Capitolo 35

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Kathrine

Gabriel si avvicina, guardando la frusta con un sorriso sadico. Sono terrorizzata e non ho via di scampo. Posso solo resistere e sperare che Justin riceva il messaggio e che riesca a trovarmi.

Proprio quando tutto si è risistemato vengo rapita da un pazzo versione Christian Grey, che vuole farmi soffrire.

Cerco di non farmi toccare dal maniaco correndo da una parte all'altra della stanza.
-Io amo giocare con te, pensa come sarà il resto della nostra vita insieme- dice facendomi impallidire notevolmente, preferisco morire piuttosto che rimanere a soffrire per il resto della vita.
Nel momento di distrazione mi prende per il braccio e mi attacca al lettino, mette la frusta da parte e prende un coltello abbastanza affilato.
-Oh Katy...tesoro, vorrei non farti male- dice accarezzandomi la pancia scoperta.
-E allora perché lo stai facendo?- chiedo cercando di capire i suoi pensieri contorti.
-Perché tu mi stai obbligando a farlo- dice tagliando la pelle della mia clavicola fino al gomito, facendomi urlare di dolore.

Sempre con quel suo sorriso sadico si mette a cavalcioni su di me, ignorando le mie urla di dolore dovute alla ferita profonda e sanguinante.

-E' un peccato che una ragazza così bella debba morire- mormora facendo il finto dispiaciuto, mentre cerca di sbottonare i pantaloni.

Mi gira la testa, il dolore dovuto alla grossa perdita di sangue è troppo e insopportabile. Chiudo gli occhi decisa a sopportare il dolore fino alla fine, ormai mi sono arresa.

-E ora dov'è il tuo fidanzatino?- domanda ridendo mentre sento un dolore al petto al solo pensiero di Justin.
-Cercavi me?- domanda una voce che conosco meglio di me stessa. È venuto a salvarmi.

Apro gli occhi di scatto girandomi verso la porta caduta a terra, trovando Justin che sorride trionfante stringendo in mano una pistola. Il suo sorriso si spegne quando mi vede ferita, senza maglietta e con uno sguardo terrorizzato.

Sposta subito lo sguardo su Gabriel.

-Hai qualche preghiera da fare? - dice Justin avanzando in sua direzione.
–Mi è bastato vedere la tua amata ragazza urlare dal dolore, penso che sia meglio di qualsiasi altra cosa- risponde provocandolo.
-Figlio di puttana!- urla prima di puntare la pistola contro Gabriel , che evita il proiettile. Justin corre rapidamente verso di me liberandomi da quel dannato lettino.

Gabriel da un calcio allo stomaco di Justin che cade a terra, facendo arrivare la pistola verso di me e si avvicina pericolosamente a lui con il coltello in mano ed un sorriso sadico in volto.

-A quanto pare sei arrivato alla fine Bieber, come la tua fidanzatina del resto- sghignazza.

Prendo velocemente la pistola.
Quando mi volto vedo Gabriel  alzare in aria il coltello, mi avvicino a lui con la pistola in mano.
–A quanto pare sei tu ad essere arrivato alla fine- sussurro mentre Gabriel  si volta guardandomi sorpreso. Premo il grilletto e
vedo il suo corpo privo di sensi accasciarsi a terra, con il sangue che sgorga copiosamente dal petto.
Non ho mai ucciso nessuno e ora mi sento male al solo pensiero di averlo fatto.
Chiudo gli occhi cadendo sul pavimento mentre le lacrime scendono sul mio viso. Spero solo di risvegliarmi per scoprire che questo è stato solo un incubo.
Justin mi abbraccia da dietro.
-Non piangere piccola, è tutto finito.- mormora accarezzandomi i capelli.

Mi stringo forte a lui continuando a piangere. Lui continua ad accarezzarmi, prima di sollevarmi da terra. Chiudo gli occhi evitando qualsiasi pensiero.
Mi adagia con cura sul sedile della macchina, prima di posare la sua giacca sulle mie spalle. Mette in moto rimanendo in silenzio e anche se non lo guardo sento il suo sguardo preoccupato addosso.

Il viaggio sembra interminabile, ma alla fine la macchina si ferma e Justin viene ad aprire il mio sportello e prendermi nuovamente in braccio. Sento una porta aprirsi prima di richiudersi.
-Che è successo?-
-Cazzo Justin, dove sei stato!-
-Oddio mio-

Sono tante voci, diverse, ma tutte sembrano preoccupate e scioccate.

-Vi racconterò domani, state zitti- taglia corto Justin iniziando a salire delle scale.

Apro gli occhi scorgendo Justin riempire una vasca con dell'acqua calda. Si gira verso di me levandomi la giacca.
Mi gira intorno, facendo una smorfia ogni volta che scorge una ferita o un livido.

Rimango a guardare il suo volto. So quanta rabbia abbia in corpo, e sono consapevole di quanto desideri  che io parli, ma purtroppo in questo momento non ci riesco.
Mi sento morta dentro, ho solo voglia di riposare.

Con un movimento secco slaccia il gancetto del mio reggiseno sfilandomelo, per poi fare lo stesso con i pantaloni e la biancheria. Non se ne approfitta, mantiene il suo sguardo sul mio viso. Mi aiuta ad entrare nella vasca, per poi sedersi su uno sgabello rimanendo a guardarmi mentre mi rilasso nell'acqua calda.

-Kathrine- mi chiama cercando il contatto visivo.

-Ti prego, parla, dì qualcosa- mi pregò esasperatamente avvicinando lo sgabello al bordo della vasca.

–Hai paura di me?- chiede terrorizzato all'idea.
-No, perché dovrei?- dico con voce roca.
-Non lo so, per ora mi sembri così indifesa e spaventata- dice accarezzandomi i capelli.
-Avevo paura che non mi trovassi- dico sinceramente.
-Io ti troverò sempre, dovunque ti trovi amore mio- dice dandomi un bacio sulla testa e uscendo dalla stanza.

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