Capitolo 27

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Pov Kathrine
Devo dire che vedere la tua migliore amica puntarti una pistola contro non è proprio il massimo.
Rimango scioccata a fissarla, il suo sguardo è pieno di rabbia ed esitazione. Mentre tiene la pistola ferma, le tremano le mani.

-Rebecca datti una calmata! E abbassa quell'aggeggio- quasi urlo per l'agitazione.

La vedo tentennare, ma dopo ripone l'arma nella tasca posteriore dei suoi jeans per avvicinarsi a me puntandomi un dito contro.

-Sei una stronza!- urla spingendomi lievemente.
-E perché? Illuminami- rispondo sarcasticamente incrociando le mie braccia davanti al petto.
Sembra davvero infuriata, e non posso darle tutti i torti. Devo solo cercare di difendermi e negare qualsiasi cosa dica.
-E me lo chiedi pure? Stai andando da quel coglione, per raccontargli tutto, tradendo noi che siamo la tua famiglia. Sei una traditrice!- urla per spingermi.

–E chi cazzo te lo dice che sto andando davvero da lui? E' così difficile credere che io sia uscita solo per fare una passeggiata?-
Dico alzando gli occhi al cielo.
-Non raccontarmi stronzate, sappiamo tutte e due che  ho ragione io- dice a denti stretti.

-Ora ascoltami. Sei la mia migliore amica e tutto il resto, ti voglio bene ma stai cominciando ad esagerare. Mi segui per caso? Ti apposti ogni sera sotto casa mia per controllarmi? Perché se è così allora risolviamo la faccenda in un'altra maniera-  la minaccio.

–Se proprio vuoi saperlo si, questa sera sono venuta qui apposta. Mentre tornavo Gabriel mi ha informato della sparatoria, e visto che già una volta hai mandato all'aria i piani distruggendo i microchip, ho pensato di controllare che non facessi cazzate come questa- ribadisce indicandomi per alludere alla situazione.

-Quindi pensi sia stata io a distruggerli?- domando cercando di sembrare offesa.
-Si- risponde subito, mantenendo un tono di voce freddo e deciso.

-Questa volta non te lo permetterò. C'è in gioco la vita delle persone che dovresti proteggere, e non tradire alle spalle.Ti rendi conto che se tu glielo dicessi avrebbero tutto il tempo per organizzarsi? Questo significherebbe perdere quasi sicuramente qualcuno dei nostri. Vuoi questo, Kathrine ?- chiede inarcando un sopracciglio, facendo un passo avanti verso di me.

–No, non voglio- rispondo abbassando lo sguardo.
–E allora tornatene a casa, e lascia stare quello stronzo. Torna ad odiarlo, questo è quello che devi fare- dice seria.

Aggrotto la fronte indecisa sul da farsi.
Rebecca può anche spingermi fino a casa, chiudermi dentro il ripostiglio senza cibo, senza acqua. Lei e mio fratello potrebbero picchiarmi, farmi il lavaggio del cervello, privarmi dell'aria. Ma mai riuscirebbero a farmi odiare Justin, è più forte di me.

Non voglio di certo che Justin uccida mio fratello, ci mancherebbe, ma penso solamente che se gliene avessi parlato avremmo trovato una soluzione.

-Va bene- mento a Rebecca avvicinandola a me prima di abbracciarla. Ricambia l'abbraccio.
-Sapevo che avresti fatto la giusta scelta- mormora ridendo prima di scivolare via dalle mie braccia. Povera illusa.

Cammino verso il cancello di casa mia , la vedo salutarmi prima di avviarsi per il breve sentiero che portava a casa sua. Quando la vedo sparire immersa dal buio mi metto a correre. 

Mi ritrovo in mezzo alla strada, vicino al bar pieno di ragazzi e ragazze pronti per tornarsene a casa o in qualche ristorante per cenare.
Entro guardandomi intorno, aggrottando la fronte quando mi accorgo di quante persone ci siano all'interno del locale.
Non avrei mai trovato Justin in mezzo a quel casino.

Sento qualcuno abbracciarmi da dietro.
-Ehi piccola, sono io- mormora quell'inconfondibile voce facendomi rabbrividire.

Mi giro verso di lui sorridendo.
Ricambia avvicinando le sue labbra alle mie, prima di baciarmi. Quando si stacca lo tiro verso di me, facendo il broncio.
Ride tornando a baciarmi, questa volta più a lungo.

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