"Ladies and gentlemen, please take your seat. The plane will take off in five minutes".
Così la voce voce della hostess, resa robotica dal microfono, ci invita a sederci. A dire la verità più che un invito è un ordine! Da ricordare: mai contraddire una hostess! I loro modi gentili e dolci sono solo apparenti...
Subito mi salta alla mente, nitidissimo, l'immagine di un vecchio scontro tra me e un'assistente di volo russa. È poco dire che corro a sedermi e sorrido cordialmente alla signorina che passa a controllare le nostre cinture. Devo rilassarmi: questo ultimo periodo è stato duro per me, voglio dire più duro del solito. Che ironia! Un gruppo di sentimenti e sensazioni, che in me è così vivo e così violento, è anche così difficile da esternare. Almeno so che non sono l'unica a provarlo. Piuttosto recentemente infatti, crogiolandomi nei miei pensieri, ho scoperto che questo cosiddetto gruppo di sentimenti è un problema tipico degli uomini, di tutti. C'è chi l'ha definito accidia, chi male di vivere, chi depressione, chi malinconia...
L'unica cosa certa è che è un generale senso di insofferenza mischiato ad una certa dose di fastidio e irritabilità.
Personalmente, l'ho concretizzato in una parola: vicinanza. A chi? Questo è già più complicato da definire, ma penso che sia a tutto e tutti. Vicinanza alle solite persone, alla solita casa, ai soliti luoghi, alle solite sensazioni, ma soprattutto vicinanza a te stesso. Qualsiasi tipo di vicinanza se troppo duraturo è una costrizione, e le costrizioni, si sa, non portano mai nulla di buono. Via via! C'è bisogno di cambiare! Cambiare aria, cambiare luogo! Tutti così impegnati a sognare la vicinanza senza capire che è il peggiore dei mali, mentre la povera lontananza viene sempre coperta di nero e insultata. Povera lontananza! Che avrai mai fatto di male? Tu che rendi tutto piacevole, che accresci il desiderio e fai nascere l'interesse. Chissà perché il mondo ti prese di mira? Io dico che senza di te, molte storie d'amore non sarebbero mai durate, molte amicizie sarebbero crollate, tante passioni sarebbero cadute e molte storie neanche iniziate. La mia storia è tra queste. La mia è una storia di lontananze, di sguardi da lontano, di saluti e cartoline. E proprio mentre sto sognando la mia meritata lontananza, l'aereo decolla, regalandomi quella tanto amata scarica di adrenalina e rendendomi all'improvviso più leggera. Mi sporgo verso il finestrino, al di là del quale corrono i campi verdi e dorati di Parma, accarezzata dal sole dell'alba. Sorrido. Ciao ciao Parma mia, prossima tappa: città degli angeli.
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Wanderlust: Storia di un'aspirante viaggiatrice
AdventureWANDERLUST. C'è chi dice che sia un modo di sprecare tempo, chi un'ossessione e chi la definisce una vera e propria sindrome. Per me? Per me non è nulla di tutto ció, ma un modo di vivere, di vedere e di capire. Viaggiare è da sempre parte di me e...