L'odore di pane bruciato assieme al'incenso avvolgeva casa Casati. Il gatto aveva fatto di nuovo la pipì sul divano, i vestiti erano sparsi sul letto (e alcuni anche per terra) e la caldaia era andata a quel paese. Se non ci fosse stata Maria, quel posto sembrerebbe un centro per extracomunitari. Non sempre la casa si presentava così disastrosa, ma anche nelle situazioni difficili Maria riusciva a sistemare ogni singolo angolo. Essere una brava casalinga richiede tempo e pazienza (e anche saper cucinare, ma non rientra nelle sue migliori competenze).
Nel giro di qualche ora le sue mani fatate fecero l'impossibile. Il luogo era ben pulito e ordinato se non migliore di come era prima di esser stato messo a soqquadro. Mancava solo da chiamare l'idraulico e il copri divano era in lavatrice.
Maria si concesse un attimo di tregua e si buttò di peso sulla poltrona. I suoi ottanta chili per un metro e sessantaquattro di altezza la sfinivano, ma la facevano sentire appagata di tutto il lavoro compiuto. Assomigliava enormemente alla figlia: stessi capelli, stessa espressione dolce e sveglia, stessa bocca e stesso atteggiamento meticoloso. Si differenziava dal'assenza di lentiggini, gli occhi castani misti al verde e la mole.
Guardò la porta e vide Saverio Casati entrare con giacca e cravatta, scarpe lucidate, borsa in cuoio marrone e pantaloni stirati alla perfezione.
Uomo e donna si diedero un bacio.
<<Com'è andata la giornata, cara?>> disse appoggiando la borsa dietro la porta.
<<Sono esausta. Mila mi farà impazzire se non impara ad usare quella dannata lettiera>> sbuffò mentre si ripulì il grembiule da cucina con margherite ricamate dalla nonna. <<Tu, caro?>>
<< Anch'io sono esausto. Il mio cliente è stato assolto, questo significa che riceverò lettere di protesta che richiederanno un altro processo in tribunale. Maledetti.>>
<<Sei sempre così indaffarato>>
<<Beh, faccio solo del mio meglio, per me, per te e per la nostra bambina>>. Le diede un bacio sulla fronte perlata da gocce di sudore.
<<Sai che le da fastidio se la chiami così...>>
La voce di Saverio si fece quasi teatrale: <<Potrà esser vero come potrà non esserlo, ma lei è la mia piccola Sara ancora in fase di crescita, ed è mio dovere sostenerla e starle vicino come ogni padre che si rispetti>> e finì soddisfatto.
Cavoli se sono bravo, pensò.
Il suo entusiasmo però venne interrotto dalla moglie:
<< Certo caro, ma ti ricordo che fra due mesi compie diciassette anni.>>.
Diciassette?! Gli balenò nella testa quel numero. La... mia bambina... diciassette anni?!
<<Qualcosa non va?>> domandò Maria. Anche se sapeva già cosa stava per accadere.
Saverio era un uomo molto legato ai valori della famiglia. Amava sua figlia più di ogni altra cosa o persona. A vederla sorridere sorrideva pure lui, l'è stato accanto durante tutta l'infanzia, sempre con la moglie che gli ripeteva di non essere così incollato e apprensivo. Non le aveva fatto mancare nulla, anche perché non fece mai molti sforzi, essendo pieno di soldi e con una figlia modesta. Teneva una sua foto in ogni oggetto: portafogli, cartelle, taschino della giacca di lavoro e, ovviamente, nella cornice sul comodino affiancato al letto. "Mi da l'energia giusta per incominciare la giornata", diceva ad amici e colleghi, oltre che a se stesso.
Ma Sara non era più una bambina, bensì una giovane donna a tutti gli effetti, molto matura e intelligente per la sua età, e quando una è donna, diventa indipendente, spaziando i rapporti con i coetanei e... distaccandosi dai genitori. Saverio Casati lo sapeva benissimo, non era stupido, ma per Papà Saverio non era mica la stessa cosa. Quel faccino roseo e quegli occhi meravigliosi come il cielo, prendere forma e svilupparsi ma senza perdere la gioia e il sorriso, con quella bocca perfetta, era troppo per l'uomo.
<<D... di... dicia...>> balbettava.
<<Diciassette anni>> disse Maria in tono molto pacato. Ormai aveva preso l'abitudine con le crisi del padre apprensivo, a volte addirittura sembrava che si divertisse.
Mila si stava leccando una zampa e cadde giù dal bracciolo della poltrona quando...
<<SARA! La mia piccola Sara! Perché le ingiustizie della vita umana fanno questo, che ti ho fatto di male Dio per meritarmi questo!>> Si buttò a terra come un poppante, strisciando dalla povera e paziente moglie fino ai suoi piedi.
<<Maria, mia cara Maria, nostra figlia, la nostra Sara, sta diventando grande.>>
<<Ma caro, mancano ancora due mes...>>
<<STA DIVENTANDO GRANDE!>>
Neanche fosse il suo diciottesimo compleanno. Ma Maria volle non aver mai pensato, considerando il marito che sapeva sempre a cosa le passava per la testa.
<<E ai diciotto? DICIOTTO anni! Manca troppo poco tempo, un anno e due mesi, ma perché non le sono stato vicino in tutto questo tempo.>> piagnucolò.
<<Papà, cosa stai facendo?>>
Silenzio di tomba.
Sara stava davanti al'ingresso con gli occhi grandi come due palline da golf.
<<Ehm, io vado in camera, dopo vi racconto della giornata. Ah, mamma, la casa è ordinatissima, complimenti ogni volta>>.
Dire che andò assieme alla gatta verso la camera da letto era quasi un complimento. Pareva che stesse scappando.
<<Quanto avrà ascoltato, secondo te??>> mugugnò imbarazzato Saverio.
<<Il necessario per dire "Ho un padre con le rotelle mancanti">>

STAI LEGGENDO
FRIENDS IN REVERSE
JugendliteraturDue migliori amiche, Yin e Yang, il quale rapporto si complica per il trauma di Laura. Sara cercherà di starle vicino, superando il momento, ed entrambe scopriranno una parte di loro che non avevano mai visto in sei anni, tra famiglia, ragazzi e gio...