Kiki Kenneit

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Il lunedì fa davvero pietà all'intera popolazione, sul serio. È una cosa che non concepisce, Kiki. Lo odia, con tutta se stessa. Sostiene che non ha senso alzarsi presto la mattina di questo giorno dopo una sana giornata di riposo a fare niente. Proprio no, non rientra nella top one delle sue giornate preferite. Girando per casa alla ricerca del suo dannato zaino, cerca di ricordarsi almeno una parola della relazione di storia che sta per portare davanti tutta la classe. Non che la storia di persone morte servisse a un granché nella vita. Il liceo non era una passeggiata, soprattutto dopo ormai quattro anni passati nella più totale ignoranza. Si era imposta, quest'anno, di cominciare a studiare come si deve. I suoi genitori ormai la ignoravano, avevano perso il conto delle volte in cui gli insegnanti si lamentavano del suo 'poco studio'. Il preside non la faceva più entrare nel suo ufficio da un tempo infinito, dritta in detenzione. Il quarto anno, iniziato da poco, era il più importante per lei. Semplicemente perché stava a significare che mancava pochissimo all'imminente diploma, e ciò vuol dire sgattaiolare da casa praticamente per sempre. Non stava nella pelle, voleva andarsene a tutti i costi. In testa si era fatta mille progetti, tanti film diversi su come avrebbe passato il suo anno sabbatico. Perché era ovvio che prima di andare all'università doveva scegliere quale facoltà intraprendere e cosa fare nella vita. E ciò richiedeva parecchio tempo ed energie necessarie per affrontare il tutto. Ed ovviamente lei si serviva di tutto questo tempo per divertirsi come al solito, per poi scegliere cosa farne della sua esistenza, solo pochi mesi prima della fine del suo anno di pausa. Sarebbe andata a Londra, da sua zia Milly, dalla quale aveva ereditato parecchie cose: dall'esuberanza repentina, alla depressione cronica. E cioè, l'intero carattere. Perciò l'amava, quasi più di sua madre, Josephine Atkinson. Per non parlare di suo padre, Marcus. Era sempre stato un uomo severo, con il pugno di ferro. Kiki non aveva mai avuto una sua carezza, nemmeno per sbaglio. Aveva passato la sua infanzia tra i libri e gli alberi del giardino immenso di casa. Certo, non le aveva mai fatto mancare niente:una buona educazione, che poi è andata a farsi fottere col passare del tempo; tanti bei vestiti, mai messi perché scelti dalla madre troppo elegante e sofisticata; una buona reputazione, che non ha saputo mantenere per il suo carattere troppo marcato... Ma le era mancato l'affetto. Insomma, Marcus aveva tutto, e dava tutto alla propria famiglia, ma faceva particolare attenzione nel tenere a bada i sentimenti, supponendo che ne avesse. Ma Kiki non si era mai scomodata in tutto ciò. Crescendo, formava da sola il suo carattere. Non seguiva assolutamente le regole di casa, faceva tutto di testa sua. Beh, questo le ha portato un mare di problemi, certo; ma era felice di non aver avuto rimpianti e rimorsi. Sapeva equilibrare gli aspetti più duri di sé stessa, a volte.
Inoltre, aveva un insano piacere nel sfidare la vita e tutto ciò che la circorda. Ama le sfide, qualunque esse siano, lei le affronta a modo suo. Era sicurissima di non aver paure particolari, a parte quella per gli insetti. E' consapevole di quel che è, certo. Insomma, non poteva lamentarsi su quasi nulla, niente andava storto. Fino a quando...

•Spazio autrice
Hello everybody! Ho deciso di scrivere una storia alle 00:52 di questa sera, bello eh? Insomma, avevo tante bozze ma nessuna di cui ero sicura. Quindi, inaspettatamente mi sono lanciata in una nuova avventura! Non chiedo commenti o quant'altro anche perché è una piccola introduzione;') ma se qualcuno vuole farlo, risponderò molto volentieri. Non siate molto crudeli con me, è la prima volta che scrivo una storia così su due piedi:D
Cercherò di aggiornare il più velocemente possibile. Spero vi piaccia!
All the love,
-allnight_99

Kiki [z.m]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora