Lady Lit era sempre più preoccupata e noi ragazzi eravamo sempre ognuno nelle proprie case, senza uscire e senza fare visita l'uno all'altro. Quel pomeriggio ognuno si esercitò con il proprio compagno, ma ogni cosa, ogni intesa, ogni azione, ogni confidenza era assente. Era come se nessuno si conoscesse; tutta l'amicizia che c'era era crollata come un castello di carta. Non ci guardavamo in faccia, eravamo indifferenti l'uno con l'altro, perfetti sconosciuti. Una situazione fredda che non mi piaceva per niente.
Ma, nonostante tutto, quella sera Laurie venne a trovarmi:
- Ciao, Debby!
- Ciao.
Si sedette vicino a me e disse:
- È orribile ciò che sta accadendo.
Abbassai lo sguardo a terra.
- Non voglio che pensi che sia io la traditrice - disse.
- Io non penso niente - risposi - io non mi posso fidare di nessuno, come te del resto.
- Come puoi non fidarti di me? O di noi altre?
- Non dovresti fidarti nemmeno tu.
- Non posso crederci - si alzò e se ne andò, la chiamai ma se ne andò subito.
Feci per chiamarla, ma mi ignorò. Scoppiai a piangere dal nervoso. L'avevo cacciata via. Avevo cacciato una mia amica, senza sapere se fosse davvero lei la traditrice. Dopo tutto quel tempo, come potevo comportarmi così? Come poteva comportarsi così la spia? Andai a sciacquarmi la faccia, e mi guardai allo specchio: forse davvero tutto ciò era assurdo. Forse davvero era impossibile uscire vivi dalla battaglia, dal nostro destino. Forse era veramente come diceva Walter. Walter. Non riuscivo a vedere nessuno come probabile traditore. Nessuno. Erano i miei amici, quelli là fuori, compagni di una vita.
Mi affacciai alla finestra di soppiatto e li guardai tutti: come potevano cadere cosi in basso? Philip e Greg mi guardarono pensierosi, io feci lo stesso quando Greg mi scoprì ad osservarlo; Vanessa e Fanny si scontrarono e non si girarono nemmeno per chiedere scusa; Dave era sulla veranda, seduto sul dondolo con le braccia incrociate e lo sguardo a terra. Era difficile da dire, ma eravamo in pericolo anche il quel momento. Jack, senza alcuna tensione, venne verso di me.
- Andiamo a fare una passeggiata giù al mare?
Al mare?
- Jack, ma che stai dicendo?
- Che c'è?
Continuai a guardarlo con aria interrogativa. Si fece serio d'un tratto.
- Tu pensi che sia io - affermò.
- No, io non penso niente - risposi - ma come fai a fare finta di niente?
- Perché so che il traditore non sono né io, né te.
Esitai: dopotutto lo conoscevo da poco tempo. Ma non volevo credere che potesse essere lui. Non avrebbe avuto senso. O forse si. Ma perché poi l'avrebbe fatto? Ero arrivata al punto di pensare anche le cose più brutte, ma non potevo credere che fosse stato così codardo da mettermi a bada per tutto quel tempo. Non poteva. Lui era sincero, lo era sempre stato, anche nei suoi difetti. Non mi avrebbe mai fatto del male. Nonostante il problema, mi resi conto che mi fidavo ancora di lui, o meglio che volevo farlo, ma Lady Lit era stata chiara: nessuna confidenza a nessuno. Ma come dovevo comportarmi con lui?
- Jack - mi soffermai - devo obbedire a Lady Lit.
Si sentì colpito come da una doccia fredda all'improvviso.
- Capisco - annuì.
- Jack...
- Buona serata - disse tutto d'un fiato andandosene.
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DAISY - I'm supernatural
ParanormalPRIMO CAPITOLO DELLA TRILOGIA----- Deborah Braun, 18 anni, scuola, affetti, ha una vita come tutti gli altri... fino a quando il sogno che fa tutte le notti comincia a ripetersi e niente sarà come prima. C'è qualcosa che ha a che fare con quel sogno...