Ero stanca. Stanchissima.
A pochi giorni dalla battaglia ho qualche linea di febbre, non poteva andare meglio, pensai ironica.
Mi sorpresi molto del disguido tra Jack e Philip; non mi andava a genio che avevano litigato a pochi giorni dalla battaglia, non avrebbe aiutato l'unione del nostro gruppo.
Quando le prove finirono, Lady Lit mi medicò con l'aiuto delle sue lacrime curative e, mentre io ero distesa sul letto con un grande taglio sulla gamba, tutti gli altri erano intorno a me. Lady Lit mi disse che nei prossimi giorni la ferita si sarebbe rimarginata del tutto e che se volevo camminare potevo farlo, ma lentamente.
- Meglio se sta a letto – disse Walter.
- No, ha ragione Lady Lit – disse Greg – deve rimettersi in piedi.
- Già – risposi io infine.
- Non fare cose forzate – disse Philip.
Gli sorrisi.
Jack era andato a prepararmi un cioccolato caldo e tornò con una tazza fumante.
- Con questa ti tirerai un po' su – mi disse.
Stava calando il buio e, mentre, gli altri cominciarono ad andare via, rimasi sola con Lady Lit:
- Sarà peggio di tutto questo, vero? – le chiesi.
Prese la tazza vuota dalle mie mani e l'appoggiò sul comodino. Poi prese la sedia della scrivania e vi si sedette, accanto al mio letto.
- È inutile che io te lo nasconda – rispose – ma credo di si: sarà peggiore.
- La profezia però ha detto che lo sconfiggeremo.
- La profezia – si soffermò – disse che sarebbero stati dieci ragazzi a imbattersi contro Moror
per riconquistare il regno nella sua originalità. Dipende comunque da voi.
Mi vide preoccupata, così riprese dicendo:
- Vi ho osservato, Debby: siete bravi, ce la farete, ce la faremo.
Annuii.
In quel momento entrò Jack, appoggiandosi alla porta e guardandomi con riservatezza.
- Vi lascio soli – disse Lady Lit.
Jack aspettò che se ne andasse e poi entrò.
- Allora... come stai? – gli chiesi.
- Io sto bene. Sei tu la disperazione in persona – sorrise.
- Oh, grazie – gli sorrisi – sei molto gentile, come al solito – ironizzai.
Mi alzai: non volevo farmi vedere in quelle condizioni.
- Non ti sforzare – mi disse – rimani a letto.
- No, devo reagire. Manca poco al gran giorno.
- Solo due settimane.
Andammo in soggiorno e lui mi aiutò. Camminavo abbastanza bene, il dolore a volte c'era, altre no.
La luna splendeva al centro del cielo e si specchiava sul mare. Ero appoggiata alla finestra e Jack era a pochi metri da me. D'un tratto si fece serio:
- Ti chiedo scusa se prima nella foresta ho alzato la voce. Il fatto è che Philip sta sempre in mezzo.
- Philip non sta in mezzo. È solo il mio compagno nelle prove. Non vorrei che tra voi sorgessero delle liti proprio ora! Dovresti chiederle a lui le scuse.
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DAISY - I'm supernatural
ParanormalePRIMO CAPITOLO DELLA TRILOGIA----- Deborah Braun, 18 anni, scuola, affetti, ha una vita come tutti gli altri... fino a quando il sogno che fa tutte le notti comincia a ripetersi e niente sarà come prima. C'è qualcosa che ha a che fare con quel sogno...