Kathrine
Justin aveva appena detto che il nostro era un appuntamento o mi ero immaginata tutto?
Rimango immobile ripercorrendo mentalmente gli ultimi secondi della mia vita. Okay, probabilmente sto impazzendo e ho le allucinazioni.
Lui si gira verso di me capendo cosa stavo pensando.-Si, è un appuntamento- ripete divertito.
Quel ragazzo ha proprio bisogno di riordinare le proprie idee. Insomma, come puoi odiare una persona al punto che arriveresti all'ucciderla e solo poche ore dopo invitarla fuori per un... appuntamento?
Il silenzio è diventato imbarazzante.
-Mi potresti ridare il cellulare?- chiedo
-Prendilo è nella mia tasca posteriore, io per ora non posso- risponde ridacchiandoGuardo nella sua tasca posteriore e vedo il mio amatissimo cellulare, però sarebbe molto imbarazzante prenderlo e lui lo sta facendo apposta a farlo prendere a me, comunque glielo sfilo lo stesso dalla tasca indifferentemente.
Tempo di tenerlo in mano che mi arriva una telefonata e siccome sono annoiata rispondo:-Pronto?- rispondo.
-Hey Katy sono Gabriel- dice , lui è un ragazzo della mia gang, è insopportabile, però non si può dire che sia brutto, ha un bel fisico, è biondo e ha pure gli occhi azzurri, ma sinceramente a me non piacciono tanto gli occhi azzurri, ci sono persone che sclerano quando li vedono e a volte mi viene voglia di chiedere a queste ragazze cosa vedono di così meraviglioso in quegli occhi.
-Che vuoi?- rispondo fredda.
-Dove sei?- chiede
-Che ti interessa?- rispondo con un'altra domanda.
-Vorrei portarti fuori a cena, per questo mi interessa- dice
-Non sei il mio tipo- dico e riattacco il telefono prima che sta persona insopportabile parli ancora.Sento Justin ridere.
-Ma allora tratti così tutti i poveretti che vogliono uscire con te- dice ridendo
-Diciamo di si- dico con fare sufficiente
-Chi era quel Gabriel?- chiede seriamente
-Nessuno di importante- rispondo
-Okay- dice luiSento la mia pancia brontolare, rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossi affamata.
-Tranquilla siamo quasi arrivati- dice Justin ridendo, facendomi capire di aver sentito il rumore prodotto dal mio stomaco. Annuisco arrossendo, sistemandomi i capelli in modo che non si vedesse il rossore sulle guance. Devo darmi assolutamente una calmata, io non sono il tipo di ragazza che arrossisce per ogni minima cosa, sono Kathrine Russo e mi devo comportare come tale, non come una ragazzina.
Sento la macchina fermarsi, così guardo fuori dal finestrino curiosa di scoprire dove mi ha portato. Il nome non c'è, dall'esterno sembra una baita, è costruita interamente in legno, non è nemmeno un locale tanto grande, però è rustico e carino. Scendo dalla macchina guardandomi intorno, la struttura era circondata interamente da alberi.
-Vieni o rimani lì?- chiede Justin che è già vicino all'entrata.
Non rispondo nemmeno, metto le mani in tasca e raggiungo l'entrata.
I muri sono in legno, mentre una luce soffusa illumina una piccola sala con pochi tavoli. Vicino al muro c'è un bancone come quello dei bar western, dove in passato si offriva la birra, ma penso che ora oltre alla birra offrano pure alcolici. Le poche persone che ci sono ridono e parlano. È piacevole e accogliente, ma mi rimangio tutto appena vedo la cameriera che ci viene incontro.-Ehi Jus, che piacere!- esclama con la sua vocina acuta, avvicinandosi a Justin.
La squadro dalla testa ai piedi. Lei è la classica principessa delle fiabe, ha i capelli biondi raccolti in una treccia laterale e gli occhi azzurri. È un po' bassina, ma ha un bel fisico. La camicia bianca è perfettamente stirata sbottonata che lascia in mostra il suo seno, la gonna le arriva precisamente sotto il sedere . È bella, non glielo si puó negare.
Non capisco perché mi importa tanto, in fin dei conti la sua vita privata non è affar mio.
Mi schiarisco la voce per far notare alla ragazza la mia presenza, perché in questo momento mi sento di troppo. Lei si gira verso di me, lanciandomi un sorriso falsamente amichevole –Ciao, io sono Jessy. Piacere di conoscerti- dice con voce falsamente gentile porgendomi una mano.
-Piacere mio- dico stringendo la sua mano con riluttanza, sorridendo forzatamente.
-Venite, vi assegno un tavolo- dice la bambolina sorridendo, avviandosi verso un tavolo.
-Non c'è bisogno, io me ne sto andando- dico
Allora Justin mi prende per il braccio e mi porta in un angolino del ristorante.
-Che vuol dire che te ne stai andando?- chiede irritato.
-Quello che hai sentito- rispondo altrettanto irritata.
-Non te ne puoi andare- dice lui.
-Senti bello io e te non dovremmo nemmeno conoscerci e poi non puoi darmi ordini, io me ne posso andare quando voglio- dico mentre facciamo una specie di gara a chi ha lo sguardo più minaccioso.
-E come te ne dovresti andare?- chiede
-Bho, troveró un modo- rispondo
-Senti almeno spiegami il perché?- chiede quasi esasperato
-No- rispondo, so che sembro una bambina, però non glielo voglio dire il perché, se no potrebbe sembrare che lui mi interessa, cosa assolutamente falsa.
-Dai almeno rimani un po', in caso se ti stuffa te ne vai- chiede cercando di mantenere la pazienza.
-Okay- rispondo.Ritorniamo da Jessy che ci mostra un tavolo, ci sediamo e pochi minuti dopo ritorna la barbie.
-Che ordinate?- chiede la barbie.
-te- risponde Justin ridendo.
Inizio a maledirlo mentalmente, ma sto ragazzo che cazzo ha in testa?!? Sassolini? Mah. Per quel poco che so io quando si esce per un appuntamento con una ragazza non si flirta con le altre.
-Vado un attimo in bagno- dico anche se nessuno penso mi stia ascoltando, mi lavo il viso e riesco. Appena sono a tre tavoli di distanza dal mio vedo Justin baciare la puttanella della cameriera che ora è pure sulle sue ginocchia. Ora mi sento veramente di troppo, mi sento il terzo incomodo, ma non voglio passare come una fifona che scappa se vede un ostacolo, ma non voglio nemmeno rimanere a vedere i baci che si scambiano quei due. Così presa dalla rabbia vado verso di loro.
-Sai che ti dico?!? Justin sei un pezzo di merda! Vaffanculo, non ti voglio più rivedere nella mia vita- dico arrabbiata più che mai.Esco dal locale ignorando il fatto che fosse buio e che non sapessi minimamente mi trovassi .
Inizio a camminare sperando di trovare qualcuno che mi dia un passaggio o una fermata dell'autobus, ma non vedo niente. Poi vedo la macchina di Justin vicino a me.
-Che vuoi? Hai lasciato la barbie?-chiedo irritata.
-Sali dai, ti do solo un passaggio- dice sospirando passandosi una mano fra i capelli.
-Solo un passaggio- chiarisco.
Salgo al posto del passeggero, rimaniamo in silenzio, la tensione tra noi due è palpabile, per fortuna arriviamo a casa mia prima del previsto.
-Ciao- dico prima di entrare nel giardino di casa mia.
-Ciao- risponde con voce bassa.Sospirò aprendo la porta di casa.
Mi dirigo in cucina per mangiare qualcosa, ma trovo mio padre pronto a farmi la ramanzina.
-Kathrine, sono le undici e mezza. Mi dici dove diavolo sei finita? Io e tua madre eravamo in pensiero per te- dice deluso dal mio comportamento.
-Sono rimasta a cena da Rebecca- mento mentre mi preparo un panino con la Nutella. L'unica cosa che volevo era mangiare, andarmene in camera mia e dormire per concludere quella giornata di merda.
-Allora perché stai mangiando?- chiede indispettito.
-Perché ho ancora fame(?)- dico sbuffando
-Potevi anche avvertirci- dice mio padre.
-Avrei potuto, ma non l'ho fatto. Ora scusatemi ma sono stanca, e domani ho scuola- ribatto scocciata, portando il panino in camera mia.Justin
Sono incazzato con quella puttanella di Jessy, all'inizio cercavo di far ingelosire Kathrine, poi quando Kathrine se ne era andata in bagno Jessy aveva fatto una scenata di gelosia e io le ho spiegato che tra me e lei non c'era niente( io e Jessy), così appena Jessy ha visto Kathrine uscire dal bagno ,si è seduta sulle mie gambe e si è fondata velocemente sulle mie labbra. Alla puttanella gliela farò pagare, non so cosa provo per Kathrine ,ma so che non le voglio stare lontano.
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Never Back Down
Fanfiction"Questo è...un'amore sproporzionato, complicato, magari non corrisposto, un'amore malato e drogato, un'amore senza senso, un'amore che pur essendo catastrofico, è riuscito a sopravvivere a tutto questo" FRASE TRATTA DAL LIBRO "Sembra quasi che ci si...