma?" Nessuna risposta. Chiamo Elisha, papà, Nastia, Dora, e nessuno risponde.
In quel momento un'esplosione lacerante, e la casa trema tutta. Corro alla finestra. Quello che vedo mi lascia impietrita: Roma brucia. Sento alte grida, vedo gente che corre, uomini che cercano di spegnere il fuoco, bambini che piangono, madri che cercano i propri figli, mariti che cercano le mogli, disperati; percepisco la disperazione, la paura, l'odio per coloro che hanno sganciato la bomba. Già, una bomba. Le sirene antiaereo suonano incessantemente, e si uniscono ai gemiti di dolore e di supplica.
Scendo in strada: magari sono usciti tutti, i miei familiari. Forse potrei trovarli tra la gente. Sento un calore insopportabile. "Mamma!!!" Grido con tutto il fiato. Eccola là, la mia cara mamma. Le corro incontro quando mi accorgo che sta bruciando: la pelle si assottiglia, i capelli si inceneriscono, le orbite sono spalancate, la bocca è aperta, in un'ultimo grido di dolore.
In pochi minuti di lei non resta che uno scheletro ustionato, annerito dal fumo e attecchito dal fuoco. Corro, la raggiungo, cado. "Mamma!!! Mamma!!!" No, quella non può essere mia madre, quel cadavere non è quello di Irina Entipham. Resto lì, in ginocchio, a piangere. Morta! Morta! Com'è possibile? Mamma! Mamma!
Sento qualcuno che mi prende dalle spalle, mi prende in braccio e corre via. "Adina, Adina, temevamo fossi morta!" È mio padre, che mi ha appena salvata da un bombardamento aereo. Vedo Dora che brucia e Nastia che cerca di spegnere il fuoco, nel vano tentativo di salvare la gemella. Grido ancora, di paura e di dolore, e mio padre mi porta in cantina. "Non uscire di qui, ok?" Annuisco. Lui esce. Tremo tutta. Dov'è Lilijana? Ho così tanto bisogno di lei ora, ho tanto bisogno della mia sorellona...piango senza freno. Ho paura. Mai ho avuto tanta paura di qualcosa prima d'ora.
Sento che sopra di me trema tutto. Chiudo gli occhi. Grido. Sento qualcuno che mi scrolla.
"Vai via!"
"Adina, svegliati! Adina!"
Apro gli occhi.Davanti a me c'è Lilijana. Sono nel mio letto. Accanto a lei c'è la mamma. "Tu? Tu eri morta! Ti ho vista bruciare!" Mia madre mi abbraccia. È viva!! Piango. "Ti abbiamo sentita urlare, cara". "Vedevo Roma bruciare. Morivate tutti. Io ero in cantina, da sola, spaventata. Mamma! Mamma!"
Vedo Elisha piangere assieme a Lilijana.
"Non piangere, amore mio" dice mia madre. Mi accarezza la testa e mi tiene stretta a sé, come avesse paura che me ne vada via per sempre.Spazio autrice:
Sì, lo so che questo capitolo è orribile, non linciatemi. Vi giuro che cercherò di migliorare😃 intanto ditemi cosa posso "aggiustare" nei commenti...vi voglio bene❤️
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Noi siamo ebree
RandomNel 1938 Adina, una bambina di undici anni ebrea nata e cresciuta nell'Italia fascista, e la sua famiglia, composta da madre, padre e quattro sorelle, tutte più grandi di lei, tremano davanti alla potenza di Hitler e davanti alla forza di Mussolini...