Kiki ignorò tutti entrando a scuola, aspettava con ansia la fine delle lezioni per poter tornare a casa e rimurginare ancora una volta sull'accaduto. Certo, sapeva cosa doveva fare, ormai; ma semplicemente non smetteva di pensarci. Tornata a casa, non guardò in faccia nessuno, neppure l'adorabile Mrs. Ramirez, la donna delle pulizie che lei si ostinava a chiamare nonna. Erano anni che lavorava per i suoi genitori, ed essendo che neanche ricordava più la faccia dei suoi nonni, da bambina cominciò ad adorarla come se fosse tale. Sua madre, ormai abituata ai suoi continui sbalzi d'umore, evitò anche di darle un occhiata. Non le importava più della vita di sua figlia. Ormai Kiki aveva appurato che i suoi, fossero ancora più ostinati di lei. E che quindi aveva preso quell'aspetto del suo carattere da suo padre; mentre pensava che sua madre si facesse influenzare, era solo brava a eseguire accuratamente le regole del proprio marito. L'unica differenza consisteva nel fatto che lei si sentiva irrecuperabile, mentre i suoi genitori si sarebbero "addolciti"- per così dire- con un semplice buon voto a scuola e una disciplina un pò più da Kenneit. Ma Kiki non era e non sarebbe mai stata come loro. Odiava le persone come i suoi genitori: attenti all'educazione, all'istruzione e alle regole. E non solo, punivano la loro figlia ogni qual volta che disobbidisse. Solo che con il tempo, avevano imparato a stare al loro posto, ormai delusi e amareggiati dalla sconfitta. Kiki era più forte, invece bastava alzare un pò la voce per far cedere Josephine. Le dispiaceva per sua madre, ma le non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa da un uomo troppo autoritario. Almeno, non più. Gioia e innocenza erano cose che Kiki non aveva mai provato in famiglia, a causa del modo di pensare che avevano, troppo alla vecchia maniera. Ostentavano, tra l'altro, di avere soldi, quanti più possibile. E a lei infastidivano soggetti come quelli. Egoisti e ricchi da far schifo. Da bambina pensava di aver tutto, ed era così solo materialmente. Ma aveva imparato a non amare quel genere di vita, dandosi una scossa e cominciando a sviluppare la vera se stessa. Non tutte le colpe erano di Josephine e Marcus, certo, anche lei aveva contribuito alla totale distruzione di ciò che era più vicino a un tipo di famiglia. Le era sempre mancata quella protezione e quelle carezze che normalmente un vero padre darebbe alla figlia. E le erano sempre mancate le parole rassicuranti e i racconti di favole o di esperienze passate che una madre era solita dire alla propria figlia. Ma Josephine era così, un pò ti accarezza, un pò ti fa sentire una merda, ecco. Le aveva sempre rimproverato il fatto di farsi sottomettere dal suo amato, ma la madre aveva sempre risposto un semplice "tu non puoi capire". Che fastidio provava nel vedere che sua madre si sottometteva a quell'uomo. Ultimamente aveva appreso che i suoi non stavano insieme per amore, ma per comodità. E non esisteva cosa più scomoda di questa. Insomma, Kiki era diventata ciò che oggi è non solo per un amore insano con Will, ma anche per i suoi problemi familiari. Peter e Olly erano la cosa più vicina ad una famiglia, che potesse avere.
Kiki amore aveva letto in qualche libro una frase che si avvicinava troppo alla sua situazione con i suoi genitori: CASE RICCHE E CUORI VUOTI. Era proprio vero, come già detto, Marcus portava tutto ciò che pensava avessimo bisogno, materialmente. Mentre i cuori nel nucleo familiare erano vuoti, dei buchi neri che a malapena battevano. Almeno, quello di Kiki, era così. Un cuore che batteva tanto per il gusto di farla vivere, se quella era vita.
Si sentiva così fortunata ad avere sua zia Molly, Peter e Olly. Inevitabilmente pensò anche a Zayn. Dio, che stupida. Pensava ad uno sconosciuto. Infondo, proprio infondo, sentiva quella curiosità che le mancava da tempo dentro al petto. La curiosità di conoscerlo. Aveva letto qualcosa in quegli occhi spenti, color cioccolato con tendenze all'oro. Sentiva che vi erano delle somiglianze tra i due, e non geneticamente.
Cominciò a sbuffare uscendo dalla doccia; finalmente aveva ammesso che c'era qualcosa in Zayn, che la intrigava. Insomma, è affascinante e ti attira con quel suo aspetto buio e cattivo. Qualcuno bussò violentemente alla porta della sua stanza, tanto da farla accigliare. 《Un secondo》urlò di rimando per farsi sentire visto che era nel piccolo bagno privato della sua stanza. Si asciugò velocemente il corpo, e si infilò un leggins troppo stretto e una canottiera lunga leggermente scollata sul davanti. 《Sono io, apri》la informò Peter dall'altro lato della porta. Fece un piccolo sorriso per il tono brusco dell'amico. Sapeva che un pò si era stizzito per gli avvenimenti di quella mattina. Ma quando continuò a parlare il suo leggero sorriso sparì. 《E non sono solo》. Kiki aprì la porta velocemente. Zayn la stava guardando di sottecchi. Sembrava ancora più bella con i capelli quasi gocciolanti e corti sulle spalle. Lo faceva quasi eccitare il modo in cui i vestiti le aderivano sul corpo minuto. 《E lui che ci fa qui? Hai portato uno...sconosciuto in casa mia?》sibilò decisamente incazzata. Non le dava fastidio affatto che avesse portato una persona qualunque in casa sua, bensì il fatto che quella persona fosse Zayn. E i suoi pensieri di prima erano ancora presenti nella sua mente tanto da farla innervosire ancora di più. Zayn sbuffò ghignando. 《Senti amico, te l'avevo detto che-》cominciò quando Peter gli fece segno di stare zitto. Zayn aggrottò le sopracciglia infastidito. Nessuno gli aveva mai detto di stare zitto, ma aveva visto l'espressione del piccolo Schwarze decisa. Kiki non mise mai lo sguardo su Zayn, sentiva i suoi occhi sul suo corpo. E provava solo soddisfazione, fingendo invece di essere ancora arrabbiata. Peter con il suo sguardo accusatore stava per farla sentire in colpa, così si fece da parte per farli entrare. 《Portiamo Zayn a fare un giro, magari andiamo al Common. Olly ci aspetta in macchina. Quel rottame le da ancora problemi》disse Peter con un tono freddo. Poi diede un ultima occhiata a Zayn e uscì felpato dalla stanza. Li aveva lasciati soli e Kiki non ci poteva credere. Gli aveva esplicitamente detto di non lasciarla sola in presenza di maschi. E si trattava di Zayn! 《Mi devo asciugare i capelli. E devo cambiarmi, non posso venire vestita così》lo provocò senza mai guardarlo negli occhi. Non poteva proprio farlo. La sua voce non risultò limpida e provocante come si aspettava. Che sciocca. 《Aspetto》disse Zayn mettendosi sul letto. Non si conoscevano, ma c'era una tensione pazzesca tra i due. Kiki acconsentì. Prese i suoi jeans neri, la camicetta a quadri e i suoi stivaletti dirigendosi in bagno. S'improfumò, e poi aprì la porta del bagno, per cercare conversazione con i ragazzo che si era accomodato sul suo letto con un accendino tra le mani. Kiki ne approfittò. 《Fumi?》chiuse stupidamente. Zayn sorrise, aveva capito che voleva parlare. Annuì vagamente divertito senza guardarla. Le aveva già dato la soddisfazione di averla fissata con quei pantaloni striminziti. 《Quanti anni hai?》continuò Kiki. Non aveva piani, questa volta. Voleva che le parole uscissero fuori da sole. Eppure, odiava non avere il controllo su certe situazioni. 《Quasi venti》Kiki sussultò, anche se doveva aspettarselo. 《Mi asciugo i capelli e scendiamo giù》gli disse. Forse, ma proprio forse, ci era rimasta male. Evidentemente Zayn non voleva conversare, quindi cosa c'era rimasto a fare nella sua stanza? In effetti neanche il ragazzo stesso lo sapeva. Qualcosa in lei lo attirava. Ma non si erano neanche presentanti. Dopotutto, a lui dava fastidio parlare di sé stesso con qualcuno, anche solo nelle cose più piccole. Il moro aveva estorto, per modo di dire, delle informazioni sulla bizzarra ragazza a Peter, che, nonostante non avesse proprio voglia di mettersi in mezzo, gli donò. Aveva scoperto che Kiki avrebbe compiuto diciotto anni tra meno di due mesi, quindi ad Ottobre, e che non era affatto una ragazza facile da gestire o semplicemente da esserci amico. Zayn non puntava all'amicizia ovviamente. In realtà, non puntava a niente, o quasi. Kiki ci mise più tempo del solito ad aggiustarsi i capelli, erano tantissimi ma corti. L'aveva fatto per il gusto di farsi aspettare da Zayn. Quando uscì Zayn di era alzato ed era in piedi difronte la porta del bagno con quello che sembrava l'i-phone di Kiki. Lo guardò confusa. 《La tua amica sospetta che stiamo facendo cose sconce》disse guardandola dritta negli occhi. 《Nessuno ti ha dato il permesso di spiare nel mio cellulare. E poi, dove l'hai trovato?》disse fredda, riprendendo il cellulare nelle sue mani e infilandolo nella borsa di pelle che stava preparando. Lesse il messaggio che gli era appena arrivato.
"Perché ci mettete così tanto? Cosa state combinando? Mlml".
Kiki quasi si vergognò per la stupidaggine che aveva scritto. 《Era sotto al cuscino》rispose il moro scrutandola. Aveva letto molti dei suoi messaggi. Non voleva farlo, non gli interessava affatto della vita di questa ragazza. Ma quando aveva letto il nome di Will sul display si era incuriosito. Se non ricordava male diceva di vedersi al solito posto il giorno seguente, dopo la scuola.
Kiki infatti, aveva prontamente nascosto il cellulare dagli occhi di qualsiasi persona che potesse entrare nella sua stanza per paura che vedessero i messaggi mandati a Will. Anche perché Olly aveva il vizio di sbirciare nel cellulare dell'amica. 《Senti Zayn, qualunque cosa tu abbia letto, fatti gli affari tuoi》abbaiò finalmente guardandolo. Zayn si avvicinò pericolosamente alla ragazza. 《Hai qualcosa da nascondere Kenneit? Non ho letto niente. Hai impostato i messaggi a comparsa e quello di Olly mi è venuto davanti agli occhi》disse Zayn sempre più vicino. Era evidente che Kiki avesse qualcosa da nascondere e che Zayn stesse mentendo. 《Ti consiglio di allontanarti adesso》sibilò a denti stretti senza timore. Lui ovviamente fece il contrario. 《Non prendo ordini da nessuno. Tanto meno da una ragazzina come te》. Kiki s'incazzò violentemente al suo nomignolo. 《Vorresti tenermi testa, Malik? Ti hanno sicuramente informato che è impossibile. Soprattutto per uno come te》sputò velenosa la ragazza. Sul volto di Zayn comparì un ghigno. Non sapeva cosa pensasse di lui, ma era prevedibile. 《Io tengo testa anche agli animali, ragazzina》. Kiki sbottò, superandolo e sbattendo con forza alla spalla di lui. Emanava un profumo ancora più buono di quello che Kiki aveva sentito la mattina stessa. È quando Zayn la fermò bruscamente per un avambracciò che proprio non ci vide più dalla rabbia. 《Rispondimi》ordinò il moro infastidito dal comportamento di lei. 《Lasciami immediatamente》ordinò a sua volta. Lui strinse ancora di più la sua presa. Era sicura che gli avrebbe lasciato un segno violaceo, visibile visto che la camicia era arrotolata su i gomiti. Gli stava facendo male, aveva perso il controllo delle sue azioni. Ma Kiki non poteva mostrarsi debole, agli occhi di lui. 《Zayn》lo richiamò quando vide che aveva perso completamente le staffe. Corrucciò le sopracciglia, confusa. Ora non le importava più che gli stesse facendo male. Era fortemente incuriosita dalla sfumatura gli occhi di Zayn stavano mostrando. I suoi occhi erano più scuri, con le solite strisce color oro, sembravano quasi spaventosi. 《Zayn》sussurrò ancora appoggiando la propria mano su quella del ragazzo che stringeva la parte inferiore del suo braccio. Non era la prima volta che qualcuno la toccava in quel modo. Era abituata a questo tipo di violenza, sapeva come fare. Lui sembrava essersi ripresso, infatti. Era furioso, evidentemente per aver perso definitivamente il controllo, corse via dalla stanza. Arrivò alla macchina di Olly quando si accese una sigaretta sotto lo sguardo attento dei tre amici. 《Zayn, non importa》cercò di rassicurarlo Kiki mentre si avvicinava a lui cauta. 《Non avvicinarti》l'avvertì subito il moro. Era così incazzato con sé stesso per aver toccato una ragazzina in quel modo, che aveva quasi il timore di poterlo fare ancora, stavolta farle proprio del male. 《Ti ripeto che non fa niente》ritentò ancora una volta. Non voleva insistere, ma con Will funzionava di solito. Con la sola differenza che il suo ex non aveva paura di alzare le mani sul corpo minuto di Kiki. 《Allontanati! Come puoi dire che non importa? Sei solo una ragazzina》abbaiò attirando ancora di più l'attenzione di Peter ed Olly. Fecero per scendere dall'auto, ma Kiki con un solito sguardo da "me la cavo da sola" li fermò. Era ferita, più che arrabbiata. E si stupì della risposta che Zayn ebbe subito dopo. 《Ci sono abituata. So come funziona》lo ammonì. Lui la guardò con occhi sbarrati. Cercò di calmarsi. 《È per questo che sei una ragazzina》. Kiki alzò gli occhi al cielo. 《Dammi una sigaretta》gli ordinò guardando attentamente il pacco delle Lucky Strike. Quando glielo porse, si calmò chiaramente ricordando quando l'aveva guardata attentamente fumare quasi un pacchetto di sigarette. E si, si calmò con l'immagine di lei mentre, con l'aria rigida ma di chi sta per perdere le staffe, andare verso una foresta. Non esitò a seguirla, per scrutarla. In quel momento, mentre si guardavano negli occhi fumando sigarette, non donarono affatto importanza ai due ragazzi in macchina, annoiati e increduli. Zayn dovette ammettere a se stesso di volerla conoscere, e non solo, nella stessa maniera che voleva lei. Avrebbero potuto completarsi, se solo avessero avuto dei caratteri differenti, se fossero stati normali, come tutti gli altri.•Spazio autrice
Ho deciso di continuare la storia nonostante non abbia tutto questo successo. Magari non è una storia che merita, ma siamo solo all'inizio. Infondo, è la mia passione, e la porterò avanti anche senza seguaci. Grazie comunque a chi la legge, mi fa piacere. Ah e scusate se ci sono errori, non sono riuscita a ricontrollare, il mio cellulare dava i numeri ogni cinque minuti.
Alla prossima,
-allnight_99
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Kiki [z.m]
FanfictionKiki, o meglio Karolina Kenneit, è la ragazza più complicata di tutta l'Inghilterra, se non di tutto il mondo. Vive in un mondo a parte, si crea un angolo di paradiso personale e se ne fotte altamente delle etichette che le affibiano nella sua scuol...