Capitolo IV

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Caro diario,

oggi è il 31 ottobre, Halloween!

Adoro Halloween. Non sono una fifona, anzi a volte sfocio in un leggero sadismo; ma nulla di grave.
Semplicemente non sopporto i teppistelli che suonano la notte alle porte con l'unico risultato di arricchire le tasche dei loro dentisti.

Ricordo benissimo la notte di Halloween di quando avevo 8 anni, ma per raccontarla cambiamo atmosfera...

Era una notte buia e tempestosa. Fuori pioveva come non aveva mai piovuto, tuoni fragorosi, lampi a squarciare il cielo in due, nuvole nere quasi a coprire la luna, piena, unica luce a risplendere in quella tetra sera...
Tutta la casa era illuminata solo da candele e lanterne, adorna di scheletri e zucche intagliate.

Io... io ero un pipistrello. Si, esattamente, ho appena rovinato tutto.

La mamma mi aveva cucito un costume da topo con le ali con la stoffa nera di scarto in simil-velluto con cui aveva realizzato dei copripoltrona per il salotto e io correvo, anzi "volavo", per tutto il piano inferiore urlando: "Sono un pipistrello! Sono un pipistrello!"
Quel costume era veramente orribile (scusa mamma). Quella stoffa ritagliata a caso, il cappuccio con le orecchie troppo largo che mi ricadeva sempre sugli occhi, le ali mosce e cadenti. Ma mi divertivo tanto.

Il mio rapporto con Mic in due anni si era migliorato ma non lo ritenevo ancora mio fratello; raramente giocavamo insieme, lui preferiva stare al computer o ascoltare musica, solo. Nell'anno di quella sera di Halloween era in prima media e da quel che riuscivo a capire origliando da dietro la porta non se la passava tanto bene...veniva deriso a causa della sua "asocialità", parlava poco e studiava ancora meno. Le feste, come ricorderai, non gli piacevano per niente. Neanche Halloween.

Era nella sua stanza in soffita, lo sentivo mentre giocherellava con una pallina da tennis contro il muro. Sembrava ancora triste come il primo giorno.

Il piccolo pipistrello serbava ancora rancore.

Mentre stavo a testa in giù su una delle poltrone nel tentativo di imitare un pipistrello che dorme sento mia mamma urlare

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Mentre stavo a testa in giù su una delle poltrone nel tentativo di imitare un pipistrello che dorme sento mia mamma urlare.

"Micky dove sei?! Mic! Se non ti fai vedere immediatamente io..."
Scoppiò a piangere.
"Dov'è che sbaglio? Dove?!" disse in un mare di singhiozzi.
Papà corse subito a consolarla e iniziarono a cercare Mic.
Non lo trovarono.

La preoccupazione saliva ancora, l'ipotesi più plausibile era che fosse scappato di casa; non sarebbe stata la prima volta. Scappava e tornava appena prima di cena solitamente. Ma adesso era notte fonda.

Non capivo la gravità della situazione quindi continuavo a fare il pipistrello...

Finchè non sentimmo suonare il campanello. Allora scattai in piedi e sbattendo le alette nere vado ad aprire, senza neanche chiedere chi fosse.

<<Dolcetto o scherzetto?>> presi il cestino con le caramelle, le divisi a tutti e infine li congedai. Neanche il tempo di chiudere e il campanello suona di nuovo.
Riapro.

Stavolta non c'era nessuno.

Ma la storia si ripete. Più volte.

Una normale bambina, spaventatissima, sarebbe corsa dai genitori a chiedere aiuto. Ma come ho già detto, io non erl quel tipo di bambina.

Uscii in giardino. E con una folata di vento (credo) la porta si chiuse...a chiave.

Ora avevo davvero paura ma non sapevo dove rifugiarmi, finchè non vidi una lucina intermittente tra le fronde dell'albero che sorge in giardino.
Appena mi avvicino una corda scende dalle fitte foglie e, anche se con non poche difficoltà a causa delle ali penzolanti, inizio ad arrampicarmi.
Un enorme senso di fiducia proveniva da quei rami. Sentivo come un'aura benevola avvolgermi. Probabilmente mi ero tanto immedesimata in un pipistrello che mi era spuntato il radar.

Poggiai i piedi su una rudimentale piattaforma di legno. Era una piccola casa sull'albero! Non so quanto sia sicura ma è sicuramente graziosa: un paio di torce, dei cuscini, qualche gioco da tavolo e dei libri sparsi in giro.

"Boo!"

"Mic! Sei stato tutto il tempo qua!" urlai;

"Shh! O ci scopriranno." mi ammutolì mettendomi l'indice davanti alla bocca.

"Ma la mamma è preoccupata, torniamo dentro."

"Promettimi solo che non parlerai a nessuno del nostro nascondiglio segreto." Sorrideva così solo quando era con me, ed era radioso.

"Promessa da pipistrello!"

Ci abbracciammo, credo per la prima volta.

Tra un mesetto sarebbe stato Halloween anche per me. Penso festeggeremo a casa di Roby come tutti gli anni, peccato non sospendano la scuola per quel giorno.
Come avevo ormai capito ecco le prossime "istruzioni":

Apri la scatola 2

Era ovvio, pensai.
Stavolta la scatola era più grande di quella della candelina, e anche più polverosa.
Il costume da pipistrello di Rosa...era veramente brutto.
Purtoppo un'ala era tutta strappata, forse durante le vacanze natalizie l'avrei ricucita e chissà magari anche adattata alla mia taglia. Mi piace l'idea di una mega tuta da pipistrello e poi il nero snellisce!

...

Mi si spense la torcia; le batterie si erano scaricate.

Ovviamente caddi dalle scale.

Diario di una yandere occidentaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora