CAPITOLO 21: PROBLEMA

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Non potevo dire di Philip a Jack: chissà come avrebbe reagito. Decisi di chiarire una volta per tutte con Philip e Jack non avrebbe saputo niente.

La mattina del giorno seguente mi svegliai presto e andai a casa di Philip. Prima ero andata a vedere se Jack dormiva e infatti era così.

Philip stava facendo colazione, bussai alla porta e venne ad aprire.

- Buongiorno! – mi disse sorridente.

- Ciao – risposi fredda.

- Come mai sei qui?

- Sono solo venuta a confermare quello che ho detto ieri.

Alzò le spalle, ma io lo ignorai e continuai:

- Il fatto che io mi eserciti con te nella battaglia, non ha impedito il fatto che io conoscessi o che parlassi con Jack.

- Ma lo conosci da così poco tempo. Come puoi essere innamorata di lui?

- Non lo conosco da poco tempo.

- Non puoi amarlo – ripetè.

- Si, lo amo.

- Dio solo sa quanto io ti amo.

- Dio solo sa quanto ti voglio bene.

- Non lo spero – scosse la testa – non spero che sia solo così.

Poco dopo Lady Lit irruppe nella stanza.

- Ah, Debby, sei qui – disse.

Mi fece cenno con la testa di uscire, così salutai Philip e uscii con Lady Lit. Era molto turbata.

- Che succede? – le chiesi.

- Ti devo parlare.

- Qualcosa di grave?

Ma non mi rispose e dal tono che aveva avuto non sembrava niente di buono. Andammo dietro la Home, sul dondolo, come l'ultima volta.

- Lady Lit, sembra che hai visto un fantasma.

- Più o meno.

Mi sedetti accanto a lei e aspettai che mi parlasse:

- Moror ha anticipato i giorni: sarà qui dopodomani.

- COME?!

- Sh! Non gridare!

Era terrorizzata e anche io non ero da meno.

- Come lo sai? – le chiesi.

- L'ho avvertito. Chi fa parte di Cornflower deve sapere che i sogni dicono qualcosa di vero.

E io ho sognato questo. Ma sento che c'è qualcos'altro che non riesco a capire...

- In che senso?

- Non lo so. È da un po' che credo che ci sia qualcos'altro... ma non riesco a percepire cosa. È come se nascondesse qualcosa.

Merda.

Mi concentrai sui sogni: lo dovevo capire dall'inizio, dal primo sogno che ci aveva condotti qui. E se non sognavamo qualcosa, cosa sarebbe successo?

- Ma come è possibile? – chiesi.

- Mi dispiace dirlo, ma è così: c'è una spia tra di noi.

Che cosa? Un traditore? Non era possibile.

- Ne sei sicura? – le chiesi.

- Credo proprio di si.

- Perché l'avrebbe fatto?

- Per paura di perdere, credo. Forse Moror l'avrà raggirato dicendo che l'avrebbe risparmiato.

Ma chi potrebbe essere?

- Chi sa questa cosa?

- Nessuno.

Pensai che era meglio dirlo a tutti, ma Lady Lit non era d'accordo perché temeva che il traditore si potesse mettere in contatto con Moror, ma dovevamo rischiare: non potevano non saperlo gli altri.

Non sapevamo da quanto tempo il traditore era in contatto con Moror: da sempre? Da pochi giorni?

Era orribile. Provavo rabbia: come poteva il traditore non fidarsi di Lady Lit e di tutti noi? Non pensava alla storia di Cornflower e a tutto ciò che ci aveva raccontato Lady Lit il primo giorno?

Schierarsi dalla parte di Moror: quanta vigliaccheria c'era tra le persone che potevo conoscere; persone che conoscevo da una vita... come potevano fare una cosa del genere?

Di chi mi ero fidata per tutto questo tempo?

- Quindi mi stai dicendo di non fidarmi di nessuno? – le chiesi.

Mi guardò negli occhi, capendo che non sarebbe stato facile.

- Di nessuno – ripeté.

La mia storia con Jack era appena iniziata e c'erano già degli ostacoli. Dovevo allontanarmi da lui, proprio nel momento in cui ci eravamo trovati.

Vedendomi perplessa e preoccupata, mi disse:

- Lo so che non sei tu. Te l'ho detto in privato, infatti.

- Si, ma non è questo – risposi – è che non posso crederci.

Abbassò la testa e annuì.

- Lady Lit, dobbiamo rischiare – dissi – chi non è il traditore non saprà che la battaglia è vicina.

A quel punto Lady Lit accettò e così ci dividemmo per chiamare gli altri.

Andai da Jack.

- Che è successo? – mi disse vedendomi in quello stato.

- Dobbiamo andare – risposi distaccata – Lady Lit vi deve parlare.

Andai a chiamare Philip, Greg e Vanessa, mentre Lady Lit dagli altri e insieme andammo alla Home. Ognuno prese i propri posti e io andai da Lady Lit.

Il traditore era lì, tra tutti noi, nessuno poteva fidarsi dell'altro. Le cose erano diventate complicate più del previsto.

Appena ebbe finito di parlare, ci fu agitazione nella sala: c'era chi si guardava attorno, chi abbassò la testa, chi cercava di riflettere. Jack mi guardava, sbatté velocemente gli occhi e deglutì. Scosse la testa e io guardai altrove.

Walter ad un certo punto si alzò e fece per andarsene, ma lo fermai.

- Dove vai?

- Devo riordinare la camera.

- Proprio adesso?

- È proibito? – si alterò – scusa.

Guardò tutti che nel frattempo si erano girati verso di noi e se ne andò. Poco a poco se ne andarono anche gli altri, anche Lady Lit, mentre io rimasi qualche minuto a guardare fuori. Alcuni di loro avevano assunto strani atteggiamenti, talmente strani che volli soddisfare il mio bisogno di sapere chi fosse il traditore con o senza l'aiuto di Lady Lit; in fondo ero io il capo della squadra.

DAISY - I'm supernaturalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora