Urlavo per la stanza. Disagio e silenzio rimpivano il mio animo, mangiavano lentamente la mia autostima fino a che tutto questi sentimenti sparsi formarono la paura, in quel momento erano solo emozioni secondarie le altre, la carneficina nella mia testa,la faceva la paura, bussava alla porta ma io spaventato come ero e impaurito non potevo aprire, la paura bussava alla porta continuamente, era ripetitiva e assillante, tanto da stufarti di averla, ma non potevo fermarla ,in fondo era la paura, nessuno è così stolto da andare ad aprire la porta alla paura. Lei era la causa della mia cicatrice, ovvero il mio sorriso, e il mio cuore era di vetro,delicato che emanava un ego stridulo e insignificativo, troppe disfatte aveva subito voleva una ragazza ma lei ha il cuore di diamante e per tagliarlo serve un altro diamante, io sono prigioniero della mia paura e per questo non riesco ad avere lei, la mia musa , la mia ultima speranza, la sua bellezza attrae di più del canto delle sirene e il sguardo, non si puó spiegare, il suo sguardo e il suo volto emanano luce limpida e cristallina. Mi esprimo attraverso questi testi, perchè la paura ha fatto di me un essere depresso e esile al suo cospetto, provavo a dare un senso a lei , ma noi siamo solo formiche perse nell'immenso e il senso non lo troveró mai. La paura bussava ancora fino a quando io crollai inerme al suolo piangendo e implorando il mio karma di perdonarmi.
La paura bussava alla porta, io apro la porta e non vedo nulla, la paura è solo una creazione delle nostre debolezze e questo lo devo capire anche io........una parte di questo testo è dedicato a "lei"Continua...........
FedericoMilanese