Capitolo VI (parte 2)

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Non ci posso credere.

Il fratellastro di Rosa si era innamorato di lei? M-ma è incesto, credo. Va bene che non sono fratelli di sangue, non sono neanche lontanamente imparentati ma dopo aver passato tutti quegli anni come fratello e sorella...

Magari nel diario troverò altro. Ma sono le 2 di notte, domani ho scuola.

IL COMPITO DI LATINO! NON SO NIENTE! Tra il diario, il tizio che mi spia e Raimondi ferito mi sono scordata il compito su Cicerone. E se lo saltassi? Non è da me e la mia fedina scolastica ne risentirebbe comunque. Va bene allora, andiamo a imparare il "De oratore" a memoria e speriamo mi avanzino un paio d'ore per un sonnellino.

Ore 8:00

- Me lo potevi dire ieri sera che l'aveva spostato alla settimana prossima! Ho studiato fino all'alba. - esclamai nervosa a Roberta, ma lei era troppo intenta a controllare le notifiche di facebook che non mi ascoltava. Accennò uno "scusa" senza alzare gli occhi dal cellulare mentre Mr. Sotutto si avvicinava velocemente strisciando i piedi a terra:

- Oggi abbiamo compito di latino? E non ne sapevo nulla?! - Anna sta per accennargli la verità ma con uno sguardo la fermo in tempo ed entro in scena, più malefica che mai - Già, era su tutte le opere di Catullo e Cicerone che abbiamo fatto; perché? Non hai studiato? -
- Non avevo idea! Aiutami! Fammi vedere tutte le traduzioni, magari le fotografo col cellulare e ho qualche speranza di copiarle. Ma se poi mi scopre? - era nel panico.

- Mi dispiace, devo ripassare io. - rispondo freddamente, ma sento ghignare la mia "me" interiore - Certo che sei proprio inutile, ti prego, per favore, farò tutto quello che vuoi se mi aiuti! - 

- Tutto quello che voglio? - 
- Tutto. Ti porto lo zaino, ti faccio i compiti, ti pulisco la casa, ti faccio una ricerca sulla gestazione degli elefanti, ti vado a estrarre dell'uranio 235 e ti costruisco una centrale nucleare solo per te, ti porto sulle spalle fino all'Amazzonia, ti... -

- Basta basta, affare fatto. Tieni il mio quaderno, posso anche non ripassare. -

Eccolo che se ne va tutto ansiolitico a ripassare...ihihih ma lui non sa...è proprio questo il bello, per una volta sono d'accordo con te. 

Mi siedo al mio solito posto e per una volta non lo trovo a invadere il mio spazio personale: niente piedi sotto la mia sedia, spalle al muro e libri nella mia parte di banco; sta tutto rannicchiato sul mio quaderno nel tentativo di ripassare in tempo. Quanto sono malvagia.

Entra la prof, una supplente. Raimondi alza appena lo sguardo dal libro, lo rimette giù, poi realizza cosa sta accadendo e mi guarda con gli occhi spalancati. E' in uno stato di euforia estrema, si alza in piedi sulla sedia e urla dalla gioia. Quando si accorge di essere l'unico a gioire si ricompone - Perché non siete contenti? Manca! Niente compito! -

Io me la ridevo sotto i baffi mentre gli altri lo guardavano perplessi e gli spiegavano che aveva già annunciato la sua assenza. 

- TU! - mi punta un dito al naso - Mi hai ingannato! -

- Forse - risposi - ma sai, ho studiato latino tutta la notte per poi scoprire che il compito era stato rimandato e volevo essere ripagata dello sforzo. Mi andresti a prendere una cioccolata calda in aula docenti, schiavetto? -

- Non se ne parla, avrei fatto quelle cose se ci fosse stato compito. -

- Ti correggo, il patto era che avresti fatto "qualunque cosa" se ti avessi PRESTATO GLI APPUNTI; l'ho fatto, quindi vammi a prendere la cioccolata. -
- Mi fai venire una rabbia. Va bene ma il patto si rompe qui! -
- Va bene, mi sento gentile oggi. -

Ma prima che Raimondi possa chiedere di uscire, bussano alla porta.

Sto per svenire.


Diario di una yandere occidentaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora