Soliloquio

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Io dico di si lui di no. Ci facciamo da contrari a vicenda, sigillo uno dell'altro resto a guardare la tappezzerie ed ogni forma geometrica per me assume personalitá, parlo troppo, reagisco da solo con stimoli mentali perversi e confusionali, distorcere la parola ad ognuno dei miei io con cui apro un dialogo diretto altamente eccessivo e strano. Frutto di cosa esso è, cosa si trova di bello nell'essere in compagnia, la solitudine è un arma autodistruttiva, parlare con se stessi e chiarirsi con il nostro palpito è tetro. Tetro lo sono nel buio. Non esiste il buio solo assenza di luce, io non esisto solo assenza di inorganico, tutto lo spazio in cui viviamo non esiste è tutto un assenza, tutti abbiamo mancanze, non abbiamo niente, siamo nudi agli occhi del demonio, solo spiriti e noi stessi con cui parlo, e sfoggio miseria umana. Nessuno ascolta solo me stesso mi ascolta, un grande amico sono io. Vivo nella solitudine e con meditazione, ed un esplorazione nel mondo astrale, e i miei cari spiriti demoniaci fatti amici, vivo il mio soliloquio con ebrezza ed entro in empatia con ogni figura.
  ( il testo è molto complesso, per chi voglia capirne di più, me lo scriva nei commenti di questo testo).
                         FedericoMilanese

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