Ma che ha da guardare. Certo che oltre ad essere scemo, è anche strano.Sara stava ancora finendo il suo panino, approfittando del silenzio per pensare ad un possibile discorso con lo sbruffone. Immaginò di scrivere un tema, uno degli stessi temi da otto che prendeva in letteratura.Innanzitutto si pose una domanda, anzi, La domanda. Quella che poteva essere definita la chiave dei problemi che l'affliggevano in quel momento: Perché diamine decide di incontrarmi da un momento al'altro come se fossimo cari amici? Poi però si sentì sciocca per aver pensato ciò, dato che la risposta era al cento per cento scontata: Laura. In fondo, era l'unico legame che loro due avevano, se poteva essere definito tale. Una volta trovato il titolo del tema, doveva svilupparlo utilizzando le sue conoscenze sul'argomento. Rispetto ad un testo scritto, però, vi era la "leggera" differenza che avrebbe dovuto dialogare, e con la persona che detestava di più, il che la metteva in particolare disagio. Parlare senza peli sulla lingua non le era mai stato difficile, ma con Rivoli.... altro che otto, quattro pieno per scarso sviluppo.
Il ragazzo continuava a fissarla. Aveva notato una certa titubanza nel suo atteggiamento, il che lo fece sentire più sicuro, così poteva sentirsi spronato ad iniziare senza aspettarsi una risposta preparata o scontrosa, o almeno così sperava:
<<Immagino che tu sappia il motivo per cui abbia voluto incontrarti. So che posso sembrare la persona meno rassicurante che tu abbia mai visto, ma io ci tengo a lei quanto ci tieni tu. Vengo in pace, lo giuro. Non insisterò, ma se accetterai di ascoltarmi, sarò disposto anche a prendere ceffoni. Che ne pensi?>>
Sara per poco non si strozzò. Non si aspettava di dover rispondere in quel momento, ma soprattutto la colpì il tono con cui le parlò con tanta naturalezza. Non sapeva se voleva davvero parlare con lui. La tentazione di alzarsi e andarsene era forte.
Si mise sull'avanguardia, mostrandosi più calma possibile: <<Comprendo benissimo le tue intenzioni, ma come hai detto tu, sei proprio la persona meno rassicurante che io abbia mai visto.>>
<<Sei sempre così dura con me. Eppure io penso che sia una sorta di maschera questo tuo modo di porti. Dovresti essere più sciolta. Sai, non ho mica intenzione di metterti le mani addosso.>>
<<Tu non sai proprio niente di me.>>
<<Beh, se mi spiegassi qualcosa, non sarei così avventato.>>
Silenzio. Facevano compagnia solo le urla del barista. La ragazza lo guardò meravigliata, cercando di non farlo notare: era bravo a tener testa nelle discussioni. Voleva aiutare Laura, voleva provare a cambiare per lei, ma non voleva mostrarsi debole di fronte a Rivoli, e di certo questo battibecco la innervosiva.
Il ragazzo la incalzò: <<Non devi prepararti per una semplice risposta. Hai problemi a parlare con me?>>
<<Non devi fare lo sbruffone se mi volevi parlare in maniera pacifica.>>
<<Sei tu quella che si sente superiore e che tenta di sfottermi.>>
Vaffanculo Rivoli, vaffanculo.
<<Senti, non mi sei mai andato a genio.>>
Rivoli fece un sorriso ironico: <<Ma come?! Dopo tutto questo tempo insiem....>>
<<Muoviti a dirmi quello che vuoi dirmi e poi vedrò se vorrò aiutarti o meno.>> disse tutto ad un fiato con un tono non esattamente calmo.
Il moro sbarrò gli occhi: <<Hey ragazza, fatti una tisa...>> poi si bloccò, notando di aver esagerato. Lo sapeva benissimo che gli piaceva provocare, ma doveva controllarsi, almeno in quel momento, vedendo la bionda che cercava di non saltargli addosso. Del resto, non voleva vederla per quel motivo, anche se gli sarebbe piaciuto continuare.
<<Ehm..... Dicevo>> e si accese una sigaretta <<che dovremmo mettere da parte i nostri rancori per stare più vicini a Laura. Non ho la minima idea di cosa le sia successo, ma vorrei saperlo, e per quanto riguarda a te>> le mandò del fumo passivo in faccia, ma non volontariamente <<tu sei la sua migliore amica, di conseguenza si fida di più. Ho provato a contattarla ma mi ha sempre mandato a stendere. Tu potresti farla ragionare, sei anche molto matura e..... >>
<<Mi stai chiedendo di parlare con lei in tua vece per sapere che cosa le sta succedendo?>>. Sapeva che c'era qualcosa che andava oltre la finta riconciliazione. Lo trovava ancora più meschino da parte sua.
<<Ma no! Cioè.... non esattamente....>>
<<Cosa vorrebbe dire non esattamente?!>>. Adesso fu lei ad avere il sorriso.
<<Cioè.... in parte è così, ma.....>> si fermò a pensare. Ne valeva la pena dirle che aveva già intenzione di conoscerla e che quella situazione era un pretesto? Beh, no, almeno non in parte. Laura non era un preteso, la sua ragazza non era un pretesto, quindi non c'erano timori. Ma non sapeva come avrebbe potuto reagire, né tantomeno se avesse trovato villano il fatto che volesse conoscere la sua migliore amica in quel modo. Ma si era promesso che avrebbe fatto qualcosa per lei, e l'avrebbe fatto.
Stava per aprir bocca, ma Sara lo precedette alzandosi dalla sedia: <<Grazie mille per lo spuntino, ma la mia risposta è no. Arrangiati senza di me, come hai sempre fatto e per il futuro se avrai intenzione di....>>
<<Hey Riv, quando imparerai a non fumare dentro i bar cazzone! Chi è la tua amica?>>
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FRIENDS IN REVERSE
Teen FictionDue migliori amiche, Yin e Yang, il quale rapporto si complica per il trauma di Laura. Sara cercherà di starle vicino, superando il momento, ed entrambe scopriranno una parte di loro che non avevano mai visto in sei anni, tra famiglia, ragazzi e gio...