Capitolo 17

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Kathrine
Il sole entra dalla finestra e illumina il mio volto costringendomi ad aprire gli occhi, oggi è domenica e per fortuna non c'è scuola.
-Kathrine alzati, vieni con noi, oggi abbiamo una riunione.- sento la voce fastidiosa di mio fratello.
Sbuffo e vado a fare una doccia.
Appena esco mi dirigo in camera, metto una felpa nera, le all star nere e dei Jeans e mi dirigo alla base della nostra gang.
Appena entro nel piccolo magazzino dove si tengono le riunioni Rebecca mi viene ad abbracciare e ritorna a sedersi con quell'esemplare schifoso di Gabriel, io mi siedo accanto a mio fratello e Jake.
-Allora ho deciso che faremo esplodere la bomba domani sera- dice mio fratello.
Cazzo!?! Me ne ero dimenticata e ora cosa faccio? Oddio non voglio che Justin muoia, certo all'inizio lo volevo ma ora no.
-Ma se...se ne fossero accorti?- chiedo innocentemente.
-Non penso che se ne siano accorti e comunque non saprebbero come disattivarla-risponde.
-È così difficile disattivarla?-chiedo.
-Ma che ti interessa, non vorrai mica disattivare la bomba per loro(?)- dice Gabriel.
-No, l'ho chiesto per semplice curiosità- mento brillantemente fulminando con lo sguardo Gabriel.
-Beh, basterebbe tagliare il filo rosso dietro la bomba, è difficile perché ci sono tanti fili e se sbagliano filo la bomba scoppia lo stesso-risponde mio fratello ridacchiando.
Penso che disattiverò la bomba più tardi... verso sera, noto che durante la riunione Rebecca mi guarda male tutto il tempo, speriamo che non abbia capito niente.

Passo qualche ora nella mia stanza a girarmi i pollici dalla noia, mi annoio così tanto che ho persino fatto un'ora di studio e per me è assai, verso le 5:00 decido di uscire di casa per disinnescare questa maledetta bomba che sicuramente renderà il mio pomeriggio più vivo del solito.
Devo agire  in fretta, ma soprattutto prima che il mio improvviso coraggio vada a farsi fottere. Cerco di non pensare alla cazzata che sto facendo mentre salgo sull'autobus.
Scendo alla mia fermata, guardandomi intorno e cercando di orientarmi in quel posto che sembrava tutto uguale. Cammino per un po' prima di scorgere il posto dove Max mi aveva portato per piazzare la bomba.

Mi guardo intorno per assicurarmi che non ci sia nessuno nei paraggi e inizio a camminare verso il buco della parete del magazzino.
Spingo la superficie liscia, aprendo la fessura necessaria a farmi passare, mentre mi sorprendo del fatto che non si siano ancora accorti del muro rotto sul retro. Davvero, dovevano intelligentissimi quei tipi, noi siamo circa dei secoli avanti.

Prendo la bomba, la metto nella tasca della mia amata felpa ed esco dal magazzino.

Mi dirigo in mezzo agli alberi del boschetto, prendo il coltellino svizzero che mi sono portata e taglio il filo rosso e poi butto la bomba disattivata nel laghetto.

Comincio a camminare alzando il cappuccio della mia felpa, fino a quando non mi scontro con qualcosa, o meglio, con qualcuno. Alzo lo sguardo e immediatamente il mio sangue di congela.

Davanti a me c'è un ragazzo con la pelle scura, con delle treccine, abbastanza alto e muscoloso, mi pare che si chiami Jaden , ed è uno dei più forti della gang di Justin.
Trattengo il respiro sperando che non mi riconosca, ma ovviamente la fortuna gira alla larga da me come sempre del resto. Appena il ragazzo mi riconosce inizio a correre più veloce possibile in direzione della piazzetta da dove potrei trovare la strada per la fermata dell'autobus.

-fermati cazzo!- mi urla infuriato mentre io accelero, ma lui è velocissimo e mi raggiunge, mi blocca per un braccio e mi spinge  verso il tronco di un albero, mentre vedo arrivare un suo amico che mi pare si chiami Dan.
-Bravo Jaden- dice ridendo Dan. Cerco di divincolarmi, ma il ragazzo aumenta la presa stringendomi in una trappola dalla quale è impossibile evadere.

Mi guardo intorno in preda al panico, sperando che arrivasse qualcuno a  salvarmi.
-Lasciatemi...-dico con voce decisa mentre lanciavo un calcio ai gioiellini di Jaden, che stringe i denti sopportando il dolore.

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