Capitolo 39

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Justin
Mi squilla il telefono, così mi alzo dal mio amato letto e lo vado a prendere.
-Pronto, chi parla?- chiedo.
-Sai la tua ragazza è un bel bocconcino- sento una voce che non riesco a riconoscere.
-Chi sei?- chiedo perdendo la pazienza.
-Una persona che conosci molto bene- dice ridacchiando.
-Jason...- dico finalmente capendo chi è, lui è un ragazzo che poco tempo fa abbiamo buttato fuori dalla gang.
-Ma che bravo...ti consiglio di tenerti stretta la tua bambolina, se non vuoi che le succeda qualcosa di brutto- dice ridendo.
-Io ti ammazzo, bastardo!- urlo ma lui chiude subito la telefonata.
Corro subito a casa delle ragazze.
-Che vuoi?- chiede Elis vedendomi correre.
-Dov'è la stanza di Kathrine?- chiedo a mia volta.
-In fondo al corridoio- risponde.
Corro subito verso quella stanza aprendo la porta e facendo un sospiro di sollievo vedendo che lei dorme, così mi siedo accanto a lei accarezzandole il viso, per paura che possa sparire da un momento all'altro.


Kathrine

Sento qualcuno che mi accarezza.
-Ho paura che mia abbandoni...ti prego non farlo pure tu- sento mormorare.
Così apro leggermente  gli occhi e trovo Justin con le lacrime agli occhi.
-Justin io non ti abbandonerò e poi...perché dovrei- dico con voce assonnata.
–Perché faccio del male a tutte le persone a cui voglio bene, perdo il controllo e mando sempre tutto all'aria, e non voglio farti soffrire.- dice tristemente.
-Non dire cazzate. Pensi davvero che riuscirei a stare senza di te? No Justin, non potrei mai, quindi smettila di dire assurdità, io non vado da nessuna parte- dico.

-Invece te ne andrai, ti stancherai di me. Ti porteranno via- si lamenta prima di prendersi la testa tra le mani.

–Non dovevi vedermi così, fanculo- continua urlando, mentre io sobbalzo per il suo cambio d'umore.

Lui ha bisogno di me, mi ha aiutato tante volte e ora tocca a me assicurarmi che stia bene.

-Due anni fa le cose erano esattamente come ora. C'era la mia banda, quella di tuo fratello e tante altre minori, ma nessuno si preoccupava di loro. Un giorno ebbi una piccola discussione con un mio carissimo amico Jason, per una ragazza. Ci fu una rissa, in cui io riuscii a metterlo in ridicolo davanti a tutti. Giurò che si sarebbe vendicato, ma non diedi peso alla cosa. In quel periodo io non vivevo con gli altri ragazzi, vivevo con la mia famiglia. Un giorno mentre tornando a casa non trovai ne i miei genitori, né mio fratello, né mia sorella, ma non me ne preoccupai tanto. Dopo un'ora mi arrivò un video e in quel video c'erano Jason e la mia "ragazza" che ridevano mentre con due colpi di pistola ammazzavano i componenti della mia famiglia- dice mentre l'abbraccio, cercando di consolarlo...lui non mi ha mai detto questo...non pensavo che avesse sofferto così tanto e vederlo così indifeso mi spezza il cuore.

-Gli unici a starmi vicini furono i ragazzi, soprattutto Chaz. All'inizio non parlavo, non mangiavo e la notte notte non dormivo, perché gli incubi mi perseguitavano. Questa storia durò un anno circa, poi mi ripresi e ora Jason vuole prendersi pure te. Lui non deve toccarti- dice con un'espressione tra l'arrabbiato e il triste.

-Non mi accadrà niente. Io non sono indifesa. Non mi farei scrupoli nell'uccidere se ce ne fosse bisogno- dico sicura.
–Ti amo- dice posando la sua fronte sulla mia.
–Ti amo anche io- rispondo.

-Questo è solo l'inizio di una guerra- dice più a se stesso che a me.

Never Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora