5. FUGA DA VENOM

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Poco dopo gli uomini di Viktor riapparvero, tenevano Riddick per delle catene enormi che gli erano state messe ai polsi, gli stavano il più lontani possibili perché anche se non lo davano a vedere, avevano paura di lui.
Il Furiano si guardò intorno e fece la stessa identica espressione di quando aveva visto le prigioni, quel posto era orrendo. Poco più in là però scorse una piccola cella buia, assottigliò lo sguardo e vide che dentro c'era Iris, era aggrappata alle sbarre e lo guardava supplichevole. Probabilmente era in ansia per la collana, temeva che Viktor avesse potuto scoprire che ce l'aveva lui ma, lei non sapeva che la collana era ben nascosta.
<< Riddick! Ti aspettavo. -Disse squadrandolo dalla testa ai piedi.- Tu conosci questa ragazzina? >>
Riddick si voltò a guardare Iris che, gli fece un impercettibile segno con la testa.
<< No. >>
<< E allora perché i miei uomini vi hanno visti mentre discutevate? >>
<< Non so...problemi di vista magari?>>
Viktor lo colpì con un pugno dritto sul naso ma, incredibilmente Riddick non si fece nulla e lo guardò minaccioso.
<< Te lo richiedo Riddick...tu conosci quella schifosa ragazzina? >>
<< No. >>
Rispose nuovamente il killer. Il capo dei Darkbreath cominciò a perdere la pazienza, si avvicinò pericolosamente alla cella dove stava Iris, la aprii e fece uscire la ragazza. La spintonò fino a farla arrivare a qualche metro dal Furiano poi, la prese per le guance e le infilò la lingua in bocca, ignorando le urla di protesta di lei.
<< Sai, tra esattamente tre mesi ci sposeremo, lei sarà mia e potrò farle ciò che voglio. Che ne pensi? >>
Rise malignamente tenendo stretta Iris per i capelli che, urlava e piangeva.
Riddick strinse i pugni e lo guardò con astio, come poteva trattare così una donna? Nemmeno lui stesso era mai arrivato a tanto.
<< Ma...potrei cambiare idea se tu, mi dicessi la verità. >>
<< Te l'ho già detto, non la conosco. >>
Viktor lo guardò con rabbia e subito dopo, urlò ai suoi uomini di rinchiuderli entrambi nella cella della ragazza. Rivolse un ultimo sguardo ai due e poi, lasciò l'ufficio borbottando maledizioni contro di loro.
Riddick guardò Iris che era visibilmente sconvolta, tremava e si era portata le ginocchia al petto, "Ha un carattere forte ma, è comunque molto fragile" pensò.
Si sedette sul pavimento freddo della cella e cominciò a guardarsi intorno: vide varie armi sparpagliate qua e là per la stanza che, sicuramente, gli sarebbero tornate utili; vide poi un tavolo completamente nero e lucido, posto "strategicamente" sotto una piccola finestra e a quel punto, ringraziò mentalmente Viktor per avergli fornito tutto il necessario per scappare.
<< Vuoi uscire di qui? >>
La ragazza alzò i suoi bellissimi occhi azzurri e guardò Riddick che, dal suo canto, guardava dritto davanti a sé.
Non capiva come avrebbe potuto farli scappare ma, Iris avrebbe fatto qualunque cosa per uscire di lì, infondo si era già fidata una volta di lui ed era andato tutto bene, no?
<< Sì. >>
<< Bene, stammi dietro o rimarrai qui.>>
Iris annuì senza nemmeno che il killer la vedesse, non sapeva dove avrebbe trovato le energie ma doveva farcela.
All'improvviso Riddick scattò in piedi, osservò per pochi secondi la serratura della cella e poi, con le manette ancora ai polsi, tirò fuori da una tasca un minuscolo coltellino d'argento, lo infilò nella serratura e come per magia, la cella era aperta.
Iris si alzò piano, ebbe un giramento di testa ma cercò di non farci caso, uscì da quel buco e seguì Riddick, cercando di capire che cosa avesse in mente.
Lo vide avvicinarsi alle asce da guerra, le studiò con cura e senza preavviso, sollevò le braccia e poi sfracellò le manette contro la massiccia lama delle asce, senza farsi nemmeno un graffio.
Iris lo guardò come a voler dire " non farò mai una cosa del genere", lui capì al volo ed estrasse nuovamente il coltellino dalla tasca.
Poco dopo le manette della ragazza erano a terra assieme a quelle di Riddick, mentre loro due erano saliti sul lucido tavolo nero con l'intenzione di passare attraverso la minuscola finestra che, portava all'esterno del palazzo.
Iris osservò Riddick arrampicarsi sul cornicione e poi, agilmente, scivolare fuori dalla finestra. Ora era rimasta sola e doveva assolutamente farcela, altrimenti sarebbe rimasta per sempre nelle mani di Viktor.
Prese un bel respiro e saltò più in alto che poteva, di modo da riuscire ad afferrare il cornicione ma, ovviamente, non ci riuscì subito. Provò almeno cinque o sei volte prima di riuscire ad appendersi.
Alla fine, riuscì ad infilarsi nella finestra e ad uscire dall'altra parte.
Atterrò sul terreno duro e si guardò intorno in cerca del killer, la vista era offuscata e le gambe facevano fatica a reggerla. Azzardò un passo avanti quando, all'improvviso, si sentì afferrare per un braccio. Stava per urlare ma, qualcuno le mise una mano sulla bocca.
Quando appurò che si trattava del Furiano, riprese a respirare e lui le tolse la mano dalla bocca, facendole segno di stare zitta.
Appena videro le porte del palazzo chiudersi, scattarono in avanti correndo come pazzi in cerca di una Nave.
Iris notò che Riddick si era tolto gli occhialini e che al buio, era addirittura più agile che alla luce del sole.
Arrivarono di fronte ad un enorme Nave, era bellissima e totalmente tecnologica. Senza pensarci due volte, i due entrarono e rimasero sbalorditi: l'interno era ancora più bello, aveva la cabina di pilotaggio come tutte la Navi ma questa, era anche munita di bagno, brandine in stanze separate e una piccola dispensa. " Erano avanti questi Darkbreath" pensò Riddick.
Il Furiano accese il bestione che illuminò tutto il palazzo, pian piano si librarono in aria e sfrecciarono via, lontano da Venom.
Nel frattempo, Iris si era accasciata sul pavimento e senza nemmeno rendersene conto...si addormentò.
Quegli anni con i Darkbreath l'avevano distrutta, non era mai riuscita a dormire tranquillamente. Era strano da dire ma, con Riddick si sentiva al sicuro.
Il bel Furiano impostò il pilota automatico con l'intenzione di andarsene a dormire, era stata una lunga giornata e ne aveva bisogno.
Si alzò per raggiungere le brandine ma...lì, distesa sul pavimento c'era Iris che, dormiva profondamente manco fosse sdraiata su uno di quei letti comodissimi in cui sprofondi con tutto il corpo.
Le si avvicinò e facendo il più piano possibile, la prese in braccio e la portò in una delle stanze da letto. La stese dolcemente sulla brandina e poi, la coprì con un coperta. La osservò dormite per qualche minuto e poi, si andò a sdraiare anche lui pensando alla famosa notte che, presto, sarebbe arrivata.

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