La storia sarà gentile con me perché io ho intenzione di scriverla

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Ma si può essere così tormentati a 17 anni? Mio nonno diceva sempre " Coloro che avranno la fortuna di essere tempestati di demoni fin da piccoli saranno capaci di lottare senza mai rinunciare alla fantasia" questa frase lui me la ripeteva di continuo quando avevo 7 anni e piangevo sempre perché mi creavo mille problemi inutili ( ero tempestata di sciocchezze ma non ero comunque in pace con me stessa). Mio nonno cercava di farmi capire che stare male fosse una cosa da intellettuali , riusciva a trasformare la cosa più brutta del mondo in una cosa di cui vantarsi, riuscite a crederci ? Era un genio o forse soltanto un afflitto ( ne era consapevole infondo, ma il fatto di esserne consapevole lo rendeva quasi immune alla tristezza, sembrava così in pace eppure non lo era...). Credo che il mio caro e vecchio nonno Joe in parole povere volesse solo farmi capire che un giorno io, come lui, sarei potuta diventare una scrittrice. " Noi scrittori siamo complicati, siamo i più tormentati ma gli unici che anche a 80 anni hanno ancora la forza di sognare" diceva lui. " Non importa quante guerre farai, arriverai comunque al traguardo e non importata nemmeno quanto nemici avrai, sarai sempre un passo avanti a loro. Non perdere tempo a leggere la storia, scrivila, falla". Adoravo mio nonno, era sempre pronto a darmi consigli, ogni giorno lo ricordo, ricordo quanto l'ho amato, mi da sicurezza il fatto che mi manchi così tanto, non dimostro così tanta umanità né nei confronti dei miei amici né nei confronti della mia famiglia. Tutti credono io sia insensibile, ma ogni notte quando penso al nonno Joe ricordo che non importa cosa credono loro, io so chi sono veramente e per adesso mi basta questo. So che posso farcela, so che c'è qualcuno che mi spinge verso i miei obiettivi e so che

La storia sarà gentile con me perché io ho intenzione di scriverla

- Hope Thomas

" Riccioli d'oro?" Dylan era seduto al secondo banco verso la finestra, in terza fila, esattamente dietro ad Hope e continuava a chiamarla:

" Speranzina? Mi rispondi!?" diceva tirandole i boccoli biondi.

" Sto cercando di sentire cosa ha da dire il professore di storia" rispose lei senza girarsi.

" Dice che un giorno un tizio di nome John fece qualcosa in America per l'indipendenza, roba che tu già sai perché sei la prima della classe e sono sicuro che mentre noi studiamo il terzo capitolo tu  stai già imparando l'ultimo quindi potresti ascoltarmi?!" insistette lui.

" Hai detto bene sono la prima della classe e voglio rimanere la prima quindi sta-in-silenzio !" scandì quelle ultime parole quasi ad alta voce. Ultimamente non le piaceva chi era diventata quindi voleva dedicarsi ancora di più alla scuola e rimanere la migliore ergo voleva ascoltare di più i professori e di  meno le sciocchezze dei suoi amici in classe. 

Alla fine della lezione Hope aveva già memorizzato ciò che il professore aveva detto ed era già pronta per essere interrogata inoltre aveva avuto tempo anche per ripassare la tavola periodica ed essere premiata nell'ora dopo per la sua incredibile conoscenza nel campo della fisica. 

Alle 10 come le era solito fare era andata nel giardino interno della scuola a mangiare e i suoi amici l'avevano raggiunta.

" Oggi miss- perfezione ha preso l'ennesima A in fisica, ci credete?" disse Dylan sarcastico ma più che divertito sembrava infastidito. 

" Ti da fastidio? vorresti anche tu una A in fisica?" disse Hope mordendo un pezzo di panino.

" Beh si, non mi dispiacerebbe, così magari mio padre potrebbe smetterla di dirmi che sono un pessimo figlio e che non ho futuro ma quello che vorrei davvero da te principessina e che delle volte quando io ti chiamo tu mi risponda, tutto qui! Ci vuole tanto?" Dylan era davvero arrabbiato, quando era a casa nessuno si prendeva cura di lui, nessuno gli chiedeva come era andata a scuola o se aveva mangiato, i suoi genitori erano troppo ricchi e troppo impegnati per badare a lui, non che lo dovessero imboccare o aiutare con i compiti ma a Dylan sarebbe bastato anche un " ciao " qualche volta, da una parte però aveva i suoi amici che gli stavano sempre intorno ma quando anche loro non gli rispondevano, non gli parlavano o non lo salutavano lui si infuriava sul serio, e questo Shawn e Vegas lo sapevano bene.

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