Paradiso artificiale

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Ogni mio slero non serve a nulla, non miglioro le cose. Quanto vorrei vedere un angelo che mi illumina la strada della vita, quanto vorrei un sorriso di lieta gioia, quanto vorrei vivere con leggerezza, fluttuare tra i pensieri, lasciarli passare e perdersi in un mondo astrale. Lo vorrei tanto, ma invece io entro nella mia testa e gratto con i miei pensieri, mi soffermo su si essi e accumulo paranoia ogni volta che me ne passa uno davanti, e nel frattempo mi muovo goffamente in un mare di colla. Voglio il paradiso, lo voglio con tutto me stesso. Più passa il tempo e più ho voglia di stare sospeso nel vuoto che esso ci potrebbe offrire. Invece sto sulla Terra, io ho inferno sulla Terra e paradiso artificiale, il paradiso artificiale teoricamente é uno stato ipotetico in cui ci si trova dopo l'assunzione di droghe come la mescalina, ma per me è diverso, il paradiso artificiale me lo creo io, è uno stato immagginario che cerco sempre di costruirmi fingendo di stare bene, autoconvicermi che tutto è perfetto, lo uso come alternativa a questa vita, lo faccio perchè mi rassicuro da solo, perchè nessun altro lo fa, vivo il mio paradiso artificiale con una smania tale da rifarlo sempre, fingo che tutto mi va bene. Quanto lo vivo sto bene, ma so dentro di me che sto malissimo, sento la mia voce interiore che grida: " Penintefiagide", devi essere punito. La mia situazione è grave, vivo prigioniero di questo paradiso, cerco la luce, mi avvicino ad essa è mi brucio e muoio, so di morire ma vado dalla luce solo per gustare quegli istanti magnifici.                   "In girum simus nocte et consumimur igni" , questo è quello che ho detto, un palindromo pieno di significato.
Devo scappare dal falso paradiso.
                                      FedericoMilanese

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