Capitolo 12

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L'orologio segna le 11:00. Mi alzo dal letto, mi preparo, prendo uno zaino; ci metto dentro qualcosa da mangiare, qualche vestito, il tablet con le mappe geografiche e la carta di credito. Poi esco di casa.
Ricordo la lettera, è questo che mi spinge ad uscire.
Se è vero che il sonno porta consiglio a me ha suggerito di andare là. Là dove nessuno sa che vado di solito. Quello sarà uno degli ultimi posti in cui mi cercheranno. E da lì potrò girare per diverse Urbe, di confine in confine. Magari il ragazzo misterioso mi seguirà. Vedendomi organizzata verrà con me. Cammino per tutto il viaggio, so di metterci tanto, ma non ho voglia di usare i mezzi. Passo nelle vie più strette, poi, all'ora di punta, mi confondo tra la gente nei viali affollati. Respiro gli odori delle persone ed assaporo il gusto delle loro vite, mi lascio trascinare dal pensiero di chi sono questi estranei che mi urtano e mi spingono. È pomeriggio quando arrivo al confine. Trovo il ragazzo seduto nel prato, la sua gamba sta guarendo oramai ha solo qualche crosta, come se fosse stata solo una brutta caduta. Non ha più la stampella. Non so dove viva, ma nemmeno lui lo sa di me.
<< Sapevo che saresti arrivata>> mi accoglie sorridendo, non lo vedo, ma so che sta sorridendo.
<< Devo scappare, vieni?>> sbuffa.
<< Di nuovo da te, da tutti e da tutto?>>
<< No.>> gli racconto della lettera. Lui mi guarda negli occhi, annuisce. Sbatte la palpebra. È calmo. Prende lo zaino e lo apre. Annuisce. Tiro fuori dalla tasca la mia carta di credito e, non so perché alza le sopracciglia.
<< Con quella  ci trovano sicuro.>>
<< e per i soldi?>>
Non c'è bisogno di dire altro, prende la carta di credito dalla mia mano e la getta via, in mezzo all'erba. Capisco. Ci alziamo entrambe e andiamo verso la rete. Io richiudo lo zaino, lui mi segue. Arriviamo sotto il filo spinato e parla lui. Il più esperto. <<Segui me, dobbiamo attaccarci agli alberi per salire e scavalcare>> appoggia la mano su un ramo basso e spinge con i muscoli del braccio e con gli addominali per sollevarsi e issarsi con le gambe. Stiamo per farcela.  Passa su un altro ramo e si ferma per aspettarmi. Cerco di fare ciò che ha fatto lui e scopro che non è poi così difficile. Non ci riesco per un pelo. O sarebbe meglio dire per un proiettile.
Pace e bene. Eppure pare che di armi ce ne siano ancora.
Anche lui sbianca in viso, deve aver visto chi è stato a mirare, io ancora non l'ho capito. Due guardie arrivano di corsa. << Svelta>> mi urla. Ma resto come paralizzata. È la mia condanna. Una guardia mi afferra e mi tiene stretta. Lui fa una cosa che non mi sarei mai aspettata. Scende dagli alberi e guarda le guardie. Le sfida. <<Ci si rivede>>.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 17, 2016 ⏰

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