Capitolo 11

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Kathrine
Scendo dell'autobus abbastanza stanca, inizio a camminare verso casa mia, appena entro, chiamo mio fratello, ma non c'è, sicuramente sarà con la gang, mi vado a fare una doccia veloce, mi lego i capelli in una coda scombinata, infilo una tuta grigia, accendo la TV e mi butto sul divano, mentre faccio zapping, mi fermo su un telegiornale, la giornalista inizia a parlare:
-Un'ora fa è stato trovato il corpo di una giovane ragazza priva di vita- dice.
Appena spunta la foto mi si ghiaccia il sangue, è la ragazza di stamattina.
-È stata strangolata e presa a botte da qualcuno, i poliziotti non hanno prove ma pensano già chi possa essere stato, appena ci saranno nuove informazioni sulla morte della giovane ragazza verranno subito comunicati- continua la giornalista.
Spengo subito la TV perché sento sbattere la porta con forza. Mi volto e vedo la faccia rossa di Rebecca, che con faccia accusatoria mi punta il dito contro, prima che possa parlare la fermo. –Lo so che sei arrabbiata, e hai ogni motivo per esserlo.. ma ho una ragione valida per  non averti avvisato- le dico alzando le mani in mia difesa.
-okay, parla, voglio sentire sta ragione valida-mi dice Rebecca.
-Ehm... si..- prendo tempo, mentre la mia mente elabora una possibile scusa.
-Stamattina sono uscita, quando ha cominciato a piovere. Ero senza ombrello e  mi sono bagnata completamente e sono pure caduta graffiandomi . Non potevo venire a scuola in quelle condizioni, quindi sono tornata a casa per medicarmi la ferita e farmi una doccia, ma si era fatto troppo tardi e così non sono andata a scuola - concludo con un piccolo sorriso, soddisfatta della mia invenzione dell'ultimo minuto.
-Va bene, sei perdonata- dice abbracciandomi, mentre sospiro di sollievo. All'improvviso mi sento in colpa, forse perché  non ci sono mai stati segreti tra di noi, e adesso eccomi lì, a mentire spudoratamente alla mia migliore amica. Mi consolo pensando che le sto mentendo per una buona causa.

Restiamo un'oretta a casa, in cui lei mi racconta gli ultimi gossip scolastici, mi rendo conto che nei giorni in cui non vado a scuola succede di tutto e di più ,mentre quando sono presente non succede mai un cazzo.

Bussiamo alla porta metallica del magazzino.
-Chi è?- chiede Jake
-Apri sta cazzo di porta- dice spazientita Rebecca
Ci sediamo velocemente vicino a Giulia e Marco.
-Max dicci che dobbiamo fare- dico nervosamente. Alzo lo sguardo su mio fratello, che mi lancia uno sguardo divertito, vedendomi così volenterosa di distruggere quei bastardi.
-Non è nulla di complicato.. – inizia lui, guardando prima me e poi Rebecca
-Amico, ci abbiamo lavorato per tre mesi, se non è complicato!- scherza Marco ridendo.
-Ok.. è stato complicato, ma  voi non dovete preoccuparvi di questo- continua ridacchiando.

Mio fratello sospira scuotendo la testa davanti alla nostra impazienza, tirando fuori una valigetta. La apre con cura, come se contenesse diamanti o cose del genere, per mostrarci una piccola bomba.
-Ecco a voi- dice orgoglioso, mentre tutti, a eccezione mia e di Rebecca, lo guardano stupiti.
-Tutto qui? -chiedo delusa mentre aggrotto la fronte.
-TUTTO QUI?!? È una bomba che emette un fumo in grado di eliminare l'ossigeno nell'aria per 3 o 4 Km e ammazza chiunque si trovi nelle vicinanze in meno di un minuto- dice Max guardandomi male, come se avessi bestemmiato.
Guardo incredula la piccola bomba di metallo tra le mani di mio fratello, prima di parlare –E cosa ci dovreste far fare?- domando confusa.
-Voi dovete solamente piazzarla nel rifugio dei "The Danger", che poi vi diremo dove si trova e appena vi sarete allontanate e ci saremo assicurati che in coglioni sono in casa, la faremo esplodere- dice mio fratello indicando il piccolo pulsante rosso all'interno della valigetta.

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